Archivia Marzo 25, 2022

Elezioni Rsu 2022-Cittadella regionale, perchè votare Fp Cgil: assemblea con lavoratori e vertice del sindacato

Presso la Sala Oro della Cittadella di Germaneto (Catanzaro) si è tenuta l’assemblea sindacale dei lavoratori della Giunta Regionale e degli Enti strumentali della Regione, indetta  dalla FP CGIL Calabria. Alla riunione hanno preso parte il Coordinatore Nazionale delle Funzioni Locali Alessandro Purificato, la Segretaria Generale FP CGIL Calabria Alessandra Baldari, il Coordinatore regionale Funzioni Locali Bruno Schipano e la Coordinatrice FP CGIL Calabria dei Centri per l’Impiego Alessandra Neri.

La discussione si è concentrata prioritariamente su alcuni punti saldi posti anche alla base delle elezioni per il rinnovo delle Rsu, previste per il 5-6-7 aprile: nuovo contratto funzioni locali, Smart working, riqualificazione della spesa del personale in Regione in tutti gli enti strumentali, e le problematiche relative a quest’ultimi (Arcea, Calabria Verde, Aterp, Arsac, Autorità idrica regionale).

In assemblea è emerso forte e chiaro quanto la Fp Cgil ha sempre ribadito: i lavoratori della Pubblica Amministrazione sono erogatori di servizi al cittadino, pertanto il benessere dell’Ente è il benessere del cittadino che usufruisce dei servizi connessi ad essa. La riunione è stata anche un momento importante per fare il punto sulla campagna elettorale RSU. Come FP CGIL Calabria “siamo pienamente soddisfatti delle liste presentate, ringraziamo i compagni ed i dipendenti simpatizzanti che si sono candidati, che hanno dato prova di voler accettare la sfida anche in una condizione difficile per cercare di migliorare le condizioni degli Enti”.

La FP-CGIL punta fortemente sul rapporto con i lavoratori senza operazioni trasversali che “purtroppo in Regione Calabria sono all’ordine del giorno, dove direttori generali e dirigenti fanno campagna elettorale per qualche organizzazione sindacale stravolgendo lo spirito per il quale è nata l’esigenza dell’elezioni Rsu e il compito che gli stessi dovrebbero svolgere. Queste opere di destrutturazione non hanno mai portato e non porteranno nemmeno ora risultati per i lavoratori, come appare ovvi.  Invitiamo pertanto a votare FP CGIL e di riporre fiducia nelle battaglie che stiamo portando avanti in questi anni e a quei lavoratori che si sono spesi con l’innesto delle professionalità già presenti nelle precedenti campagne elettorali con lavoratori giovani e una grande voglia di impegnarsi. La sicurezza che abbiamo è che alle spalle abbiamo una grande organizzazione, che ci consente di dare risposte immediate ai lavoratori, perché abbiamo un’organizzazione nazionale attenta e capace e ne ha dato prova il Coordinatore Nazionale Alessandro Purificato, che puntualmente ha risposto a tutti i quesiti inerenti alle problematiche del contratto sia alle problematiche legislative. Un’Organizzazione, la CGIL, con una grande storia. Per questo chiediamo ai lavoratori di fidarsi dei lavoratori candidati nella lista FP CGIL che ogni giorno si impegnano a favore dei colleghi”.

GLI ARGOMENTI TRATTATI NEL DETTAGLIO

Il primo elemento emerso riguarda lo stato di attuazione del nuovo Contratto Funzioni Locali. Un contratto scaduto ormai da anni, precisamente dal 2018. Il nuovo contratto al momento è in una fase di stasi, in assenza delle risorse necessarie per l’approvazione, infatti, in virtù di quanto detto, le organizzazioni sindacali del pubblico impiego hanno proclamato lo stato di agitazione e per il 25 marzo  ci saranno presidi dinanzi a tutte le Prefetture di Italia e al contempo a Roma davanti al MEF, proprio per rivendicare l’approvazione del nuovo contratto. Un contratto che se approvato in tempi rapidi avrebbe risvolti positivi per i lavoratori, infatti, dalle contrattazioni fin qui svolte con Aran, prevederebbe il nuovo sistema di riclassificazione del personale, dopo quella del 1999, in un periodo quale quello odierno dove la Pubblica amministrazione  che si caratterizza per squilibri interni, con la prevalenza di categorie basse in assenza di profili professionali alti, necessita una riqualificazione del personale interno.

