Servizio sanitario regionale, Baldari (Fp Cgil): “E’ necessario il confronto” 

Nota stampa della segretaria generale Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari.

La volontà di rendere effettivo l’auspicato buon funzionamento dei servizi che s’intendono  riorganizzare passa obbligatoriamente dal rispetto di norme e contratti che regolano le relazioni sindacali, che non sono una inutile e fastidiosa complicazione, ma sono fondate sul bilanciamento degli interessi delle aziende e le tutele dei lavoratori, finalizzando al bene comune dei cittadini un’azione sinergica tanto ricercata quanto  necessaria.

Questo vale tanto più per il Servizio Sanitario Regionale, che “come un ammalato uscito dalla rianimazione ha bisogno di riabilitazione” (come detto dal presidente  Occhiuto), e quindi ha bisogno che tutte le figure deputate a farlo funzionare siano coinvolte nel percorso di “rianimazione” che comporta anche un cambio di passo delle condizioni di lavoro.

In esplicito, significa operare  un cambiamento profondo anche di processi organizzativi che, se condivisi, riusciranno a dare gambe a quel percorso di riforma che più volte è stato al centro delle dichiarazioni dell’attuale politica regionale per sanare le profonde criticità del sistema che non dimostra di dare segnali di ripresa.

Sono ormai mesi che, anche unitariamente, sollecitiamo i vertici della Regione, tra cui la struttura commissariale e il Dipartimento alla salute, a riavviare le relazioni sindacali per incardinare con un calendario stretto la discussione su temi fondamentali, ma dopo mesi di silenzio e un primo incontro interlocutorio, in luglio, con il prof. Profiti,  riguardo il reclutamento della dirigenza PTA di Azienda Zero,  non vi è stato nessun confronto produttivo di risultati. Anche quello con la dirigenza medica su linee guida contrattuali e regolamento Alpi, seppur avviato nei mesi scorsi, è stato congelato.

L’ultimo sollecito da parte delle organizzazioni sindacali si è esplicitato ai primi di ottobre, in un incontro con il Commissario Esposito a cui abbiamo sottolineato la necessità di calendarizzare convocazioni nel rispetto degli istituti dell’informazione e del  confronto in applicazione dell’ultimo  rinnovo contrattuale.  Incontri necessari, tra le altre cose, anche per redigere le linee guida regionali al fine di  uniformare la sottoscrizione dei contratti integrativi di ASP e Aziende Ospedaliere, per omogeneizzare le procedure di ulteriori stabilizzazioni ai sensi delle norme e accordi vigenti, evitando di incorrere, come è capitato, in azioni amministrative che hanno creato distinguo tra lavoratori con pari condizioni, riguardo al mantenimento in servizio ai fini della stabilizzazione e che abbiamo contestato.

Tra le altre, sono rimaste totalmente inevase le richieste di confronto partite a gennaio 2023, ai sensi dell’art.7 del nuovo CCNL per definire un accordo finalizzato alla ripartizione delle risorse che ammontano a 1.153.596,00 di euro per la Calabria, giusto art.1, comma 293 della legge 30/12/2021, n. 234, destinate a retribuire una indennità aggiuntiva al personale  afferente al Pronto soccorso. A proposito di dare risposte a chi sta in trincea e spesso subisce aggressioni.

In questi giorni, in vista della riorganizzazione delle Centrali Operative del 118, prevista nel programma di riorganizzazione territoriale da realizzare entro il 20 febbraio prossimo, con l’istituzione di una Sala opertiva 118 di area nord a Cosenza, una di area centro e sud a Catanzaro e  le Postazioni di Emergenza Territoriali 118 (PET), il Direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, su delega del Commissario di Azienda Zero, ha comunicato ai Direttori delle attuali Centrali Operative che, insieme al trasferimento delle competenze gestionali del 118, il personale medico e infermieristico potrebbe essere utilizzato presso le suddette istituende Sale Operative.

