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Tentativo d’evasione nel Carcere di Cosenza, Fp Cgil: urgente reintegro e rinforzo del personale

Lo scorso 28 gennaio un detenuto di origine calabrese ristretto nel circuito di media sicurezza ha tentato la fuga dal carcere di Cosenza nascondendosi dentro un sacco dell’immondizia. Solo grazie all’allarme lanciato da un altro detenuto e al pronto intervento di due unità di personale di Polizia Penitenziaria si è evitato che potesse farla franca.

Quest’ultimo evento critico è la dimostrazione che nell’Istituto di Cosenza, dove è presente anche una sezione alta sicurezza, ormai la sicurezza non esiste più e non si riesce a tenere sotto controllo.

Il ritrovamento continuo di telefoni cellulari, la tentata evasione di questi giorni, sono tutte situazioni di criticità più volte segnalate dalla Fp Cgil alla direzione dell’istituto alle autorità superiori; segnalazioni ad oggi prive di riscontro.

Secondo Fp Cgil tutto ciò è dovuto ad una pessima gestione del personale a cui si aggiunge una pessima organizzazione del lavoro.

È da tempo che viene segnalata in tutte le sedi l’urgenza di provvedere ad un immediato reintegro e rinforzo di personale, a rivedere la gestione allo stato fatta con superficialità e in spregio alla normativa vigente, ove l’emergenza è allarmante perché pregiudicata ogni garanzia di vigilanza e sicurezza dell’ordine e dell’incolumità fisica del personale.

Un’insostenibile realtà che vive drammaticamente e disperatamente anche il personale di Cosenza: il governo, il ministro della Giustizia e l’amministrazione centrale continuando  a non intervenire espongono ogni giorno la comunità pubblica ed il personale penitenziario al rischio concreto ed attuale di evasioni, di atti di violenza ed aggressioni e, come in questo caso vista la posizione dell’Istituto nel pieno centro cittadino, a pericolo sociale.

Fp Cgil Polpen Calabria e Cosenza

Arpal, costituito il comitato iscritti Fp Cgil. “Insufficienti le risorse”

Durante l’assemblea dei dipendenti iscritti alla Fp Cgil dell’Agenzia Regionale Politiche Attive per il Lavoro (Arpal), tenutasi ieri a Catanzaro alla presenza della segretaria generale della Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari e del segretario Fp Cgil Calabria Ferdinando Bruno Schipano, si è discusso dello stato di attuazione del nuovo Ente, dopo la trasformazione di Azienda Calabria Lavoro, “ente pubblico economico”, in Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro (Arpal), “ente pubblico non economico”, a valle di una lunghissima vertenza il cui esito positivo ha conferito all’Ente stabilità e norme certe di riferimento per l’esercizio e il rilancio di funzioni fondamentali relative al mercato del lavoro.

Durante il proficuo dibattito, è emerso chiaramente che l’Agenzia, in ragione delle risorse finanziarie ancora insufficienti, non è nelle condizioni di poter assolvere a pieno regime alla propria “mission”, quella di supportare i Centri per l’impiego nell’erogazione dei servizi per il lavoro e nelle misure di politica attiva connesse alle funzioni e ai compiti della Regione.

La dotazione organica dell’Agenzia è composta interamente da dipendenti part time, dieci dei quali con contratto di lavoro a tempo determinato. Tale condizione, oltre a rendere difficile l’attuazione delle finalità previste, desta profondo disagio tra i lavoratori, i quali aspettano da tempo la trasformazione del contratto di lavoro in full time per tutti, la modifica del rapporto di lavoro in tempo indeterminato, con l’avvio della procedura di stabilizzazione, per i dipendenti provenienti dal bacino della Legge Regionale 54 e l’obbligatoria previsione in bilancio delle risorse per la costituzione del fondo per il salario accessorio.

In questi giorni, sia il Commissario dell’Agenzia Manna, che l’assessore regionale al Lavoro  Calabrese, su sollecito della Fp Cgil, si sono favorevolmente espressi in merito alla volontà di risolvere le problematiche relative al personale. Il compito di questa O.S. è quello di vigilare affinché in tempi rapidi le promesse e gli impegni possano diventare realtà.

Alla fine della appassionata e utile discussione, al fine di strutturare le attività sindacali della Fp Cgil all’interno dell’Agenzia, è stato costituito il Comitato degli Iscritti del quale fanno parte: Paola Palermo, Daniela Rabia, Eleonora Albanese, Michela Caiafa, Antonella Pirrotta, Antonio Pileggi, Francesco Lo Bello, Maria Citraro, Rossana Renda, Francesco Zicarelli, Francesco Buni, Nunzio Zinnà, Elisa Lo Bianco, Marco Petrolo, Francesco Varì; lo stesso comitato ha stabilito di individuare quali membri Coordinatori: Francesco Lo Bello, Paola Palermo, Francesco Zicarelli, Daniela Rabia, Eleonora Albanese.