Tale tematica cammina di pari passo con quella dello Smartworking. La FP CGIL Calabria punta molto su questa modalità di lavoro, è uno degli aspetti che consente di rinnovare la Pubblica amministrazione, la digitalizzazione è fortemente connessa allo Smartworking e permette che la produttività diventi effettiva. Abbiamo, difatti, già sollecitato, il direttore generale della Regione Calabria a convocare tempestivamente una riunione per avviare la nuova procedura.

Con la seconda direttrice l’assemblea ha focalizzato l’attenzione sulle criticità locali, sulla riqualificazione della spesa del personale in Regione e in tutti gli Enti Strumentali. La FP CGIL, consapevole che le capacità assunzionali degli Enti sono abbastanza ridotte perché legate alle entrate dei bilanci, intende concentrarsi e portare avanti una battaglia prioritariamente sulle assunzioni e, come già detto, sulle verticalizzazioni intese come riqualificazione del personale.

Si è parlato, altresì, degli Enti Strumentali. Azienda Calabria Verde che si occupa dei servizi ambientali dell’entroterra calabrese e della forestazione che vive una profonda difficoltà perché colpita da un’emorragia di personale. Alle carenze considerevoli di risorse umane si affianca una carenza di risorse finanziarie. Infatti, abbiamo proclamato lo stato di agitazione perché da anni non viene approvato il bilancio, non si approva il consuntivo e c’è un disavanzo di 18milioni di euro. Abbiamo chiesto all’assessore all’Agricoltura Gallo in occasione dell’incontro di qualche giorno un impulso da parte della Regione per ripianare il debito e rilanciare questo Ente fondamentale per l’intera Regione Calabria.

Abbiamo, poi, l’ATERP l’Ente Strumentale che cura il patrimonio regionale legato all’edilizia residenziale anche questo Ente noto per la carenza di personale. Lavoratori che hanno gravi difficoltà nell’erogare servizi alla collettività. Anche a tal proposito si chiede un piano straordinario di assunzioni che possa fare in modo che sia dia risposta alle esigenze degli utenti.

ARCEA, invece, un Ente di piccole dimensioni con circa 50 dipendenti che si occupa dei pagamenti in agricoltura, dei contributi comunitari che oltre alle poche risorse di personale ha un problema di risorse economiche ed una strutturale insufficienza del salario accessorio che non permette nemmeno più di fare progressioni economiche orizzontali. Abbiamo chiesto, come FP CGIL Calabria, al Coordinatore Nazionale di battersi affinché si riesca a superare il tetto al salario accessorio, (l’art.23 comma 2 della Madia). In tal modo gli Enti che hanno le risorse finanziarie possono rimpinguare i salari accessori. Negli anni scorsi con molta probabilità c’è stata un’applicazione del salario accessorio errata e ci sarebbe da fare una rivisitazione.

Ancora, abbiamo, Enti di nuova istituzione come l’Autorità idrica regionale che ha un bacino di lavoratori pari a sette unità. Anche in questo caso rileviamo la necessità di avviare un piano del fabbisogno con l’assunzione di personale non dirigenziale e dirigenziale.

Infine l’ARSAC Ente che cura i servizi in agricoltura con una serie di problematiche legate alla mancanza di risorse.

Contratti ai sanitari, Baldari (Fp Cgil) ad Occhiuto: “Ok la proroga ma si programmi il futuro”

“L’invito del Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, alle Aziende Sanitarie e Ospedaliere di prorogare fino al 30 giugno i contratti degli operatori sanitari in scadenza al 31 marzo, in ragione del perdurare della pandemia e della recrudescenza dei contagi, al netto della cessazione dello stato di emergenza, interviene sul filo di lana per evitare un drammatico aggravarsi della condizione dei servizi sanitari calabresi che avrebbero subito un improvviso depauperamento di oltre 1400 unità di personale a tempo determinato in un sol colpo. E quindi ben venga la sollecitazione alle Aziende a fare i compiti a casa, ovvero prorogare i contratti e spendere le risorse già assegnate per emergenza Covid nel 2020 e 2021 e procedere al mantenimento in servizio di tutte quelle figure che hanno consentito al sistema sanitario regionale di reggere l’impatto pandemico, seppur in affanno, in quanto non sufficienti, comunque, a colmare le gravi carenze di personale. Una sollecitazione, quella del Presidente, necessaria ma non sufficiente, sia riguardo alle motivazioni che la supportano, sia riguardo al tempo di proroga previsto”. Lo afferma in una nota stampa Alessandra Baldari, segretaria regionale della Fp Cgil Calabria. Che continua:

 