Abbiamo segnalato che tale provvedimento comporta processi di mobilità e riassegnazione del personale e, pertanto, è soggetto all’istituto del “confronto regionale”, ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera b del vigente CCNL 2019/21.  Agli operatori è stato chiesto in modo informale di operare una scelta riguardo alla futura sede lavorativa, senza alcuna convocazione  di confronto con le OO.SS. regionali di categoria , seppur obbligatoria per Contratto, ed in assenza di informazioni circa le modalità operative e le condizioni di lavoro dal punto di vista economico e giuridico. A tal riguardo, al fine di prevenire contenziosi e in considerazione della particolare funzione strategica di tale servizio, abbiamo chiesto la sospensione di ogni effetto della comunicazione inviata ai Direttori territoriali di Centrale Operativa di 118, nelle more del “Confronto” con le organizzazioni sindacali.

Riteniamo che questo modo di procedere, oltre che violare palesemente le previsioni contrattuali sulle relazioni sindacali che sono  giudizialmente tutelate in caso di mancata applicazione, continui a reiterare una prassi di autoreferenzialità che non agevola i processi di riforma e riorganizzazione tanto auspicati e necessari e lede i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del Servizio Sanitario Regionale che difenderemo  attivando ogni azione prevista dalle norme vigenti.

Contratto integrativo aziendale Asp Catanzaro, soddisfazione della Fp Cgil: “Raggiunti importanti obiettivi”

Nota della segretaria Area Vasta Fp Cgil, Amalia Talarico, del componente Rsu – Fp Cgil, Giuseppe Colombino, e del delegato aziendale Fp Cgil, Maurizio Iacopino.                                               

La FP CGIL Area Vasta Cz Kr Vv esprime soddisfazione per la sottoscrizione del contratto integrativo aziendale dell’Asp di Catanzaro avvenuto in data 23 novembre 2023. Anche questo percorso travagliato si è concluso. Certamente il ritardo accumulato non può ascriversi alla responsabilità delle organizzazioni sindacali anche se ha visto la resistenza di alcune sindacali, possiamo ritenerci soddisfatti poiché si è concluso, nel miglior modo possibile e a garanzia e tutela dei lavoratori tutti (iscritti e non alle organizzazioni sindacali),  l’Azienda  procederà alla pubblicazione dei DEP (differenziali economici di professionalità ex PEO) con definizione dell’iter amministrativo entro e non oltre il 31 dicembre 2023, al fine di consentire a tutti i dipendenti aventi titolo, di progredire nell’ambito della propria Area di appartenenza, in base a quanto previsto dal CCNL stipulato a livello nazionale il 2 dicembre 2022.

L’iter procedurale ai fini della definizione di un Contratto integrativo aziendale è sempre un momento travagliato in quanto nasce dalla contrattazione/mediazione tra la Parte Pubblica (l’Azienda) e le Parti Sociali (le organizzazioni sindacali); è ovvio che quest’ultime hanno l’interesse di tutelare gli interessi dei lavoratori nella maniera più ampia possibile e l’Azienda viceversa, di difendere le posizioni di un datore di lavoro che cerca di raggiungere i maggiori risultati con il minore dispendio di risorse possibile.

In questo confronto tra le parti, bisogna sempre rispettare alcuni paletti normativi e contrattuali che non consentono di chiedere, da parte delle organizzazioni sindacali, aldilà di quanto consentito anche in base ai vincoli di bilancio.

In tale ottica importanti obiettivi sono stati raggiunti, giusto per citarne alcuni:

  1. Estensione dell’indennità per l’operatività in particolari servizi/U.O. prevista dall’art. 107 del CCNL anche al personale delle REMS e della Casa Circondariale;
  2. L’istituzione dall’anno 2024 della Banca delle ore, prevista dall’art. 48 del CCNL;
  3. Aumento del valore economico del buono pasto dal 01.01.2024 ad euro 7,00.