I Segretari Baldari e Schipano nel ringraziare i componenti per la disponibilità, augurano a tutti un buon e proficuo lavoro volto alla risoluzione delle tante problematiche delle lavoratrici e dei lavoratori della Agenzia.

I Segretari FP CGIL Calabria

Ferdinando Bruno Schipano                          Alessandra Baldari

Segretario alle Funzioni locali                          Segretaria Generale

Sanità, la denuncia di Fp Cgil: “Atti in violazione delle norme contrattuali.  Asp Cosenza ritiri delibera su incarichi temporanei”

Atti in violazione delle norme contrattuali e in contraddizione con gli atti prodotti dalle altre aziende. E’ quanto denunciano la Segretaria Generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari e il Segretario Fp Cgil Medici Francesco Masotti facendo riferimento, in particolare, alla recente delibera dell’Azienda sanitaria di Cosenza, la n. 2632 del 5 dicembre, con la quale, confermando i Coordinatori e il Referente delle Sale operative, sono stati altresì individuati referenti, responsabili e coordinatori  temporanei  delle Pet (postazioni territoriali del Suem 118), sia dirigenti medici che infermieristici disattendo le norme vigenti.

Con tale atto – spiegano i sindacalisti –  l’Azienda ha reiterato quanto avvenuto con la nomina dei responsabili delle Sale operative, non procedendo ad emanare alcun avviso,  in contrasto, tra l’altro,  con le disposizioni delle altre aziende che avevano emanato atti di divieto di attribuzione di incarichi di coordinamento in assenza di regolare concorso

Altro neo sollevato da Baldari e Masotti è quello degli incarichi temporanei attribuiti per garantire stabilità ai servizi senza che sia chiaro se a monte ci siano stati  l’accertamento e la valutazione dei requisiti previsti per legge. Inoltre  – denunciano ancora i sindacati – ai professionisti incaricati temporaneamente non è previsto alcun  riconoscimento giuridico ed economico se non quello in godimento, ma vengono altresì assegnate attività relative a programmazione, redazione turni mensili, pronta disponibilità, responsabilità sull’utilizzo dei mezzi di soccorso e delle dotazioni strumentali sanitarie, nonché l’approvvigionamento di farmaci, presidi e dispositivi medici presso le farmacie. Tutto ciò in contrasto con le norme contrattuali che prevedono indennità e retribuzioni ad hoc per chi ricopre incarichi e responsabilità, con il prevedibile rischio di futuri e legittimi contenziosi.

Insomma un fulgido esempio di delibera pasticciata, di quelle che generano contraddizioni organizzative, disparità di trattamento, mancata chance per tutti i lavoratori che possiedono i requisiti, probabili contenziosi, mancato riconoscimento delle responsabilità delicate e importanti, mancate retribuzioni degli incarichi di responsabilità secondo il dettato contrattuale e poca trasparenza nel caso in cui questi lavoratori fossero stati individuati non per le loro specifiche competenze o fossero retribuiti per il carico di responsabilità con altri istituti, quali prestazioni aggiuntive o straordinario.

Ad ora le ripetute richieste d’incontro al direttore generale d’Azienda Zero sono state inevase. Fp Cgil  chiede un intervento definitivo sull’assetto organizzativo e gestionale per conferire stabilità all’area critica dell’Emergenza – Urgenza e il ritiro della delibera 2632 dell’Asp di Cosenza per il ripristino di condizioni di legittimità degli incarichi nel rispetto delle norme e dei contratti.

Baldari e Masotti denunciano poi un’altra importante falla: quella in capo alla Struttura regionale commissariale e al dipartimento della Salute che hanno lasciato in sospeso i provvedimenti che avrebbero prodotto diretti vantaggi ai lavoratori e alle lavoratrici del comparto e della dirigenza, atteso il mancato recepimento con DCA degli accordi sindacali sull’indennità di pronto soccorso e la mancata conseguente erogazione dei fondi già stanziati dal Governo fin dal 2021 a valere sul 2022 e riproposti nella finanziaria successiva; così come restano bloccate, in assenza di completamento degli accordi regionali con le OO.SS, le risorse per le prestazioni aggiuntive.

Chiusura sede Cpi di Petilia Policastro, Cgil e Fp chiedono il ritiro della delibera e un incontro urgente a Occhiuto

Cgil Calabria e Fp Cgil Calabria chiedono, in seguito alla chiusura della sede locale del Centro Impiego di Petilia Policastro, il ritiro della delibera e un incontro urgente con il presidente della Regione Roberto Occhiuto.