“Infatti, riteniamo che sia giunto il tempo di affrontare, di concerto con le parti sociali, il problema delle assunzioni indispensabili per il sistema sanitario regionale, per consentire ai LEA di poter risalire la china della drammatica discesa a cui assistiamo, già da anni, e programmare la riorganizzazione dei servizi territoriali che con le risorse del PNRR prevede la nascita di strutture di prossimità, COT, Ospedali di Comunità, Case di comunità, destinate a garantire assistenza ai cittadini e colmare il grave gap tra ospedale e territorio per le quali saranno necessarie le assunzioni per renderle funzionali. Pertanto, una proroga così breve, seppur indispensabile, sostiene ancora una volta solo l’ennesimo momento emergenziale e non coglie le opportunità, anche normative, per programmare un piano di assunzioni che fissi linee guida per le aziende tenendo in debito conto la possibilità di prevedere percorsi di stabilizzazione per tutti i lavoratori ingaggiati in emergenza, lo scorrimento delle graduatorie ancora aperte, percorsi di selezione per tutti i lavoratori che con varie tipologie di contratto hanno supportato tutte le strutture sanitarie. Per la FPCGIL- conclude Baldari-come più volte rappresentato, da qui si deve partire per dare risposte ai lavoratori ridotti a ranghi insufficienti a dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini e ormai in affanno a sostenere ancora a lungo una condizione di lavoro critica. È il momento di programmare e guardare avanti e non basta più governare l’emergenza. Restiamo sempre in attesa di incontrare i vertici regionali”.

Uffici regionali chiusi per inagibilità, la Fp Cgil invita la Regione a trovare soluzioni tempestive e chiede un incontro urgente

“Rileviamo con disappunto che ad oggi è rimasto inascoltato il disagio arrecato ai dipendenti e alla cittadinanza a causa della chiusura per inagibilità degli uffici regionali decentrati siti nella Città di Crotone e degli stabili ospitanti i CPI di Vibo Valentia e Cosenza, addirittura, per la Sede Locale del CPI di Crotone nel Comune di Petilia Policastro, si è pensato bene di risolvere il problema chiudendola definitivamente con una delibera di riorganizzazione delle sedi CpI”. Lo affermano in una nota Alessandra Baldari, segretaria regionale Fp Cgil Calabria, e Ferdinando Schipano, segretario regionale Fp Cgil Regione Calabria-Giunta Regione. I sindacalisti hanno scritto una nota urgente al presidente della Regione Roberto Occhiuto, all’assessore al Personale Filippo Pietropaolo, al dirigente generale del dipartimento “Lavoro e Welfare”, al dirigente generale dipartimento “Organizzazione Risorse umane”, Sergio Tassone, al dirigente settore Affari Generali, Giuridici ed Economici Relazioni Sindacali, Contenzioso del Personale, Roberta Cardamone e al dirigente settore datore di lavoro, sicurezza, luoghi di lavoro, Salvatore Lopresti, chiedendo un incontro urgente.

 

“Sono passati oramai mesi e in alcuni casi molto più di un anno dalla disposizione di chiusura, a firma del Dirigente Datore di Lavoro regionale, come già detto, per inagibilità delle sedi ospitanti questi importanti servizi decentrati, senza che chi designato nell’ambito degli Enti preposti (Regione Calabria – Comuni) operasse alcuna azione atta a risolvere in modo tempestivo la situazione persistente di difficoltà, provocata all’utenza, privata di uffici fisici di riferimento, e al contempo ai lavoratori, costretti a svolgere la propria attività lavorativa ed erogare servizi da remoto in assenza di sedi consone e dignitose. Sfugge, probabilmente, l’importanza di un servizio pubblico di prossimità, che rappresenta, in tutti i casi citati, una risorsa preziosa per un territorio, caratterizzato da importanti distanze, qual è quello calabrese. Spiace rilevare e desta, altresì, sconcerto, il modus operandi dell’Assessore al Personale Filippo Pietropaolo che lascia inevasa la richiesta di incontro formulata dalle organizzazioni sindacali , non adotta alcun provvedimento in merito agli ordini di servizio con i quali dei dipendenti sono stati assegnati agli uffici della Cittadella (vista la chiusura dell’ufficio di appartenenza), ed inoltre, nel mentre si sottrae ad un confronto trasparente con i rappresentanti dei lavoratori preferisce incontrare singolarmente dei dipendenti”, scrivono ancora i sindacalisti. E concludono: “Una operazione di disintermediazione che la FP CGIL stigmatizza con forza in quanto appare del tutto evidente come questo sia un comportamento non finalizzato ad assumersi le dovute responsabilità in merito alle problematiche rappresentate, bensì mostri la non volontà a trovare soluzioni decorose reali e risolutive. La scrivente organizzazione sindacale reitera, pertanto, la richiesta di un incontro urgente per individuare una soluzione condivisa che garantisca ai lavoratori stessa dignità degli altri colleghi della Giunta regionale e consenta lo svolgimento e le erogazioni di servizi pubblici essenziali di qualità in sedi di lavoro rispettabili ed idonee in termini di sicurezza”.

