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Lavoro, pensioni, diseguaglianze sociali in Calabria: Cgil, Cisl, Uil avviano iniziative di mobilitazione per sollecitare il Parlamento

Mentre si avvia l’iter di discussione sulla manovra finanziaria 2022 che impegnerà le Camere fino all’approvazione della legge di bilancio entro il prossimo 31 dicembre, i Segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo annunciano alcune iniziative di mobilitazione nei mesi di novembre e dicembre.

«È necessario – dichiarano in una nota congiunta – sollecitare l’attenzione del Parlamento sui temi fondamentali della ripartenza e sulla piattaforma unitaria delle nostre organizzazioni sindacali in un momento di particolare difficoltà per l’Italia intera e per la nostra regione, per la quale si gioca davvero una partita fondamentale per lo sviluppo. Chiediamo risposte convincenti su lavoro, pensioni, fisco, sviluppo, welfare, contrasto alle diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese. Perciò, in sintonia con quanto avverrà in ogni regione, Cgil, Cisl e Uil terranno in Calabria una serie di assemblee unitarie diffuse in tutto il territorio, che coinvolgeranno i diversi settori del mondo del lavoro nell’area nord, nell’area centrale e nell’area sud della regione.

Per l’area nord, a Trebisacce, presumibilmente martedì 23 novembre, nell’area nord ci sarà un’assemblea con la categoria degli edili e i lavoratori impegnati nel macrolotto della S.S. 106. Per l’area centrale, presumibilmente venerdì 26 novembre, in una struttura ospedaliera da individuare si terrà un’assemblea con gli operatori della sanità. Per l’area sud, presumibilmente lunedì 29 novembre, avremo presso il Porto di Gioia Tauro un’assemblea con le federazioni dei trasporti.

Martedì 30 novembre si terranno simultaneamente tre sit-in davanti alle Prefetture di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria per discutere pubblicamente e presentare ai rappresentanti del Governo le nostre rivendicazioni. Per venerdì 10 dicembre, infine, è prevista una manifestazione regionale a Catanzaro, in Piazza Prefettura, a partire dalle ore 10:00.

È il momento – concludono i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – di far sentire nuovamente e pubblicamente la voce dei lavoratori e di tutti i cittadini».

Lavoratori di Alli in Cassa integrazione, i sindacati chiedono un incontro e annunciano lo stato di agitazione

“Un incontro urgente di confronto in quanto le scriventi sono fortemente preoccupate della possibilità, per nulla scongiurata, che la CIGO (Cassa integrazione guadagni ordinaria) possa essere il preludio di un licenziamento delle maestranze interessate”. Lo scrivono in una nota Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti.

Con una nota inviata al presidente della Regione Calabria, all’assessore regionale all’ambiente, al dirigente Settore Ciclo Integrato dei Rifiuti Regione Calabria e al prefetto di Catanzaro, le organizzazioni sindacali ricostruiscono la vicenda: “Con nota del 16 agosto 2021 l’Alli scarl, gestore dell’impianto di trattamento dei rifiuti sito in Catanzaro comunicava l’avvio della cassa integrazione per un numero imprecisato di lavoratori addetti alla linea RD sul presupposto che detta linea, dopo alterne vicende, subiva una temporanea sospensione. A seguito di tale comunicazione le scriventi chiedevano di essere convocate e successivamente, in data 31/08/2021, si teneva un primo incontro all’esito del quale le scriventi si riservavano ogni decisone solo dopo un necessario confronto con l’ATO di Catanzaro”, continuano Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti.

“Con questo ultimo si consumavano ben due incontri uno il 06/09/2021 ed un altro il 14/09/2021, all’esito del quale veniva redatto verbale nel quale si registrava l’esito negativo del confronto, non riuscendo a scongiurare l’attivazione della CIGO. Quest’ultima veniva attivata in data 15/09/2021 per 15 lavoratori (ovvero il 50% circa della forza lavoro)”.

“Alla luce di quanto sopra, considerato che le rassicurazioni indicate dall’impresa e dall’Ato appaiono poco convincenti e molto incerte, tenuto conto che l’Ente Regione Calabria è proprietario dell’impianto e che lo stesso è stato dato in uso all’ATO di Catanzaro, le scriventi chiedono all’Ente un incontro urgente, previa dichiarazione dello stato di agitazione del personale”.