“Ancora una volta – denunciano il Segretario Generale Cgil Calabria Gianfranco Trotta e la Segretaria Generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari – si produce un atto la cui finalità, invece che produrre il benessere dei dipendenti di questi uffici per il lavoro e migliorare i servizi ai cittadini, lede la tranquillità e la dignità dei lavoratori e riduce i servizi agli utenti. La sede locale di Petilia Policastro da più di 20 anni è punto di riferimento di un bacino di utenza di circa 25mila persone, che oggi si vuole dirottare al Centro per l’Impiego di Crotone, sottovalutando il disagio che si arrecherà e il rischio al quale si sottoporrà l’utenza costretta a percorrere arterie di montagna poco sicure per circa 50 chilometri, tenuto conto che la nuova “Strada del Mare” ha ridotto solo di 10 minuti la distanza dal comune di Crotone e la SS-106 è da sempre considerata la “strada della morte”.

Già in passato i sindacati avevano criticato aspramente l’ipotesi che sembrava avere avuto uno stop. “Sarebbe interessante capire – aggiunge la Cgil – quale sia oggi il motivo dietro il rinnovato interesse della politica regionale a privare un’area montana di un presidio pubblico di elevata importanza sociale. Contestiamo duramente l’indirizzo politico, la scelta e la modalità di azione della Regione Calabria, che ha adottato una delibera con tali significative ricadute, decidendo di chiudere un ufficio pubblico, intempestivamente, già dal tre dicembre, in un contesto disagiato, con gravi problemi economici e morfologici, senza dare spiegazioni e comunicazioni preventive ai lavoratori, all’utenza e all’amministrazione comunale”.

“Tale provvedimento, adottato dai vertici politici e da quelli amministrativi del dipartimento, non considera certamente e sorvola sulle condizioni delle migliaia di persone che usufruiscono dei servizi erogati dalla sede locale dei Cpi di Petilia Policastro, ovvero di chi accede alle misure di sostegno al reddito, che sono persone a rischio povertà, o gravemente svantaggiate, o che vivono in famiglie con intensità di lavoro molto bassa. Come farà – chiedono i sindacati –  questo target di utenza a recarsi periodicamente e agevolmente al Centro per l’impiego al fine di ottemperare agli obblighi di legge dettati dalle diverse misure in essere?”

“Inoltre, quanto deliberato va in contrasto con il Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego, approvato lo scorso 30 settembre e volto a consentire una efficace erogazione dei servizi per l’impiego, come nel 2022 con gli obiettivi del Programma GOL che mira a livello ministeriale ad aumentare l’occupazione, a ridurre l’inattività lavorativa e fronteggiare il disagio sociale, intensificando la prossimità dei servizi ed incrementando la diffusione capillare dei CPI sul territorio. Da anni – rimarcano Trotta e Baldari – chiediamo ripetutamente la valorizzazione del personale e dei servizi erogati dai Centri per l’Impiego, consapevoli dell’importanza sul nostro territorio, più che in altri, di presidi pubblici atti a fronteggiare il disagio sociale ed economico che caratterizza in particolar modo le aree dell’entroterra e periferiche, ove la progressiva riduzione dei servizi favorisce il tanto contestato e preoccupante spopolamento”

A preoccupare è anche l’allegato alla delibera che paventa l’apertura di altre tipologie di sportelli per target d’utenza, qualora se ne ravvisi la necessità a seguito di accordi con soggetti terzi. Per Cgil si tratta di un via libera alla privatizzazione dei servizi: “Se fosse questa la direzione non intendiamo soprassedere e chiediamo un cambio di rotta che non sia mera propaganda, ma che esprima realmente la volontà di gratificare tutti i lavoratori, sempre più disorientati, e che rispetti le esigenze reali della collettività. Chiede, pertanto, la revoca immediata della delibera in oggetto e reitera la richiesta di un incontro urgente”.

Calabria Verde, Fp Cgil contraria alla trasformazione in ente economico verso lo stato di agitazione

“La Fp Cgil Calabria condivide la preoccupazione dei lavoratori per la notizia, diffusa nei giorni scorsi dagli assessori regionali, dell’imminente trasformazione dell’azienda Calabria Verde da ente pubblico non economico ad ente pubblico economico.

Non può che destare perplessità la decisione di snaturare l’azienda dopo il graduale processo di

risanamento e la ormai prossima risoluzione delle problematiche finanziarie che hanno

attanagliato l’azienda per diversi anni”, lo scrivono in una lettera indirizzata al direttore generale dell’Azienda Calabria Verde Giuseppe Oliva  la Segretaria Generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari e il Segretario Fp Cgil Calabria Ferdinando Schipano.