Rete regionale dei centri per l’impiego, la Fp Cgil boccia la delibera della Giunta 

“Nel disordine generale che ha da sempre caratterizzato, dal lontano 2018, il Settore dei Centri per l’Impiego, si registra, da ultimo, l’atto in oggetto deliberato lo scorso 18 febbraio che sancisce la chiusura definitiva di alcune sedi locali”.  La Fp Cgil calabrese boccia la delibera della Giunta regionale del 18 febbraio scorso, che prevede “ Rete regionale dei centri per l’Impiego e Linee di indirizzo per lo sviluppo dei punti di accesso di prossimità” .

Il sindacato con una nota ha chiesto un incontro e ha spedito una comunicazione al presidente della Regione Roberto Occhiuto, l’assessore al Lavoro Giuseppina Princi, all’assessore al Personale Filippo Pietropaolo, al dirigente generale del dipartimento “Lavoro e Welfare”, al dirigente generale dipartimento “Organizzazione Risorse umane”, Sergio Tassone, al dirigente settore “Coordinamenti reti centri impiego”, Valeria Adriana Scopelliti, e al dirigente settore Affari Generali, Giuridici ed Economici Relazioni Sindacali, Contenzioso del Personale, Roberta Cardamone.

“Pur comprendendo la difficoltà del Dipartimento Lavoro a gestire un Settore così vasto e variegato per le differenze territoriali consolidate, il numero importante di dipendenti (il transito dalle Province alla Regione ha riguardato circa 400 lavoratori), e di sedi dislocate sul territorio, non si può giustificare il susseguirsi di scelte avventate a discapito dei servizi erogati, dell’utenza e degli operatori. Superfluo ricordare le innumerevoli volte che la FP CGIL è intervenuta a tal proposito per sollecitare un’opportuna valorizzazione di questi importanti uffici pubblici per il lavoro in una Regione discriminata per motivazione diverse sul fronte occupazione, oltre che per l’individuazione di edifici adeguati per consentire la riapertura delle sedi chiuse per inagibilità. Ora, nel silenzio generale che ha preceduto e seguito la seduta di Giunta in oggetto prendiamo atto della chiusura della Sede Locale di Petilia Policastro, aperta al pubblico da 20anni con un ampio bacino di utenza di circa 30mila persone”, scrivono la segretaria generale Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari, il coordinatore Cpi Fp Cgil Calabria, Alessandra Neri, il segretario aziendale Fp Cgil Fernando Schipano e il segretario generale Fp Cgil Area Vasta Cz-Kr-Vv, Francesco Grillo.

“Una chiusura che desta perplessità per l’innegabile difficoltà che si arrecherà all’utenza stessa in un contesto territoriale montano, morfologicamente compromesso, dove l’arteria più agibile e percorribile, atta a congiungere paesi distanti da Crotone finanche 40-50 km è la SS-106, la famigerata “strada della morte”. Alla luce della tanto attesa inversione di rotta afferente i Centri per l’Impiego della Calabria e al contempo dei rilevanti Programmi dedicati alle Politiche attive, vedi il Programma GOL, il Reddito di Cittadinanza, Garanzia Giovani, solo per citare i più conosciuti, che coinvolgono una fetta importante di cittadini caratterizzati da una fisionomia disagiata generalizzata, risulta ancora più evidente, pertanto, come l’Amministrazione non abbia tenuto in considerazione neppure le condizioni economiche, ma non solo quelle, degli utenti fragili, privi di occupazione, in stato di disoccupazione, dei cosiddetti “working poor” e di coloro che beneficiano delle prestazioni a sostegno del reddito. Del resto, non si è tenuto conto, altresì, degli obiettivi del Programma GOL, citato tra l’altro nella delibera in oggetto, che mira a livello ministeriale ad aumentare l’occupazione, a ridurre l’inattività lavorativa e fronteggiare il disagio sociale, intensificando la prossimità dei servizi ed incrementando la diffusione capillare dei CPI sul territorio. Considerata la rilevanza sociale ricoperta dalla presenza di un ufficio per il lavoro di prossimità, in un comune come Petilia Policastro, che sia facilmente raggiungibile dagli abitanti di tutti i centri limitrofi, in grado tra l’altro di sopperire alle molteplici esigenze di un’utenza variegata qual è quella che si rivolge ai Centri per l’Impiego, confidando nella lungimiranza dell’Assessore al Lavoro, Giuseppina Princi, la FP CGIL sollecita una tempestiva rivalutazione di quanto deliberato. Si ritiene, altresì, non più rinviabile un incontro alla presenza delle signore vostre atto ad un confronto costruttivo in materia lavoro, volto, anche, a costruire delle valide fondamenta per il rilancio dei Centri per l’Impiego, che soddisfi le aspettative degli utenti Calabresi e al contempo dei dipendenti stremati da un lassismo, oramai consolidato, interrotto solo da azioni “bizzarre””, concludono i sindacalisti.