Soddisfazione si esprime per l’accoglimento da Parte Pubblica, ed all’unanimità delle altre sigle presenti, delle osservazioni poste all’attenzione del Tavolo delle trattative da parte della FP CGIL. Quest’ultima ha chiesto tra l’altro, la rivisitazione del Regolamento riguardante il diritto al buono pasto, in modo da garantirne la fruizione a tutto il personale avente titolo, indipendentemente dal Ruolo di appartenenza, ed al fine di evitare discriminazioni di sorta.

Progressioni verticali dei dipendenti regionali, Baldari e Schipano (Fp Cgil): “Rischio di disparità e contrasto normativo”


Nota della segretaria generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari e del segretario regionale Fp CGIL Calabria Fernando Schipano

La Fp Cgil esprime profonda amarezza per la decisione presa da parte dell’’Amministrazione Regionale della Calabria, la quale ha stabilito, unilateralmente, di troncare il confronto con le parti sociali su criteri per le selezioni delle progressioni verticali dei dipendenti regionali, in applicazione dell’art.13 del CCNL funzioni locali. Le tanto agognate “verticalizzazioni”, volute fortemente dalle organizzazioni sindacali cristallizzate dal CCNL sopra richiamato, all’interno del quale è prevista una procedura di selezione che avrebbe dovuto basarsi sulla comparazione di elementi oggettivi e avrebbe prodotto un documento più trasparente e intellegibile per tutti i dipendenti, a nostro parere, rischia di essere stravolta dall’amministrazione regionale che, caparbiamente,  introduce e dà estrema rilevanza ad un colloquio valutativo tra i criteri della stessa valutazione, introducendo un parametro altamente discrezionale contro lo spirito della norma contrattuale che valorizza l’esperienza professionale. L’esito di questa assenza di corretto confronto ha prodotto una proposta della parte pubblica considerata da questa organizzazione sindacale irricevibile e dannosa. Nonostante la sollecitazione della Fp Cgil, unitamente alle altre organizzazioni sindacali e finanche degli stessi dipendenti, i quali, dopo una partecipata assemblea  attraverso il loro voto, hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali di chiedere l’eliminazione di tale criterio, la Regione Calabria, incomprensibilmente, in controtendenza con il richiamato dettato contrattuale,  ha ritenuto di recidere il confronto presentando al tavolo, per bocca dell’Assessore al Personale, Pietropaolo, una proposta ultimativa che non ha dato spazio alla mediazione. Pertanto, una procedura che poteva basarsi sulla comparazione di elementi oggettivi, che avrebbe prodotto un documento più trasparente e intellegibile per tutti i dipendenti, non è stata neanche presa in considerazione, nonostante le possibilità offerte dal richiamato art. 13 del CCNL. Come più volte ribadito, la procedura imposta dall’Amministrazione creerebbe una sperequazione non comprensibile tra dipendenti dello stesso Ente, atteso che, pochi mesi addietro, nella precedente “selezione verticale” operata dalla Regione Calabria, lo stesso Ente ha agito nel perimetro disegnato dal quadro normativo sopra richiamato, non prevedendo in alcun modo nessun colloquio. Va rilevato, inoltre, che l’Ente aveva, precedentemente, predisposto e approvato con Delibera di Giunta Regionale, i criteri per le selezioni di che trattasi, all’interno delle quali il colloquio valutativo non era assolutamente previsto. Le organizzazioni sindacali ai sensi dell’art. dell’art. 6 del CCNL, più volte richiamato, non hanno attivato l’istituto del confronto, in quanto tali criteri erano in linea con quanto previsto dal contratto. Ci chiediamo, come mai questo cambio repentino d’impostazione che crea una evidente disparità di trattamento? A chi giova? Inoltre, segnaliamo all’Amministrazione Regionale che una non corretta applicazione delle procedure concertative possa far saltare una riqualificazione del personale regionale che era fortemente attesa e che è elemento cardine per una migliore organizzazione degli Uffici della Giunta Regionale! La ragione addotta dalla parte pubblica si fonda    su un parere che l’ARAN ha fornito ad un piccolo comune del centro Italia; fermo restando che un parere sia pur autorevole, rimane sempre un parere e, ai fini giuridici, non obbliga nessuno, viceversa, dato che si tratta solo di una opzione da utilizzare o meno,  siamo certi, invece, che le esigenze di un piccolo comune non siano le stesse di un grande Ente con quasi duemila dipendenti. Questa organizzazione sindacale chiede, pertanto, di recedere da questa impostazione sbagliata. Ove, però, tale atteggiamento troverà riscontro anche nei conseguenti atti deliberativi dell’amministrazione, la Fp Cgil Calabria si riserva di valutare la corretta applicazione del dettato normativo in violazione del quale ricorrerà nelle dedicate sedi legali e metterà in campo tutte le iniziative che riterrà più opportune.