Demedicalizzazione e chiusura di postazioni, l’allarme di Baldari e Masotti (Fp Cgil): “I servizi di emergenza urgenza della Calabria sono a rischio”

“Gli articoli di stampa dei giorni scorsi hanno avuto il pregio di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica regionale una situazione, la gestione del sistema di emergenza-urgenza, già conosciuta dagli addetti al lavoro, che squarcia il velo su un sistema delicato che attraversa grandi turbolenze, con carenze di personale, in particolare di medici, che fanno temere un ulteriore riduzione nella capacità di risposta del SSR ai bisogni di salute della cittadinanza”. Lo affermano con decisione Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Francesco Masotti, segretario Regionale FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari Calabria.

 “In Calabria il Servizio di Emergenza Urgenza è a rischio nell’indifferenza del Dipartimento regionale e dell’Ufficio Commissariale. Un Servizio strategico della nostra sanità pubblica, fondamentale per salvare vite umane, stremato, pure nella nostra Regione, dalla mancanza di medici, i quali o si allontanano da questo servizio o non ne sono più attratti. Quali le motivazioni? Intanto una programmazione ministeriale del fabbisogno del personale medico che è stata totalmente inadeguata sia attraverso il corso di formazione in medicina generale che delle scuole di specializzazioni di area sanitaria. Poi, un inquadramento dello stesso personale confuso e precario, tra contratto della dirigenza e convenzione nella medicina generale e, all’interno di queste aree, rapporti a tempo indeterminato e, soprattutto, a tempo determinato. Nello stesso ambito lavorativo abbiamo, quindi, medici che svolgono le stesse funzioni ma con diverse retribuzioni e tutele: per il convenzionato, in generale, meno diritti e, quindi, meno tutele (niente tredicesima e indennità notturne e festive, nessun riconoscimento economico legato ai fondi aziendali di produttività o di risultato). Una babele di posizioni lavorative che mette a rischio la qualità del servizio per i cittadini, spesso garantita solo grazie allo sforzo degli stessi medici e degli operatori sanitari più in generale. Si tratta di problemi giacenti da anni e che in Calabria si sono inaspriti con il piano di rientro, ma che interessano centinaia di medici calabresi che lavorano da anni in questo settore strategico, di vitale interesse per il servizio sanitario regionale e che è cruciale per l’integrazione della rete ospedaliera con l’assistenza territoriale. E, intanto, assistiamo alla chiusura di punti di primo intervento, alla demedicalizzazione di postazioni territoriali sia del 118 che dell’ex guardia medica, oggi Servizio di Continuità Assistenziale”, continuano nella nota stampa Baldari e Masotti. Che si interrogano:

 “E allora, quali le possibili soluzioni? La riqualificazione del Servizio di Emergenza-Urgenza passa attraverso due momenti significativi: la definizione di un unico contratto di lavoro per l’area dell’emergenza-urgenza, che abbia come presupposto la contrattualizzazione nell’area della dirigenza di tutti i medici che ne fanno parte e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari. Ma, l’assenza di qualsiasi risposta che su questi argomenti arriva dal livello politico e istituzionale è, in questo senso, indicativa di quale sensibilità godano certi argomenti all’interno della Regione Calabria e dell’Ufficio Commissariale, che dovrebbero, invece, governare questo settore “essenziale” per l’intera popolazione regionale. Eppure, in altre Regioni, non a caso sanitariamente più avanzate, Emilia-Romagna (2011 e 2014) e Toscana (2014 e 2016), hanno identificato percorsi normativi che hanno consentito, praticamente, di eliminare il precariato medico nell’area dell’emergenza-urgenza, valorizzando il percorso di formazione “sul campo” di professionisti che hanno maturato competenze ormai indispensabili al sistema sanitario di quelle Regioni. Ma finora, sebbene sollecitati più e più volte, abbiamo avuto di ritorno un “assordante” silenzio da Roma a Catanzaro: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero della Salute, Ufficio Commissariale, Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Rappresentanza della Calabria nella Conferenza unificata Stato-Regioni. Allora, un appello al nuovo Presidente della Giunta, onorevole Roberto Occhiuto, presti grande attenzione ai problemi della Regione ed ai suoi bisogni sociali e territoriali. Siamo pronti al confronto sulle vicende che abbiamo denunciato e sui tanti altri temi della sanità calabrese e ad assumerci le nostre responsabilità, con la convinzione che- concludono i sindacalisti della Fp Cgil– migliorare le condizioni lavorative degli operatori sanitari, significa avere di ritorno una migliore qualità nell’assistenza per i cittadini”