“È bene ricordare  – affermano – che le difficoltà finanziarie dell’azienda sono scaturite dal mancato trasferimento del Trattamento di Fine Rapporto maturato dagli operai forestali presso il precedente ente, Afor, nonché dal mancato finanziamento dell’attività lavorativa, svolta da parte degli stessi, per via di un improprio decreto della Regione Calabria con il quale ha chiesto la restituzione delle

somme dovute. Riteniamo che la fine del commissariamento e la positiva gestione aziendale in essere avrebbero dovuto indurre i vertici regionali ad una maggiore prudenza, ricercando un confronto aziendale, con l’obiettivo di creare le basi per garantire una rinnovata e produttiva forestazione adeguata ai tempi”.

“Contrariamente a quanto immaginabile, per motivazioni a noi oscure, si avvia l’iter per una modifica alla legge istitutiva di Calabria Verde trasformando la sua natura giuridica. Ci auguriamo che il prossimo Consiglio regionale non riservi brutte sorprese, e che, nel silenzio generale, non si attui l’infelice obiettivo, sostenendo una Legge omnibus che andrebbe ad introdurre modifiche alla legge 25/2013. Poco convincenti, certamente, a nostro avviso, sono le ragioni addotte secondo le quali i fondi Fas assegnati al settore forestazione, grazie alla Legge 197/2022, non possano facilmente impiegarsi, anche alla luce delle modifiche introdotte al DDL di bilancio 2023, art.1 c. 697. Le risorse disponibili, a quanto pare, anche grazie all’interessamento del presidente Occhiuto,

dovrebbero essere disponibili sia per il 2025 che per l’annualità 2026, o dovremmo forse – chiedono i due sindacalisti –  dare ascolto a quei componenti della giunta regionale che ritengono le risorse non utilizzabili smentendo quanto fatto dal presidente? Si vuole forse destinare impropriamente queste risorse ad altri usi?”

“Inconcepibile – aggiungono Baldari e Schipano – l’idea di voler collocare sul mercato l’azienda andando a recuperare risorse finanziarie dal taglio dei boschi. L’illogicità di tale ragionamento è rappresentata dal fatto, superfluo finanche evidenziarlo, che per far fronte agli oneri del personale bisognerebbe radere al suolo l’intero patrimonio boschivo della Calabria, senza tra l’altro raggiungere l’obiettivo. Ancor meno credibile è la rassicurazione prospettata secondo la quale con l’ente economico si potranno avviare nuove assunzioni, anche perché ben sappiamo che il risanamento dell’Ente lo consente già al momento. Basta, del resto, consultare la dotazione organica approvata nell’anno 2023 per poter accertare gli spazi assunzionali disponibili sia per il comparto privato che per quello pubblico”.

“Alla luce di quanto fin qui espresso e di più approfondite osservazioni già esplicitate nel corso della riunione del 4 novembre in Cittadella, si sottolinea l’inevitabile contrarietà della FP Cgil,che rappresenta e tutela questi lavoratori. Si ribadisce il dissenso alla modifica della natura giuridica dell’Ente, perché dannosa non soltanto per i dipendenti dell’azienda, comparto forestazione e funzioni locali, in quanto gli stessi sarebbero trasferiti in un contesto aziendale passibile di ulteriore trasformazione che non potrebbe garantire gli stessi diritti contrattuali e li esporrebbe al rischio di perdita del posto di lavoro in caso di fallimento aziendale, esponendo, altresì, l’Ente ad un dispendio di risorse economiche a fronte delle certe azioni giudiziarie che saranno promosse dai lavoratori affiancati dalla FP CGIL Calabria.

Inoltre – sottolineano – la trasformazione sarebbe pericolosa nell’ottica dei servizi erogati alla collettività, in quanto certamente collocherebbe in secondo piano la valorizzazione e la salvaguardia dei boschi e dell’ambiente, ed esporrebbe ai rischi connessi al dissesto idrogeologico e a tanto altro, dovendo prioritariamente assicurare l’equilibrio di bilancio”.

“L’Ente Pubblico non economico, atteso il servizio pubblico alla collettività che questi lavoratori erogano, rappresenta una garanzia anche in termini di trasparenza, garantendo delle procedure amministrative attuate in osservanza delle norme che, in un territorio come la Calabria ed in un settore quale quello della forestazione, dovrebbero essere ben attenzionate dal governo regionale. La Fp Cgil Calabria nel ribadire la forte contrarietà alla trasformazione di una pubblica amministrazione in un ente economico, a stretto giro, convocherà – concludono –  un’assemblea dei lavoratori del comparto delle funzioni locali, proponendo lo stato di agitazione”.

Fp Cgil risponde al presidente Occhiuto: “Della sua solidarietà facciano a meno”

Grazie Presidente!