Sciopero 30 ottobre, Fp Cgil Calabria: “A fianco dei lavoratori degli Ispettorati Territoriali. Serve garantire la legalità”

Nota stampa della segretaria generale della Fp Calabria, Alessandra Baldari, e della Coordinatrice Regionale Inl FP CGIL Calabria, Graziella Secreti.  

“Dopo i due scioperi nazionali degli scorsi mesi, le lavoratrici e i lavoratori dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro continuano a chiedere tutela per dare tutela e sono costretti a scioperare per la terza volta l’intera giornata del prossimo 30 ottobre.

Permane l’incresciosa vicenda degli arretrati perequazione ancora negati e sono a rischio salario accessorio e progressioni economiche . Aumentano le disfunzioni, perché l’Ispettorato non è adeguatamente informatizzato, né dotato di sufficiente autonomia .

La logica distruttiva della riforma a costo zero da cui è’ nata l’Agenzia, sta producendo i suoi effetti : solo cambiamenti formali, ma nessun cambio di passo, di cui invece ci sarebbe bisogno perché essa è l’ente preposto a garantire la sicurezza e la legalità in ogni luogo di lavoro .

Non è’ possibile contrastare le morti sul lavoro, se sul sistema dei controlli non si investe e se non si dotano gli ispettori di strumenti, risorse e retribuzioni adeguate. Anche il tentativo di potenziare gli organici è fallito, perché le retribuzioni insufficienti  e la mancanza di indennità di funzione, hanno determinato un tasso elevatissimo di rinunce e quindi permangono le strutturali carenze di organico che da tempo affliggono gli Uffici del territorio.

E allora non si tratta di una mera vertenza economica, ma lo stato dell’Agenzia è indicativo della mancata centralità del lavoro sicuro e dignitoso nell’agenda dei Governi degli ultimi anni e soprattutto di quello attuale, che ha aumentato la precarietà dei rapporti di lavoro .

Anche in Calabria, soprattutto in Calabria,  il 30 ottobre la FP CGIL sarà a fianco dei lavoratori degli Ispettorati Territoriali perché, se davvero si vuole contrastare le morti, lo sfruttamento, il caporalato, il lavoro nero, servono controlli efficienti e investimenti idonei a garantire la legalità”.

Nomine degli enti in Regione, Baldari (Fp Cgil): “Caso Medaglia emblematico. E’ il momento di cambiare meccanismo e procedere con evidenza pubblica”

Nota della segreteria generale della Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari

“L’arresto di Carlo Maria Medaglia, che secondo la Procura di Roma avrebbe inscenato l’esecuzione di alcuni progetti di ricerca e sviluppo per consentire di ottenere consistenti crediti fiscali, è avvenuto successivamente alla indicazione quale commissario straordinario dell’Arpacal da parte del Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto.

Tale episodio ha messo in luce, ancora una volta, che il meccanismo delle nomine ai vertici degli enti strumentali della Regione non può continuare nel solco fin qui seguito, ma richiede particolare attenzione, procedure ad evidenza pubblica e un supporto di esperti, magari indipendenti, di altissimo profilo che possano affiancare i decisori politici nella valutazione dei profili idonei da individuare alla guida degli Enti.