Screening mammografico gratuito, la Fp Cgil calabrese dalla parte della sanità di qualità e per tutti

“Nel nostro Paese, durante tutto il mese di ottobre, vi sono varie opportunità di partecipare ad iniziative di screening presso strutture sanitarie che aderiscono a progetti per la lotta contro il tumore al seno. Si tratta di input che fanno ben sperare in una migliore organizzazione dei servizi pubblici non solo nella fase della ricerca, della cura e dell’assistenza, ma soprattutto in quella della prevenzione”.  Lo afferma in una nota la segreteria regionale FP CGIL. 

“Riteniamo infatti che questa possa essere la chiave di volta per mantenere in buona salute la popolazione.  Dai dati del 2019 si evince che i tumori mammari rappresentano il 30% della totalità di tumori maligni diagnosticati alle donne, e che i nuovi casi di carcinomi della mammella stimati in Italia sono stati 53.200. Una buona notizia arriva però proprio dalle campagne di screening che in Italia contribuiscono ad una netta riduzione della mortalità che, in questo caso, si aggira al 25%”, continua la segreteria regionale.
“L’FP CGIL, ritiene che anche nella nostra regione, lo screening mammografico gratuito debba essere strumento primario nella lotta al tumore del seno e debba essere indirizzato principalmente al le donne fra i 50 ed i 74 anni e a tutte quelle predisposte alla patologia per familiarità, prevedendo l’esecuzione di una mammografia bilaterale ogni 2 anni.

Sempre nel corso del mese di ottobre, in particolare il 10, si celebrerà la Giornata mondiale della salute mentale, che quest’anno vede un rinnovato Piano d’azione per la salute mentale 2013 – 2030, aggiornato lo scorso 21 settembre dall’Oms. La FP CGIL calabrese fa proprio lo slogan adottato per la campagna dell’Oms di quest’anno “Salute mentale per tutti: facciamola diventare realtà”. Un rinnovato impegno per tutta l’organizzazione sindacale che nei suoi programmi si farà carico di visitare tutte le strutture che erogano servizi psico-sociali presenti sul territorio regionale per radiografare lo stato dell’arte dell’assistenza e, quindi, per chiedere al prossimo governo regionale ed al Ministro Speranza investimenti mirati per questo delicato settore, tenuto conto che la situazione fin qui registrata non è delle migliori e la carenza di strutture adeguate e di figure professionali specialistiche in progressiva ingravescenza, visto che la percentuale del 5% del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale condivisa dalle Regioni è ancora un miraggio.  La combinazione ambulatorio/ricovero ospedaliero resta spesso l’approccio prevalente mentre si dovrebbe auspicare ad un superamento dello stesso, attraverso la costruzione di nuovi progetti all’interno di una rete territoriale integrata con altre agenzie/organizzazioni capaci di offrire supporto ai coraggiosi operatori che già si spendono per realizzare a favore dei pazienti un irrinunciabile processo dell’abitare, del lavorare e del socializzare”.

Fondi Covid. Baldari ( Fp Cgil), Giordano (Cisl Fp), Bartoletti (Uil Fpl) presentano un esposto in Procura a Catanzaro

Dopo un anno e mezzo dal primo stanziamento da parte del Governo delle risorse destinate al personale sanitario della Calabria per aver fronteggiato con impegno l’emergenza da SARS-Covid 19, così come per tutto il personale delle altre regioni e nonostante l’accordo sottoscritto dalle scriventi in data 6 luglio 2020, ad oggi nessun lavoratore ha percepito quanto destinato da Roma, secondo i criteri concordati dalle sigle sindacali.