Ci è sembrato d’uopo, attraverso quanto ivi novellato, andare oltre il penoso coro di solidarietà piagnucolante che tutte le (troppe) volte in cui si realizza un’aggressione al personale medico e sanitario, si leva con grancassa da interlocutori vari, eventuali e, spesso, improbabili.  Questo perché, cotanto coro, è sostenuto a gran voce anche da chi dovrebbe preoccuparsi ed occuparsi di come far sì che tali dinamiche mai si realizzino, nonché dai tanti soggetti che, a vario titolo, hanno determinato il clima che incombe sui medici e sui sanitari del servizio pubblico.  L’aggressione subita dal collega medico che dirige il Pronto Soccorso di Lamezia Terme, intanto, segna un pesante salto di qualità in questa progressione criminale. L’autore si era preparato e predisposto a tanto “armandosi” per l’evento, immaginiamo, con ciò che aveva in casa.

Se le sue disponibilità da oplite di questo mai sopito fanatismo contro Asclepio, fossero state altre, beh non osiamo pensare al potenziale risultato finale. Quindi un grazie ed un grande abbraccio Rosarino Procopio che ha subito una viltà simile nel mentre si spendeva a favore degli altri. Naturalmente, per la Fp Cgil  non può finire qui. Vogliamo continuare ad esser chiari come nostro costume. Partiamo dai dati: quanto emergente dalla raccolta statistica relativa al 2023 parla di 39 aggressioni in Calabria. Il dato è pesantemente sottostimato a nostro avviso.

Tante sono le aggressioni che gli stessi operatori non denunciano per i motivi più svariati in cui sono da ricomprendere anche tutti quei fenomeni di indebita pressione che il malcapitato subisce “dall’ambiente” in cui vive e lavora; ambiente che consiglia di soprassedere per evitare altri spiacevoli “inconvenienti”. Qui si innesta il punto cruciale della nostra riflessione. Come siamo arrivati a questo? Chi sono i responsabili di questa delegittimazione della professione medica e sanitaria che hanno tracciato questa via? Il fenomeno ha certamente radici profonde e parte da lontano ma, fuori da ogni solecismo sintattico e intellettuale, ci limitiamo a ricordare la storia recente del paese e della regione. Una storia fatta di falsità ideologiche che hanno troppo spesso indicato i medici del servizio pubblico quali unici responsabili dell’agonia in cui versa il Ssn in molte regioni.

L’incapacità politica di riorganizzare legata a filo doppio dalla volontà della stessa di procedere ad una oramai evidente privatizzazione, da tempo, guida il sistema verso un percorso predestinato. Basterà qui che i calabresi, per non parlare degli italiani, si facciano una semplice domanda: come mai tutte queste star chiamate a dirigere i vari settori dei servizi sanitari regionali hanno generalmente fatto fiasco in modo clamoroso? Forse più che di star trattavasi di comparse? Chi si ricorda dei grandiosi risultati ottenuti dai tanti “salvatori della Patria” chiamati a suon di centinaia di migliaia di euro quali maestri d’orchestra della sanità pubblica?

Non siamo mai stati dei prosseneti e mai lo diventeremo, quindi con altrettanta chiarezza diciamo ancora che, è vero che la situazione ereditata in Calabria era ed è drammatica. Già la giunta Loiero, che molti ricordano come il presidentissimo, aveva il mandato politico e il dovere di invertire la rotta rinnovando il patto di fiducia tra cittadino, professionista sanitario e politica regionale. In realtà la rotta fu si invertita…. verso l’abisso. Quindi, tornando all’attualità, il geniale percorso di rinnovamento dettato dal nuovo presidentissimo in salsa romana ha provveduto a modificare tale inveterata, drammatica situazione? Nulla fin qui si è visto, a parte le innumerevoli dichiarazioni di difficoltà legate alla dinamiche ereditate, quasi come se non fosse egli a governare la regione da un triennio abbondante. Vieppiù la malcelata voglia di continuare a dare addosso alla classe medica regionale che, con senso di abnegazione e, visti i fatti attuali, sprezzo del pericolo, tutti i giorni cerca di dare risposte sanitarie ai bisogni dei cittadini. Ci dica, Presidente, la svolta che lei immaginava passava attraverso Sanibook o attraverso le dichiarazioni di presunta maggiore professionalità, teorica e pratica, dei colleghi cubani?

Grazie Presidente, ma della sua sterile solidarietà facciamo volentieri a meno!

Segretaria Generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari

Franco Grillo Segretario Generale Fp Cgil Area Vasta

 Ivan Potente Coordinatore Fp Cgil Medici e  Dirigenti Sanitari Area Vasta,

Catanzaro, FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Due poliziotti feriti da un detenuto e poi subito trasferito”

