Domani 4 marzo, dalle 10.00 alle 12.00, si terranno le manifestazioni delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Inl e dell’Anpal. I dipendenti si ritroveranno davanti a tutte le sedi provinciali dell’Ispettorato del Lavoro.
A Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Cosenza, i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp, Confintesa Fp, Confsal- Unsa, Usb P.I., proseguiranno la lotta per protestare contro il mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione per l’Ispettorato nazionale del lavoro e per l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro e con il preciso obiettivo di riparare allo scempio commesso e reintegrare immediatamente il personale dell’Inl e di Anpal nell’armonizzazione.
Le manifestazioni territoriali si terranno in concomitanza con quella nazionale che si svolgerà in Via Veneto, a Roma.
“I lavoratori chiedono di essere messi nelle condizioni di assolvere effettivamente al compito di presidiare la legalità su un territorio vasto e difficile e di essere dotati di risorse umane adeguate, di mezzi e strumenti idonei allo scopo, di formazione e addestramento funzionali alla vigilanza in materia di sicurezza in tutti i settori di intervento e di vedersi riconosciuta l’indennità di amministrazione. Non solo il personale ispettivo, ma anche quello amministrativo, che “dietro le quinte” lavora a supporto della macchina organizzativa per consentire lo svolgimento delle attività istituzionali, soffre della carenza in organico di risorse umane sufficienti, che lo costringe a carichi di lavoro senza precedenti; per non parlare, poi dell’inadeguatezza della formazione fornita a tale personale, che ogni giorno si trova ad affrontare e a dover risolvere problematiche nuove, senza punti di riferimento che li possano supportare in tal senso. É ora di investire risorse economiche stabili e di finanziare gli obiettivi del PNRR per la lotta al sommerso, al precariato e al lavoro insicuro. Questa non è una protesta che riguarda solo i dipendenti dell’Ispettorato, ma tutto il mondo del lavoro”, scrivono i sindacati. Che aggiungono: “Se gli organi competenti a vigilare sulla legalità avranno uomini, mezzi e risorse per agire concretamente, tutti i lavoratori saranno più tutelati, diversamente ogni riforma rimarrà sulla carta e in un territorio in cui le condizioni lavorative sono già estremamente fragili, ad avere la meglio saranno il sommerso, il precariato, lo sfruttamento e il lavoro che uccide”.
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