  Baldari (Fp Cgil), Giordano (Cisl Fp) e Bartoletti (Uil FPl) hanno più volte sollecitato la conclusione dell’iter amministrativo, hanno più volte manifestato la loro preoccupazione e il loro sdegno per il tempo trascorso ed i rimpalli di responsabilità tra le strutture di governo regionale del Sistema sanitario, Commissario e Dipartimento della Salute e quelle di governo aziendale delle ASP Calabresi e delle Aziende Ospedaliere.

La grave crisi pandemica ha disvelato con ampia chiarezza quanto siano stati e siano fondamentali l’impegno e l’abnegazione dei lavoratori del Sistema sanitario che, seppur in condizioni di grave disagio, anche senza adeguate protezioni, nonostante la grave carenza di personale, hanno affrontato con coraggio e senza risparmiarsi la crisi sanitaria.

Tutto ciò ha indotto il Governo, di concerto con la Conferenza delle Regioni, a stanziare risorse vincolate al fine di ristorare i sacrifici ed il rischio corso, ma i lavoratori calabresi, a differenza dei lavoratori delle altre regioni, non hanno percepito nulla in ragione del pressapochismo della burocrazia regionale e della errata imputazione delle somme nel Decreto di assegnazione delle risorse alle Aziende.

L’avevamo detto: NON SI POSSONO USARE I SOLDI STANZIATI DAL GOVERNO CON UN FINE BEN PRECISO, PREMIARE I LAVORATORI CON UNA INDENNITA’, PER FARE ALTRO, ovvero compensare le spese straordinarie del personale impegnato a fronteggiare la pandemia. C’è una bella differenza tra ciò che contrattualmente è stabilito e un riconoscimento premiale di 16 milioni inghiottiti dai bilanci aziendali magari per contabilizzare un bel risparmio!

Dopo aver rivendicato il rispetto dell’accordo e la distribuzione appropriata delle risorse, manifestando e proclamando anche lo stato di agitazione dei lavoratori, a fronte dell’ennesima promessa puntualmente mancata,  la pazienza è finita e così come già ribadito nell’ultimo confronto regionale, come ogni volta che la politica non risponde e gli altri livelli di governance restano indifferenti ai bisogni dei lavoratori, snobbando i diritti di chi ai doveri ha adempiuto stringendo i denti nel momento emergenziale, non c’era altra scelta che ricorrere alla Procura della Repubblica di Catanzaro e consegnare un esposto nelle mani del Procuratore Nicola Gratteri. All’atto della consegna dell’esposto, i tre Segretari Baldari, Giordano e Bartoletti hanno comunicato al Procuratore la necessità di fare chiarezza non solo sulle risorse destinate ai lavoratori per l’indennità cosiddetta Covid, ma, come contenuto nel documento corredato da numerosi allegati, di avere contezza riguardo tutte le ingenti somme destinate alla Calabria per le assunzioni, il potenziamento della rete territoriale e della rete ospedaliera.

Adesso bisogna attendere che sia fatta luce su come e perché in Calabria qualunque risorsa finanziaria destinata al Servizio Sanitario Regionale non viene finalizzata secondo quanto programmato e indicato dal Governo o, in molti casi, non sia proprio utilizzata. Aspettiamo fiduciosi.  

Quindici lavoratori della discarica di Alli in Cassa integrazione: la denuncia e lo stato di agitazione di Fp Cgil, Fit-Cisl e UilTrasporti

Fp Cgil, Fit-Cisl e UilTrasporti denunciano all’opinione pubblica la grave situazione in cui versano i lavoratori della discarica Alli S.C.A.R.L., l’azienda che gestisce l’impianto di trattamento dei rifiuti sito in Catanzaro. Nei giorni scorsi, infatti, è stata attivata la Cassa integrazione per 15 lavoratori, ovvero il 50% circa della forza lavoro. È utile ricapitolare le tappe fondamentali della vicenda che ha portato alla decisione contestata dai sindacati.