Tale supporto nella valutazione, che non può essere condizionata solo da appartenenze politiche, soprattutto riguardo agli enti tecnici che devono per legge garantire terzietà e indipendenza, avrebbe il vantaggio di rendere più trasparenti le nomine e soprattutto potrebbe esprimere valutazioni tecniche e giuridiche adeguate ogni qualvolta gli enti abbisognino della nomina di un nuovo management caratterizzato da comprovate competenze.

Inoltre, a garanzia dell’efficienza degli enti, è appena il caso di ricordare che la separazione tra gestione amministrativa e gestione politica è la cifra giuridicamente riconosciuta che conferisce ai direttori generali quella necessaria autonomia e responsabilità nel governo degli Enti, pur sempre all’interno di obiettivi, indirizzi gestionali e operativi definiti sia a livello regionale che nazionale. Per queste ragioni la Funzione Pubblica della CGIL ritiene sia giunto il tempo di cambiare passo e passare da una pratica reiterata e diffusa di nomine commissariali e a tempo breve, comprese quelle delle Aziende sanitarie e Ospedaliere, al ripristino della regolare nomina di Direttori generali alla guida degli enti e delle aziende a garanzia dell’autonomia gestionale, la cui valutazione deve essere caratterizzata da oggettiva osservazione periodica degli esiti di governo, operata dall’organo politico, magari ancora supportato dagli quegli esperti impegnati nella valutazione dei profili che possano pesare con competenza l’efficacia dei servizi resi ai cittadini, il superamento delle criticità, l’efficienza e il buon andamento dei conti.

La deliberazione della Giunta Regionale della Calabria n. 568 del 18.10.2023 che individua nella figura del già direttore scientifico, dr. Michelangelo Iannone, il neo Commissario dell’Arpacal, è un segnale per consentire all’ente di uscire dalle secche nelle quali si ritrova; v’è però da sottolineare che nomine di breve durata, come già avvenuto per il Gen. Errigo, non danno garanzie per programmare i cambiamenti che i lavoratori e i cittadini reclamano da tempo e che richiedono finanziamenti adeguati. Inoltre, in considerazione che lo stesso dr. Iannone rientra nell’elenco dei 25 candidati idonei a ricoprire la carica di direttore generale, bando indetto il 12 agosto 2022 con decreto del Dirigente Generale del dipartimento Ambiente e Territorio, successivamente riaperto ad ottobre dello stesso anno, è lecito chiedersi “perché lo stesso non è stato nominato direttore generale anziché commissario straordinario? E come mai la scadenza del mandato affidatogli non è congrua a consentirgli di programmare e lavorare con la dovuta serenità? Perché il Presidente Occhiuto dichiara che non è facile trovare persone disposte a lavorare in Calabria e che deve cercare altrove?”

La Fp Cgil augura buon lavoro al dr. Iannone, stimato ricercatore del Cnr e docente dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, e auspica che siano riaperte con urgenza le corrette relazioni sindacali, ferme ormai da alcuni mesi, che si riconsegni fiducia a tutto il personale da tempo in attesa di un giusto riconoscimento per l’impegno profuso, considerato che l’attuale pianta organica è numericamente insufficiente per attuare le migliori strategie di tutela dell’ambiente, compresi i monitoraggi e i controlli, in una regione che in campo ambientale è gravata da diverse infrazioni comunitarie”.