Reggio Calabria, la città omaggia Serenella Lucisano. La Fp Cgil: “Donna vicina ai cittadini”

“È simbolico e straordinario che proprio l’otto marzo, il giorno in cui abbiamo salutato per l’ultima volta, 17 anni fa, la nostra compagna, venga reso omaggio da tutta la città di Reggio Calabria alla memoria di Serenella Lucisano, già Segretaria generale della FP CGIL di Reggio Calabria – Locri, intitolandole una piazza al termine di Via Giunta angolo Via Varese alle ore 15.30, alla presenza del Sindaco facente funzioni Paolo Brunetti”.

Il ricordo commosso è del Coordinamento donne della Cgil Calabria, della segretaria regionale della Fp Cgil Alessandra Baldari, e del segretario della Fp Reggio Calabria, Francesco Callea.

 

“Ringraziamo l’UDI di Reggio per aver avanzato la proposta, mesi or sono, alla Commissione toponomastica del Comune, condividendo l’idea che sia arrivato il tempo di considerare importante intitolare piazze o vie di ogni città calabrese a donne che si sono distinte per il loro operato; infatti, come Coordinamento donne CGIL della Calabria abbiamo inviato una missiva a tutti i sindaci calabresi esortandoli a valutare questa opportunità a lungo trascurata e colta dal Comune di Reggio a cui porgiamo i nostri ringraziamenti. Per la FP CGIL è significativo che la città voglia ricordare la figura di una dirigente sindacale che ha lasciato una memoria importante del suo operato conducendo battaglie di alto valore per le lavoratrici ed i lavoratori della Pubblica amministrazione ed anche per la città. Riteniamo che sia un pregio mantenere vivo il ricordo di una donna, sindacalista, che ha tracciato un segno distintivo per la capacità di guida della categoria dei lavoratori pubblici, per la determinazione, la chiarezza delle idee, il rigore e la coerenza con i quali ha affrontato le vertenze sindacali non solo in difesa delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche per affermare con lungimiranza i principi di trasparenza e legalità nella Pubblica amministrazione tanto necessari a queste latitudini. La sua convinzione che fosse possibile rinnovare i servizi pubblici, renderli efficienti, vicini ai cittadini era fondata sulla necessità che si dovessero rispettare rigorosamente le regole e i contratti, ma anche promuovere un’azione trasparente e partecipativa che avrebbe ridefinito il ruolo del pubblico qualificandone i servizi di alto valore sociale che lo stesso è tenuto ad erogare e per questa via conferendo dignità alle lavoratrici ed ai lavoratori di quel comparto”, scrivono Baldari, Caldea e il coordinamento donne Cgil.  Che concludono:

“La sua eredità vive ancora nella FP CGIL di Reggio e della Calabria che coltivano gli stessi valori. L’attualità del significato delle sue battaglie ci consegna il monito della necessità che la memoria sia fondamento su cui costruire un futuro migliore”.

Crisi Calabria Verde, Baldari e Costa (Fp e Flai Cgil) suonano la sveglia alla politica: “Non si svuoti l’azienda per poi esternalizzare i servizi” 

FP CGIL e la FLAI CGIL Calabria esprimono forte preoccupazione per la condizione stagnante in cui versa, ormai da diverso tempo, Azienda Calabria Verde ormai da diverso tempo.  Con un messaggio forte e chiaro alla politica: “L’inerzia della politica non provochi uno svuotamento che servirà a giustificare l’esternalizzazione di molti servizi”.