In una fase iniziale, l’azienda ha comunicato l’avvio della cassa integrazione per un numero imprecisato di lavoratori addetti alla linea RD sul presupposto che la linea, dopo alterne vicende, avrebbe subito una temporanea sospensione.
Dopo la comunicazione, i sindacati hanno chiesto di essere convocate e successivamente, in data 31 agosto 2021, si è tenuto un primo incontro all’esito del quale Fp Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti si sono riservate ogni decisione solo dopo un necessario confronto con l’ATO di Catanzaro.
Con questo ultimo si sono consumati due incontri: uno il 6 settembre 2021 ed un altro il 14 settembre 2021, all’esito del quale è stato redatto un verbale che ha registrato l’esito negativo del confronto, non riuscendo a scongiurare l’attivazione della CIGO. La Cassa Integrazione ordinaria è stata così attivata il 15 settembre 2021 per un 15 lavoratori, ovvero il 50% circa della forza lavoro.
Considerato che le rassicurazioni indicate dall’Azienda all’ATO sono sembrate poco convincenti e molto incerte, tenuto conto che l’Ente Regione Calabria è proprietario dell’impianto e che lo stesso è stato dato in uso all’ATO di Catanzaro, i sindacati hanno chiesto all’Ente in data 21 settembre 2021, previa dichiarazione dello stato di agitazione del personale, un incontro urgente di confronto con lo scopo di scongiurare la possibilità che la CIGO possa essere il preludio di un licenziamento delle maestranze interessate.

In virtù della situazione prospettata dall’Azienda Alli S.C.A.R.L e dalla susseguente attivazione della CIGO, vista anche la proclamazione dello stato di agitazione effettuato dai sindacati, per la mancanza di prospettiva che si manifesta chiaramente dall’incapacità di una politica aziendale di far ripartire l’impianto a regime, si chiede a al prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, e all’Assessore Regionale Tutela dell’Ambiente, Sergio De Caprio, di voler convocare un incontro per trovare delle soluzioni ai problemi sopra elencati.
Infine, ma non meno importante, i sindacati fanno presente che “qualora non si dovessero trovare soluzioni, le scriventi attiveranno tutte le azioni di lotta opportune al fine di far rispettare i diritti dei lavoratori conquistati in quasi trent’anni di attività con senso di sacrificio e abnegazione”.

Potenziamento personale Uffici per l’impiego della Calabria, i sindacati chiedono risposte urgenti alla Regione

“Mancate risposte al rinnovo contrattuale dei precari del Piano di Potenziamento dei Centri per l’Impiego della Regione Calabria Le scriventi organizzazioni sindacali, preoccupate per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori precari impiegati nel piano di potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle politiche attive del lavoro, stigmatizzano con forza l’inerzia della Regione Calabria. Ad oggi, non vi è alcun punto fermo e concreto che rassicuri sulla prospettiva d’impiego di tali lavoratori, l’unica certezza è la scadenza dei contratti a tempo determinato, fissata al 03.12.2021”. Così in una nota del Segretario Aziendale FP CGIL Regione Calabria – Giunta Regionale, Ferdinando Schipano, il segretario Aziendale CISLFP Regione Calabria – Giunta Regionale Giuseppe Spinelli, la Segreteria regionale UILFPL Walter Bloise,  il Segretario Generale FP CGIL Alessandra Baldari, il Segretario Generale CISL FP Luciana Giordano e UIL FP e il segretario Generale Elio Bartoletti.

“Con l’avvio della campagna elettorale tutto sembra essersi fermato, – prosegue la nota – nonostante le rassicurazioni da parte dell’Assessore Regionale al Lavoro, il quale dichiarava, ai tavoli di confronto sindacale tenutisi un paio di mesi fa, che la prosecuzione del loro rapporto di lavoro sarebbe stata una formalità. Anzi, lo stesso si è più volte espresso dichiarando che la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato sarebbe stato l’obiettivo da perseguire, nel rispetto della normativa vigente. In ragione della palese inerzia sopravvenuta, le scriventi OO.SS. hanno sollecitato un urgente incontro con l’Assessore al ramo, insieme con il Direttore Generale del Dipartimento Lavoro e il Commissario di Azienda Calabria Lavoro, al fine di avere informazioni certe riguardo alle risorse finanziarie disponibili da utilizzare per il finanziamento del rapporto di lavoro di questo personale e riguardo al loro futuro”.