Lavoratori Pnrr, Baldari e Veltri (Fp Cgil): “Pronti alla mobilitazione per garantire stabilizzazione”

La Funzione Pubblica Cgil (Fp Cgil) Calabria esprime la sua profonda preoccupazione in merito alla situazione dei lavoratori impegnati nei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) presso gli enti pubblici della Calabria.
“La nostra organizzazione sindacale, in linea con la posizione nazionale, rilancia con fermezza l’importanza di garantire stabilità e diritti alle lavoratrici e ai lavoratori. Il Pnrr rappresenta una preziosa opportunità per lo sviluppo economico e sociale della Calabria e di tutto il Sud Italia. La creazione di nuove opportunità di lavoro è un obiettivo fondamentale, ma non dobbiamo trascurare coloro che già contribuiscono in modo significativo agli enti pubblici locali. Questi lavoratori, con il loro impegno e la loro professionalità, contribuiscono non solo agli obiettivi dei progetti Pnrr ma anche alle attività ordinarie e al benessere delle comunità locali”, affermano la segretaria generale della Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari, e il coordinatore precari Pnrr Fp Cgil Paolo Veltri.
“La Fp Cgil Calabria sostiene fermamente qualsiasi azione di mobilitazione volta a rivendicare la stabilizzazione di questi lavoratori, garantendo loro sicurezza occupazionale e tutele adeguate. La valorizzazione delle competenze e delle risorse umane è essenziale per il successo dei progetti Pnrr, e non possiamo permettere che i lavoratori vengano trascurati o sottopagati. Inoltre, riteniamo che sia possibile conciliare l’obiettivo di dare spazio alle assunzioni previste nella bozza “Dl Mezzogiorno”  che annuncia un finanziamento per l’assunzione a tempo indeterminato di 2.200 funzionari, con la necessità di garantire la stabilità dei lavoratori già impegnati nei progetti Pnrr con un finanziamento desinato alla stabilizzazione delle lavoratrice e dei lavoratori precari. La crescita economica del Mezzogiorno deve andare di pari passo con la tutela dei diritti dei lavoratori”.

La Fp Cgil Calabria spinge per la stabilizzazione di tutti i precari della Pubblica Amministrazione 

A seguito dei 700.000 pensionamenti previsti nella Pubblica Amministrazione entro il 2030, la Funzione Pubblica Cgil Calabria è fortemente preoccupata, in quanto si rischia nei prossimi anni di non poter più garantire all’utenza il minimo dei servizi pubblici essenziali
“Come organizzazione sindacale siamo dell’avviso che tutto ciò possa trovare risoluzione solo attraverso un ricambio generale con nuove  assunzioni per innovare tutta la Pubblica Amministrazione  attraverso i concorsi,  lo scorrimento delle graduatorie attuali e la stabilizzazione di tutti i precari e tal proposito non possiamo che evidenziando  che lavorando  negli uffici pubblici da anni, hanno acquisito esperienza, professionalità e formazione sul campo.
Per quanto riguarda il comparto dei Ministeri, la Fp Cgil, storicamente riconosciuta quale organizzazione sindacale che tutela tutti i lavoratori e soprattutto i cittadini che versano in condizioni di disagio sociale, per il grande  senso di responsabilità, impegno e passione che da sempre caratterizza la Cgil, evidenzia fin d’ora che nessun lavoratore, a prescindere se iscritto sarà lasciato da solo, fino alla stabilizzazione definitiva”.
La Fp Cgil formula i miglioria auguri ai neoassunti cancellieri che prenderanno servizio nei prossimi giorni unitamente agli ex tirocinanti che dal 6 settembre avranno un contratto a tempo determinato da operatore giudiziario per 18 ore settimanali e per 18 mesi, che dovrà  rappresentare solo un punto di partenza, tenuto conto che vi è già la disponibilità dei fondi si metteranno in campo tutte le azioni necessarie per ottenere la  proroga e l’aumento delle ore, per  accompagnarli alla stabilizzazione unitamente ai colleghi UPP Data Entry del Pnrr di tutti i Ministeri.