“Due poliziotti penitenziari sono stati aggrediti oggi nella Casa Circondariale di Catanzaro da un detenuto ristretto nel reparto detentivo di ‘media sicurezza’. L’aggressione odierna si somma ad altri ‘eventi critici’, come vengono chiamate dall’amministrazione penitenziaria le aggressioni alla Polizia Penitenziaria, avvenuti nei giorni scorsi. Stavolta, i due poliziotti hanno ricevuto rispettivamente una prognosi di 20 e di 7 giorni. Il detenuto ha prima minacciato i colleghi, e poi li ha aggrediti dopo aver ricevuto il rifiuto di ottenere privilegi non consentiti dal regolamento penitenziario”.
Lo comunicano il delegato provinciale della Cgil Roberto Garcea insieme al coordinatore regionale Angelo Boeti della FP CGIL della Polizia Penitenziaria che manifestano anche la propria amarezza per la situazione vigente ormai da tempo nella casa circondariale di Catanzaro. “Non osiamo pensare a cosa succederà quando tra qualche mese andranno in pensione molti poliziotti penitenziari in servizio nel penitenziario catanzarese che, con la loro esperienza, ogni giorno garantiscono che i reparti funzionino al meglio”.
“Il detenuto – concludono i sindacalisti – è stato trasferito in giornata presso un altro istituto penitenziario con il coordinamento del Direttore e del Comandante della Polizia Penitenziaria che gestiscono il carcere più grande della Calabria, sette giorni su sette con totale dedizione.
Mirko Manna, della FP CGIL Comparto Sicurezza, interviene con un forte appello politico: “La situazione attuale richiede una risposta immediata e decisa. Invitiamo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Sottosegretario Andrea Delmastro e il Capo del DAp, Giovanni Russo, a prendere ogni iniziativa necessaria per assicurare l’incolumità e la protezione delle donne e uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria. I poliziotti penitenziari devono poter svolgere il proprio lavoro con la certezza di terminare il proprio turno lavorativo senza pericoli per la propria incolumità personale. Si parla tanto di sicurezza sul lavoro, ma troppo poco su quanto rischi la Polizia Penitenziaria ogni giorno per garantire contemporaneamente la certezza della pena e il recupero alla società delle persone ristrette in carcere”.

Servizio sanitario regionale, Baldari (Fp Cgil): “E’ necessario il confronto” 

Nota stampa della segretaria generale Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari.

La volontà di rendere effettivo l’auspicato buon funzionamento dei servizi che s’intendono  riorganizzare passa obbligatoriamente dal rispetto di norme e contratti che regolano le relazioni sindacali, che non sono una inutile e fastidiosa complicazione, ma sono fondate sul bilanciamento degli interessi delle aziende e le tutele dei lavoratori, finalizzando al bene comune dei cittadini un’azione sinergica tanto ricercata quanto  necessaria.

Questo vale tanto più per il Servizio Sanitario Regionale, che “come un ammalato uscito dalla rianimazione ha bisogno di riabilitazione” (come detto dal presidente  Occhiuto), e quindi ha bisogno che tutte le figure deputate a farlo funzionare siano coinvolte nel percorso di “rianimazione” che comporta anche un cambio di passo delle condizioni di lavoro.

In esplicito, significa operare  un cambiamento profondo anche di processi organizzativi che, se condivisi, riusciranno a dare gambe a quel percorso di riforma che più volte è stato al centro delle dichiarazioni dell’attuale politica regionale per sanare le profonde criticità del sistema che non dimostra di dare segnali di ripresa.

Sono ormai mesi che, anche unitariamente, sollecitiamo i vertici della Regione, tra cui la struttura commissariale e il Dipartimento alla salute, a riavviare le relazioni sindacali per incardinare con un calendario stretto la discussione su temi fondamentali, ma dopo mesi di silenzio e un primo incontro interlocutorio, in luglio, con il prof. Profiti,  riguardo il reclutamento della dirigenza PTA di Azienda Zero,  non vi è stato nessun confronto produttivo di risultati. Anche quello con la dirigenza medica su linee guida contrattuali e regolamento Alpi, seppur avviato nei mesi scorsi, è stato congelato.

L’ultimo sollecito da parte delle organizzazioni sindacali si è esplicitato ai primi di ottobre, in un incontro con il Commissario Esposito a cui abbiamo sottolineato la necessità di calendarizzare convocazioni nel rispetto degli istituti dell’informazione e del  confronto in applicazione dell’ultimo  rinnovo contrattuale.  Incontri necessari, tra le altre cose, anche per redigere le linee guida regionali al fine di  uniformare la sottoscrizione dei contratti integrativi di ASP e Aziende Ospedaliere, per omogeneizzare le procedure di ulteriori stabilizzazioni ai sensi delle norme e accordi vigenti, evitando di incorrere, come è capitato, in azioni amministrative che hanno creato distinguo tra lavoratori con pari condizioni, riguardo al mantenimento in servizio ai fini della stabilizzazione e che abbiamo contestato.