“Tale sollecitazione, a tutt’oggi, – chiosano i sindacati – è rimasta lettera morta. Non vi è alcuna traccia di convocazione, né, tantomeno, un segnale d’impegno nella direzione auspicata dai sindacati e dai lavoratori. È appena il caso di ricordare che i lavoratori impegnati in tale servizio, oltre che possedere lauree in discipline chiave per operare nel mercato del lavoro, hanno sviluppato percorsi di formazione e aggiornamento e maturato esperienze professionali di un certo valore all’interno della Pubblica Amministrazione; pertanto, la mancata prosecuzione del rapporto di lavoro arrecherebbe danno alla Regione Calabria che perderebbe un patrimonio di professionalità che lo stesso Ente ha contribuito a formare”.

“Inoltre, bisogna ricordare che i Centri per l’Impiego in Calabria, sotto organico da anni, sono in costante affanno, per condizioni di lavoro, disfunzioni organizzative e carenze strutturali fisiche e di sistema, condizioni che hanno reso l’erogazione dei servizi particolarmente critica, nonostante l’impegno di tutti i dipendenti che hanno dovuto fronteggiare, a causa dell’emergenza Covid 19, carichi di lavoro aggiuntivi sempre a condizioni date. Se alla sollecitazione delle organizzazioni sindacali – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp- non dovessero corrispondere adeguate misure atte alla risoluzione della problematica da parte di coloro i quali hanno gli strumenti per
intervenire, si preannuncia un’aspra contrapposizione sindacale, con l’attivazione dello stato di agitazione e che, inevitabilmente, si concluderà con lo sciopero”.

Vertenza lavoratori ex Ardis: Fp Cgil e Cisl Fp proclamano lo sciopero per l’8 settembre

Le segreterie regionali di FP CGIL e CISL FP Calabria annunciano lo sciopero  dei lavoratori di Azienda Calabria Lavoro (ex ARDIS ed ex Legge 28/08) per il prossimo 8 settembre.

Con una nota inviata  alle autorità politiche e amministrative, i sindacati chiedono inoltre al Commissario Straordinario di “Azienda Calabria Lavoro” di avviare le procedure per esperire il tentativo di conciliazione sulle questioni relative alla mancata applicazione dei Contratti Decentrati, alla mancata erogazione dei buoni pasto, al mancato riconoscimento dei contributi e alla mancata erogazione del TFR. Mentre al Prefetto di Catanzaro si chiede di avviare le procedure per il raffreddamento del conflitto e di esperire il tentativo di conciliazione su tutti i punti della vertenza.
Fino alla data del 08 Settembre 2021 i lavoratori manterranno la mobilitazione con ogni forma di protesta prevista dal vigente sistema di relazioni sindacali.

I segretari Aziendali Giunta regionale Calabria della  FP CGI, Ferdinando Schipano, e della CISL FP, Giuseppe Spinelli, insieme ai segretari Generali Regionali Calabria FP CGIL, Alessandra Baldari, e della CISL FP, Luciana Giordano hanno riepilogato l’ultimo tratto della vicenda e che ha determinato la proclamazione dello sciopero di settembre: il 5 luglio 2021 è stato proclamato lo stato di agitazione del personale di Azienda Calabria Lavoro (ex ARDIS ed ex Legge 28/08) a causa della mancata attivazione del Tavolo tecnico/politico finalizzato a individuare un idoneo percorso che definisca una volta per tutte lo status giuridico di questi Lavoratori che pur avendo un contratto di lavoro a tempo indeterminato e part-time a 18 ore con Azienda Calabria Lavoro (che è il Datore di lavoro), da anni vengono impiegati in Servizi della Regione, che è nel contempo l’Ente erogatore delle risorse finanziarie necessarie alle loro retribuzioni e anche il Soggetto beneficiario della prestazione di lavoro.

Questo Personale viene utilizzato, altresì, per il raggiungimento degli obiettivi del Progetto “Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle politiche attive del lavoro” con un incremento orario di ulteriori 18 ore, la cui convenzione scadrà il prossimo 31 dicembre.
Ai Lavoratori in argomento da anni non viene applicato da Azienda Calabria Lavoro il Contratto Collettivo decentrato (precisamente per gli anni 2014 – 2015 – 2016 – 2017 – 2018 – 2019 – 2020 – 2021). Persiste, inoltre, l’annosa problematica relativa al mancato versamento dei contributi previdenziali e alla mancata erogazione del TFR. A tutto ciò si aggiunge, infine, la mancata corresponsione  dei buoni pasto da dicembre 2019. Vengono cioè negati i diritti basilari rendendo questi Lavoratori davvero Figli di un Dio minore.