Calabria Verde, il no della Cgil alla trasformazione

“FP CGIL, FILT CGIL e FLAI CGIL esprimono particolare preoccupazione per l’avvio delle procedure di trasformazione dell’azienda Calabria Verde da Ente pubblico non economico ad Ente pubblico economico. Non si comprende la ratio di tale proposta che è completamente in controtendenza con quanto indicato dal Consiglio Regionale in occasione della istituzione dell’azienda Calabria Verde, avvenuta con la LR n. 25 nel 2013. Le ragioni della scelta di costituire un Ente pubblico non economico erano all’epoca, fra le altre cose, anche conseguenti al trasferimento nel nuovo ente dei dipendenti delle disciolte Comunità Montane; soggetti appartenenti a pubbliche amministrazioni con le peculiari tutele e specificità. Trasformare, ora, una pubblica amministrazione, un Ente pubblico non economico in un Ente pubblico economico produrrebbe una riduzione del livello dei diritti e delle tutele dei lavoratori, esponendo l’ente (che nell’intenzione della Giunta Regionale si dovrebbe trasformare), anche a gravi rischi giudiziari per effetto delle sicure azioni di tutela che saranno poste in essere dai dipendenti attualmente in servizio. L’azienda Calabria Verde risente di gravi difficoltà finanziarie ed ha difficoltà anche ad assicurare le risorse necessarie per il pagamento degli stipendi degli operai forestali. Altro è il comparto pubblico che invece non ha difficoltà di ordine finanziario, proprio per effetto del trasferimento delle risorse rinvenienti dalla 4/1999 – fondo per la montagna – in precedenza erogato a favore delle Comunità Montane ed ora in dote a Calabria Verde ed alle unioni dei comuni montani. L’eventuale trasformazione giuridica si porrebbe anche in contraddizione con scelte di segno opposto effettuate dalla Regione Calabria, come per esempio la riforma di Azienda Calabria Lavoro che, invece, proprio per rispondere ad esigenze di riordino, volendo valorizzare ed apprezzare la valenza e la significatività di un Ente pubblico non economico, è stata di recente trasformata, per consentire proprio all’Ente sovraordinato, la Regione, di operare investimenti diretti sulle politiche attive. Ancora di più non si capisce per quali ragioni si vuole ridurre il livello dei diritti dei lavoratori di ogni comparto, non tenendo in conto che le procedure, gli appalti e le altre attività da svolgere in azienda sono esattamente riconducibili a quelle attualmente in essere: stesso codice degli appalti, stesse norme di contabilità ed altro. Forse l’unica differenza può essere ascrivibile ad una diversa interpretazione sulle modalità gestionali del settore forestale e della valorizzazione del bosco! Non vorremmo pensare che l’obiettivo sia quello di ricreare scorciatoie nel pagamento dei debiti accumulati, introducendo la formula del costante ricorso alla liquidazione coatta amministrativa (vedi caso Afor) che crea danni ai lavoratori, ma anche alle imprese del settore. Nel computo delle gestioni privatistiche fallimentari, finite nella liquidazione coatta amministrativa, non si può dimenticare l’annosa vicenda del CORAP che proprio in ragione del regime giuridico di natura privatistica non ha potuto beneficiare del corposo stanziamento regionale, pur esistente, per il rilancio delle proprie attività e il risanamento dei debiti, perché considerato soccorso finanziario vietato dalla legge; altro destino avrebbe avuto se fosse stato pubblico. La possibilità di ricorrere a strumenti finanziari “particolari ed innovativi”, previsti dalla normativa comunitaria non può essere utilizzata come una scorciatoia al fine di evitare che la Regione Calabria si assuma la responsabilità nel trasferire le risorse necessarie per il pagamento degli stipendi degli operai forestali e le altre spese per la gestione dell’azienda. Alla luce di tale considerazione, invitiamo il Presidente Occhiuto a soprassedere rispetto alle indicazioni emerse in occasione della riunione di giunta del 28 Aprile 2023, ritenendo più utile investire in altre emergenze i ben 130.000 € destinati ad attività di consulenza per supportare tale scelta (giusto decreto 10202 del 18.07.2023). In Calabria abbiamo bisogno di percorsi di stabilizzazione del lavoro e di implementazione dello stesso, non abbiamo certo bisogno di elementi di conflittualità e di scontro, specie se questi sono basati sul concetto di riduzione dei diritti dei lavoratori. È necessario investire e rendere efficienti i servizi pubblici, piuttosto che cercare fantasiose soluzioni, ovvero provando a metterli sul mercato; dal loro buon funzionamento deriva la garanzia della tutela dei diritti dei cittadini, tra i quali la difesa e la valorizzazione del proprio territorio, la cura contro il dissesto idrogeologico e gli incendi. Anche quest’anno la Calabria brucia! Le scriventi organizzazioni sindacali da sempre in difesa dei servizi pubblici, non condividendo la possibile riduzione di diritti acquisiti e tutele, rassicurano i lavoratori di Azienda Calabria Verde, già in allarme, che vigileranno e combatteranno per la difesa di un Ente pubblico che tale deve restare e in favore del quale, semmai, vanno previsti investimenti corposi, il risanamento dei debiti, un piano di assunzioni che gli restituisca efficienza e la possibilità di una riorganizzazione interna ad oggi negata dato che mancano totalmente le figure dirigenziali che, come in ogni organizzazione ordinata, possano assumersi responsabilità gestionali vacanti”.