“L’Azienda- ricordano n una nota Alessandra Baldari, segretaria regionale Fp CGIL Calabria e Bruno Costa, segretario regionale Flai Cgil Calabria–  scontando ancora le forti criticità emerse negli anni scorsi, non ha approvato i bilanci preventivi relativi agli anni 2021 e 2022, il che determina una gestione finanziaria alquanto precaria che la costringe da oltre un anno ad operare in esercizio provvisorio, ovvero ad effettuare solo spese indifferibili e urgenti, senza la possibilità di programmare alcunché. In buona sostanza, si pagano solo stipendi e poco altro”.
“Tanto ci sorprende, atteso il ruolo centrale che l’Azienda dovrebbe giocare nei programmi disviluppo, manutenzione del territorio, assetto idrogeologico, antincendio e quant’altro della Regione Calabria, a maggior ragione in previsione di risorse straordinarie, quelle del PNRR, finalizzate, tra l’altro, anche a questi obiettivi. Inoltre-  scrivono Baldari e Costa-  l’Azienda si trova in disavanzo derivante dalle gestioni precedenti, per cifre cospicue: la mancata approvazione del bilancio consuntivo 2019, prevede un disavanzo di circa tre milioni di euro non ripianati, l’ipotesi di bilancio consuntivo 2020 prevede un disavanzo di 15 milioni di Euro e 18 milioni quello del 2021. A fronte di queste criticità, la forte perplessità che avanziamo riguardala volontà politica di ripianare o meno tali disavanzi e rilanciare, anzi incrementare le attività dell’ Azienda. Il quadro drammatico descritto è reso ancora più desolante se si pensa che la dotazione organica è ormai ridotta all’osso; gli operai idraulico forestali sono meno di quattromila, la metà rispetto a qualche anno addietro e negli anni a venire, in breve, si ridurranno a 1500, mentre la dotazione organica dei dipendenti con contratto Funzioni Locali, la cosiddetta struttura amministrativa funzionale alle attività forestali, è di poco più di trecento unità e quasi completamente mancante di profili professionali apicali. Ma anche a fronte di tali criticità, la risposta politica è latitante, tanto che non è stato licenziato il piano di fabbisogno del personale, né è stato approvato l’atto aziendale che è l’atto fondamentale di riorganizzazione dell’ente prodromico all’espletamento di ogni programmazione. Tutto ciò, naturalmente ricade anche sui lavoratori del comparto funzioni locali presenti in azienda che soffrono degli enormi ritardi nell’attuazione di alcuni istituti contrattuali, mentre altri non vengono proprio applicati, tra cui le progressioni orizzontali e verticali, strumenti utili per la valorizzazione del personale e, contestualmente, si registrano ritardi enormi nell’ avvio delle procedure per l’aumento delle ore per i lavoratori part-time (ex. LSU/LPU), nonostante le previsioni contenute nel piano triennale del personale”, scrivono i sindacalisti. Che concludono così:

“Non vorremmo che dietro questa inerzia della politica che paralizza una delle Aziende più importanti della Calabria che è ricca di potenzialità per ruolo e funzioni, vi sia un altro disegno, quello di svuotarla e progressivamente renderla inefficiente fino a giustificarne la trasformazione o peggio la frammentazione esternalizzando molta parte dei servizi. Auspichiamo che sia solo un nostro timore è che il futuro possa assicurare una Azienda solida, efficiente e al passo con i tempi, per questo si parta dal risanamento e da assunzioni anche di figure specialistiche competenti per avviare una stagione di innovazione e sviluppo tanto necessari alla nostra regione”.

Ispettorato del lavoro, domani manifestazioni di protesta in tutte le province calabresi

Domani 4 marzo, dalle 10.00 alle 12.00,  si terranno le manifestazioni delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Inl e dell’Anpal.  I dipendenti si ritroveranno davanti a tutte le sedi provinciali dell’Ispettorato del Lavoro.

A Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Cosenza, i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp,  Confintesa Fp, Confsal- Unsa, Usb P.I., proseguiranno la lotta per protestare contro il mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione per l’Ispettorato nazionale del lavoro e per l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro e con il preciso obiettivo di riparare allo scempio commesso e reintegrare immediatamente il personale dell’Inl e di Anpal nell’armonizzazione.

Le manifestazioni territoriali si terranno in concomitanza con quella nazionale che si svolgerà in Via Veneto, a Roma.