“In data 5 luglio 2021 è stato impedito a questi Lavoratori di esercitare il diritto costituzionalmente garantito di riunirsi in assemblea per il mancato accoglimento della richiesta regolarmente formulata dalle scriventi Organizzazioni Sindacali di utilizzo della Sala Verde della Cittadella regionale della Calabria.

Nella mattinata odierna si è tenuta l’assemblea di una parte del Personale  nella Sala Verde della Cittadella regionale della Calabria, avendo ricevuto l’autorizzazione all’utilizzo del locale solo in tarda serata e solo dopo una forte  insistenza del sindacato. Decisione tardiva che ha impedito di fatto a tanti Lavoratori di poter partecipare ai Lavori assembleari. Come organizzazioni sindacali, abbiamo da sempre stigmatizzato tale comportamento che nega o utilizza in modo deforme la libertà sindacale garantita dalla Costituzione, per piegarla agli interessi particolari al fine di raggiungere i propri obiettivi. Così facendo, si svilisce il mondo del lavoro nel suo complesso e si più deboli lavoratori. il riconoscimento dei diritti universali di ogni lavoratore, raggiunto attraverso terribili lotte e sostanziate con l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori, è una conquista che non permetteremo a nessuno di mettere a rischio, men che meno ad una classe politica poco attenta alle esigenze del personale”.

Domani stato di agitazione dei lavoratori della sanità. I sindacati: “Troppe illusioni e mancate risposte”

Ancora in piazza con i lavoratori della Sanità calabrese pubblica e privata per rivendicare un vero cambio di passo alla struttura commissariale, alla Regione e nella governance di tutte le strutture. FP CGIL CISL FP UIL FPL hanno proclamato lo stato di agitazione degli operatori della sanità pubblica e privata ed indetto un sit in davanti alla Cittadella regionale, giorno 30 giugno alle ore 10, sostenute dalle rispettive Confederazioni regionali e dalle categorie dei pensionati, per chiedere che si manifesti con azioni tempestive e concrete la volontà di risolvere i disagi dei lavoratori e dei cittadini calabresi da parte di chi ha responsabilità e compiti istituzionali nel governo del Sistema Sanitario Regionale.

 

“Troppe ancora le criticità, troppe le attese disilluse, troppi i bisogni di salute senza risposta, già un anno fa la lunga lista di richieste e l’appello a fare presto erano stati al centro di analoga manifestazione, ma sembra che il tempo sia trascorso invano e i nodi cruciali siano ancora irrisolti, a partire dai riconoscimenti economici alle lavoratrici ed ai lavoratori della sanità per l’impegno profuso in tempo di pandemia, corrispondendo finalmente la cosiddetta indennità Covid; per passare al punto fondamentale delle assunzioni e dei rinnovi dei contratti in scadenza, ma anche per i mancati confronti sulla pianificazione operativa, lo smaltimento delle liste d’attesa, il potenziamento della sanità territoriale, l’assistenza agli anziani e tutta la partita sulla sanità privata con al primo punto il mancato finanziamento regionale del rinnovo contrattuale Aiop- Aris, ma anche tutte le altre problematiche relative a questo comparto”, ribadiscono i segretari generali regionali Calabria, Alessandra Baldari (FP CGIL), Luciana Giordano (CISL FP), Elio Bartoletti (UIL FPL).

“Non ci arrendiamo all’inerzia, alla lentezza, al rinvio di temi che sono fondamentali per cambiare un sistema sanitario regionale che arretra piuttosto che risanare, per questo torniamo in piazza, perché il diritto alla salute deve essere garantito a tutti i cittadini calabresi e il diritto alla sicurezza e ad un lavoro dignitoso deve essere garantito a tutti i lavoratori e le lavoratrici della sanità pubblica e privata. Per tutte queste ragioni si fa appello alla massima partecipazione all’iniziativa”.

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