Tra le altre, sono rimaste totalmente inevase le richieste di confronto partite a gennaio 2023, ai sensi dell’art.7 del nuovo CCNL per definire un accordo finalizzato alla ripartizione delle risorse che ammontano a 1.153.596,00 di euro per la Calabria, giusto art.1, comma 293 della legge 30/12/2021, n. 234, destinate a retribuire una indennità aggiuntiva al personale  afferente al Pronto soccorso. A proposito di dare risposte a chi sta in trincea e spesso subisce aggressioni.

In questi giorni, in vista della riorganizzazione delle Centrali Operative del 118, prevista nel programma di riorganizzazione territoriale da realizzare entro il 20 febbraio prossimo, con l’istituzione di una Sala opertiva 118 di area nord a Cosenza, una di area centro e sud a Catanzaro e  le Postazioni di Emergenza Territoriali 118 (PET), il Direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, su delega del Commissario di Azienda Zero, ha comunicato ai Direttori delle attuali Centrali Operative che, insieme al trasferimento delle competenze gestionali del 118, il personale medico e infermieristico potrebbe essere utilizzato presso le suddette istituende Sale Operative.

Abbiamo segnalato che tale provvedimento comporta processi di mobilità e riassegnazione del personale e, pertanto, è soggetto all’istituto del “confronto regionale”, ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera b del vigente CCNL 2019/21.  Agli operatori è stato chiesto in modo informale di operare una scelta riguardo alla futura sede lavorativa, senza alcuna convocazione  di confronto con le OO.SS. regionali di categoria , seppur obbligatoria per Contratto, ed in assenza di informazioni circa le modalità operative e le condizioni di lavoro dal punto di vista economico e giuridico. A tal riguardo, al fine di prevenire contenziosi e in considerazione della particolare funzione strategica di tale servizio, abbiamo chiesto la sospensione di ogni effetto della comunicazione inviata ai Direttori territoriali di Centrale Operativa di 118, nelle more del “Confronto” con le organizzazioni sindacali.

Riteniamo che questo modo di procedere, oltre che violare palesemente le previsioni contrattuali sulle relazioni sindacali che sono  giudizialmente tutelate in caso di mancata applicazione, continui a reiterare una prassi di autoreferenzialità che non agevola i processi di riforma e riorganizzazione tanto auspicati e necessari e lede i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del Servizio Sanitario Regionale che difenderemo  attivando ogni azione prevista dalle norme vigenti.

Contratto integrativo aziendale Asp Catanzaro, soddisfazione della Fp Cgil: “Raggiunti importanti obiettivi”

Nota della segretaria Area Vasta Fp Cgil, Amalia Talarico, del componente Rsu – Fp Cgil, Giuseppe Colombino, e del delegato aziendale Fp Cgil, Maurizio Iacopino.                                               

La FP CGIL Area Vasta Cz Kr Vv esprime soddisfazione per la sottoscrizione del contratto integrativo aziendale dell’Asp di Catanzaro avvenuto in data 23 novembre 2023. Anche questo percorso travagliato si è concluso. Certamente il ritardo accumulato non può ascriversi alla responsabilità delle organizzazioni sindacali anche se ha visto la resistenza di alcune sindacali, possiamo ritenerci soddisfatti poiché si è concluso, nel miglior modo possibile e a garanzia e tutela dei lavoratori tutti (iscritti e non alle organizzazioni sindacali),  l’Azienda  procederà alla pubblicazione dei DEP (differenziali economici di professionalità ex PEO) con definizione dell’iter amministrativo entro e non oltre il 31 dicembre 2023, al fine di consentire a tutti i dipendenti aventi titolo, di progredire nell’ambito della propria Area di appartenenza, in base a quanto previsto dal CCNL stipulato a livello nazionale il 2 dicembre 2022.

L’iter procedurale ai fini della definizione di un Contratto integrativo aziendale è sempre un momento travagliato in quanto nasce dalla contrattazione/mediazione tra la Parte Pubblica (l’Azienda) e le Parti Sociali (le organizzazioni sindacali); è ovvio che quest’ultime hanno l’interesse di tutelare gli interessi dei lavoratori nella maniera più ampia possibile e l’Azienda viceversa, di difendere le posizioni di un datore di lavoro che cerca di raggiungere i maggiori risultati con il minore dispendio di risorse possibile.

In questo confronto tra le parti, bisogna sempre rispettare alcuni paletti normativi e contrattuali che non consentono di chiedere, da parte delle organizzazioni sindacali, aldilà di quanto consentito anche in base ai vincoli di bilancio.

In tale ottica importanti obiettivi sono stati raggiunti, giusto per citarne alcuni:

  1. Estensione dell’indennità per l’operatività in particolari servizi/U.O. prevista dall’art. 107 del CCNL anche al personale delle REMS e della Casa Circondariale;
  2. L’istituzione dall’anno 2024 della Banca delle ore, prevista dall’art. 48 del CCNL;
  3. Aumento del valore economico del buono pasto dal 01.01.2024 ad euro 7,00.