“I lavoratori chiedono di essere messi nelle condizioni di assolvere effettivamente al compito di presidiare la legalità su un territorio vasto e difficile e di essere dotati di risorse umane adeguate, di mezzi e strumenti idonei allo scopo, di formazione e addestramento funzionali alla vigilanza in materia di sicurezza in tutti i settori di intervento e di vedersi riconosciuta l’indennità di amministrazione. Non solo il personale ispettivo, ma anche quello amministrativo,  che “dietro le quinte” lavora a supporto della macchina organizzativa per consentire lo svolgimento delle attività istituzionali, soffre della carenza in organico di risorse umane  sufficienti, che lo costringe a carichi di lavoro senza precedenti; per non parlare, poi dell’inadeguatezza della  formazione  fornita  a  tale personale, che ogni giorno si trova ad affrontare e a dover risolvere problematiche nuove, senza punti di  riferimento  che li  possano  supportare in tal senso. É ora di investire risorse economiche stabili e di finanziare gli obiettivi del PNRR per la lotta al sommerso, al precariato e al lavoro  insicuro. Questa   non    è    una    protesta    che    riguarda    solo    i    dipendenti dell’Ispettorato, ma tutto il mondo del lavoro”, scrivono i sindacati. Che aggiungono: “Se gli organi competenti a vigilare sulla legalità avranno uomini, mezzi e risorse per agire concretamente, tutti i lavoratori saranno più tutelati, diversamente ogni riforma rimarrà sulla carta e in un territorio in cui le condizioni lavorative sono già estremamente fragili, ad  avere la  meglio  saranno il sommerso, il precariato, lo sfruttamento e il lavoro che uccide”.

Lavoratori dell’Alli Scarl a rischio licenziamento, dopo il sit-in alla discarica arriva la convocazione della Regione 

Dopo mesi di attesa, oggi è arrivata la convocazione da parte della Regione Calabria: martedì 8 marzo (alle ore 15) i sindacati Fp Cgil-Fit Cisl-Uiltrasporti incontreranno i vertici della Cittadella regionale per affrontare le criticità che avvolgono la vicenda dei lavoratori dell’Alli Scarl a rischio licenziamento.
Questa mattina i lavoratori, insieme ai sindacati, hanno presidiato la discarica di Alli, luogo di lavoro dei dipendenti. L’assemblea di oggi è stata necessaria a causa dell’urgenza delle scadenze fra soli 10 giorni infatti finisce la Cassa integrazione per i 15 lavoratori che da settembre ne avevano accesso. A rischio, successivamente, il licenziamento per 30 lavoratori.

Fp Cgil-Fit Cisl-Uiltrasporti esprimono “parziale soddisfazione per la convocazione da parte della Regione Calabria. Potremo dirci soddisfatti quando la vertenza si concluderà in maniera favorevole per i lavoratori della discarica che rischiano di restare a casa. In un momento storico come quello che stiamo attraversando, è impensabile licenziare 30 persone e non pensare alle conseguenze sociali che ne derivano. Noi continueremo a difendere il diritto al lavoro per i dipendenti della Alli Scarl fin quando non otterremo le massime rassicurazioni e certezze”.

Ispettorato del lavoro, la misura è colma: venerdì a Cosenza e a Roma sindacati e lavoratori in piazza  

I lavoratori chiedono di essere dotati di risorse umane adeguate, di mezzi e strumenti idonei, di formazione e addestramento funzionali alla vigilanza.

 

Venerdì 4 marzo si terrà la manifestazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Inl e dell’Anpal a Cosenza di fronte la sede della Prefettura, in Piazza XI Settembre, dalle 10 alle 12. La manifestazione è indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp,  Confintesa Fp, Confsal- Unsa, Usb P.I., e si terrà in concomitanza con quella nazionale che si svolgerà in Via Veneto, a Roma. La manifestazione rientra nelle serie di azioni di lotta attuate dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, per protestare contro il mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione per l’Ispettorato nazionale del lavoro e per l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro e con il preciso obiettivo di riparare allo scempio commesso e reintegrare immediatamente il personale dell’Inl e di Anpal nell’armonizzazione.

I sindacati, inoltre, protestano anche perché gli obiettivi della lotta al lavoro sommerso del Pnrr risultano al momento privi di finanziamento nel decreto del Mef del 6 agosto 2021.

“Le lavoratrici e i lavoratori dell’Inl e di Anpal sono stufi della logica del costo zero e non si accontenteranno di promesse o impegni ma, ritenendo di essere stati ingiustamente esclusi, pretendono di ricevere importi a partire da quanto previsto per i colleghi del Ministero di riferimento e chiedono massima attenzione sui temi del lavoro”. Questo è quanto risulta anche dal documento sottoscritto dalla RSU e dai lavoratori dell’ITL di Cosenza, maturato dopo le assemblee avute nell’Istituto e trasmesso ai sindacati denunciando, ulteriormente, l’incremento dei carichi di lavoro a cui si contrappone il mancato reintegro della dotazione organica, documento che queste sigle sindacali condividono e integrano. La mobilitazione, gli incontri, si perpetueranno fino allo sciopero nazionale dei dipendenti dei due enti interessati del 18 marzo.

“Non ci fermeremo fino ad ottenimento del risultato, sia chiaro a tutti”, fanno sapere ancora i sindacati. Che continuano: “All’Ispettorato del Lavoro si chiede sempre di più e si dà sempre di meno. L’urgenza delle morti sul lavoro richiede investimenti concreti sui soggetti che operano in prima linea, al fine di intensificare i controlli e rendere  più incisive le azioni di contrasto. E invece, a parole, si proclama basta morti sul lavoro  e nei fatti si lasciano gli Ispettorati in condizioni di gravissime carenze di organico e si persevera nella logica del costo zero. Quella logica per la quale, sin dal 2017 e cioè dalla nascita dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, non sono mai stati realizzati quegli investimenti volti a qualificare il ruolo dell’Agenzia e a renderla di fatto un efficiente presidio di legalità in materia di lavoro e sicurezza. Ma ormai si è andati anche oltre. Si è passati dall’ “investire zero, al retribuire meno”. Difatti i lavoratori dell’INL, insieme a quelli dell’ANPAL, sono stati gli unici ad essere esclusi dall’adeguamento dell’indennità di Amministrazione, riconosciuta agli altri comparti del pubblico impiego. Sono ora i dipendenti pubblici più poveri d’Europa. A questi lavoratori si dà di meno in un momento in cui si chiede di più. La recente estensione delle competenze e delle responsabilità in materia di sicurezza, non accompagnata da un rafforzamento degli organici, espone il personale all’ulteriore intensificazione dei carichi da lavoro e compromette seriamente la capacità di dare risposte alle numerose richieste di intervento di tanti lavoratori, di evadere le deleghe di indagine, le istanze di conciliazione, le presenze in Tribunale e di  vigilare  affinché i luoghi di lavoro  siano  realmente più sicuri. L’ITL di Cosenza aderisce allo stato di agitazione proclamato a livello nazionale lo scorso 11 febbraio. Per quattro giorni consecutivi ha interrotto l’attività lavorativa un’ora al giorno per riunirsi in assemblea.   Il prossimo 4 marzo, dalle 10.00 alle 12.00, si recherà in Piazza Prefettura per essere ascoltato dal Prefetto  e  per tenere un’assemblea pubblica sulle gravi condizioni lavorative in cui versa da tempo. Partecipa, inoltre, allo sciopero proclamato a livello nazionale il prossimo 18 marzo e si dichiara pronto a mettere in atto aspre azioni di protesta, con interruzione delle  attività  di  competenza,  da  cui deriveranno conseguenze pregiudizievoli per tutta la provincia”.


Ora le richieste dei sindacati: “I lavoratori chiedono di essere messi nelle condizioni di assolvere effettivamente al compito di presidiare la legalità su un territorio vasto e difficile e di essere dotati di risorse umane adeguate, di mezzi e strumenti idonei allo scopo, di formazione e addestramento funzionali alla vigilanza in materia di sicurezza in tutti i settori di intervento e di vedersi riconosciuta l’indennità di amministrazione. Non solo il personale ispettivo, ma anche quello amministrativo,  che “dietro le quinte” lavora a supporto della macchina organizzativa per consentire lo svolgimento delle attività istituzionali, soffre della carenza in organico di risorse umane  sufficienti, che lo costringe a carichi di lavoro senza precedenti; per non parlare, poi dell’inadeguatezza della  formazione  fornita  a  tale personale, che ogni giorno si trova ad affrontare e a dover risolvere problematiche nuove, senza punti di  riferimento  che li  possano  supportare in tal senso. É ora di investire risorse economiche stabili e di finanziare gli obiettivi del PNRR per la lotta al sommerso, al precariato e al lavoro insicuro. Questa   non    è    una    protesta    che    riguarda    solo    i    dipendenti dell’Ispettorato, ma tutto il mondo del lavoro. Se gli organi competenti a vigilare sulla legalità avranno uomini, mezzi e risorse per agire concretamente, tutti i lavoratori saranno più tutelati, diversamente ogni riforma rimarrà sulla carta e in un territorio in cui le condizioni lavorative sono già estremamente fragili, ad  avere la  meglio  saranno il sommerso, il precariato, lo sfruttamento e il lavoro che uccide”.

 

 

 

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