Soddisfazione si esprime per l’accoglimento da Parte Pubblica, ed all’unanimità delle altre sigle presenti, delle osservazioni poste all’attenzione del Tavolo delle trattative da parte della FP CGIL. Quest’ultima ha chiesto tra l’altro, la rivisitazione del Regolamento riguardante il diritto al buono pasto, in modo da garantirne la fruizione a tutto il personale avente titolo, indipendentemente dal Ruolo di appartenenza, ed al fine di evitare discriminazioni di sorta.

Progressioni verticali dei dipendenti regionali, Baldari e Schipano (Fp Cgil): “Rischio di disparità e contrasto normativo”


Nota della segretaria generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari e del segretario regionale Fp CGIL Calabria Fernando Schipano

La Fp Cgil esprime profonda amarezza per la decisione presa da parte dell’’Amministrazione Regionale della Calabria, la quale ha stabilito, unilateralmente, di troncare il confronto con le parti sociali su criteri per le selezioni delle progressioni verticali dei dipendenti regionali, in applicazione dell’art.13 del CCNL funzioni locali. Le tanto agognate “verticalizzazioni”, volute fortemente dalle organizzazioni sindacali cristallizzate dal CCNL sopra richiamato, all’interno del quale è prevista una procedura di selezione che avrebbe dovuto basarsi sulla comparazione di elementi oggettivi e avrebbe prodotto un documento più trasparente e intellegibile per tutti i dipendenti, a nostro parere, rischia di essere stravolta dall’amministrazione regionale che, caparbiamente,  introduce e dà estrema rilevanza ad un colloquio valutativo tra i criteri della stessa valutazione, introducendo un parametro altamente discrezionale contro lo spirito della norma contrattuale che valorizza l’esperienza professionale. L’esito di questa assenza di corretto confronto ha prodotto una proposta della parte pubblica considerata da questa organizzazione sindacale irricevibile e dannosa. Nonostante la sollecitazione della Fp Cgil, unitamente alle altre organizzazioni sindacali e finanche degli stessi dipendenti, i quali, dopo una partecipata assemblea  attraverso il loro voto, hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali di chiedere l’eliminazione di tale criterio, la Regione Calabria, incomprensibilmente, in controtendenza con il richiamato dettato contrattuale,  ha ritenuto di recidere il confronto presentando al tavolo, per bocca dell’Assessore al Personale, Pietropaolo, una proposta ultimativa che non ha dato spazio alla mediazione. Pertanto, una procedura che poteva basarsi sulla comparazione di elementi oggettivi, che avrebbe prodotto un documento più trasparente e intellegibile per tutti i dipendenti, non è stata neanche presa in considerazione, nonostante le possibilità offerte dal richiamato art. 13 del CCNL. Come più volte ribadito, la procedura imposta dall’Amministrazione creerebbe una sperequazione non comprensibile tra dipendenti dello stesso Ente, atteso che, pochi mesi addietro, nella precedente “selezione verticale” operata dalla Regione Calabria, lo stesso Ente ha agito nel perimetro disegnato dal quadro normativo sopra richiamato, non prevedendo in alcun modo nessun colloquio. Va rilevato, inoltre, che l’Ente aveva, precedentemente, predisposto e approvato con Delibera di Giunta Regionale, i criteri per le selezioni di che trattasi, all’interno delle quali il colloquio valutativo non era assolutamente previsto. Le organizzazioni sindacali ai sensi dell’art. dell’art. 6 del CCNL, più volte richiamato, non hanno attivato l’istituto del confronto, in quanto tali criteri erano in linea con quanto previsto dal contratto. Ci chiediamo, come mai questo cambio repentino d’impostazione che crea una evidente disparità di trattamento? A chi giova? Inoltre, segnaliamo all’Amministrazione Regionale che una non corretta applicazione delle procedure concertative possa far saltare una riqualificazione del personale regionale che era fortemente attesa e che è elemento cardine per una migliore organizzazione degli Uffici della Giunta Regionale! La ragione addotta dalla parte pubblica si fonda    su un parere che l’ARAN ha fornito ad un piccolo comune del centro Italia; fermo restando che un parere sia pur autorevole, rimane sempre un parere e, ai fini giuridici, non obbliga nessuno, viceversa, dato che si tratta solo di una opzione da utilizzare o meno,  siamo certi, invece, che le esigenze di un piccolo comune non siano le stesse di un grande Ente con quasi duemila dipendenti. Questa organizzazione sindacale chiede, pertanto, di recedere da questa impostazione sbagliata. Ove, però, tale atteggiamento troverà riscontro anche nei conseguenti atti deliberativi dell’amministrazione, la Fp Cgil Calabria si riserva di valutare la corretta applicazione del dettato normativo in violazione del quale ricorrerà nelle dedicate sedi legali e metterà in campo tutte le iniziative che riterrà più opportune.

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