Giustizia, Fp Cgil: “Ancora una volta penalizzata la Calabria e il distretto di Catanzaro”

In riferimento allo scorrimento degli idonei della  graduatoria per cancelliere esperto, abbiamo appreso in questi giorni che il direttore generale del Ministero di Giustizia, , con provvedimento iniziale del 20 giugno 2023, aveva assegnato nel distretto della Corte di Appello di Catanzaro,  uno dei più vasti in termini di dimensioni d’Italia e che comprende le province di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia,  67 unità di cancellieri, e successivamente, con provvedimento di rettifica del 23 giugno 2023, ne ha disposto l’assunzione di sole 51 unità riducendo di 16 il numero inziale.

Come Fp Cgil Calabria, non possiamo che manifestare “sconcerto e rammarico per questa disposizione, e siamo costretti, ancora una volta, a rappresentare la grave carenza di organico del personale giudiziario presso tutti gli   uffici giudiziari Calabresi e nello specifico nel distretto della Corte di Appello di Catanzaro, in quanto siamo dell’avviso che i magistrati per poter mandare avanti i processi, devono poter contare su una pianta organica adeguata del personale giudiziario”.

In riferimento all’assunzione per 1956 operatori Giudiziari uscita ad aprile 2023 a tempo determinato per 18 ore e 18 mesi con i fondi del Pnrr, la Fp Cgil evidenzia “il forte ritardo da parte del Ministero Giustizia: prenderanno servizio il 6 settembre prossimo, e per opportuna e doverosa conoscenza, evidenziamo che il Giudice di Pace di Vibo Valentia è l’unico ufficio in Calabria che non ha avuto nessuna assegnazione di operatori giudiziari”.

Non possiamo che ribadire, come organizzazione sindacale, che a seguito dei pensionamenti nonostante  le assunzioni degli ultimi anni, a partire dagli assistenti giudiziari, operatori, cancellieri, funzionari e direttori e lavoratori assunti a tempo determinato con i fondi del PNRR, “tutta la nostra preoccupazione, tenuto conto, che, da qualche mese  molti lavoratori giudiziari vincitori di procedure concorsuali in altri Ministeri sono andati via e stessa cosa dicasi per alcuni lavoratori assunti con i fondi del Pnrr assunti  con contratto a tempo indeterminato, così come non possiamo non evidenziare che sono solo tre i Dirigenti Amministrativi in servizio in tutti gli giudiziari della Calabria”.

“Come sindacato abbiamo scritto ai vertici della Corte di Appello di Catanzaro ed i vertici del Ministero della Giustizia per chiedere loro un forte impegno risolutivo e di revoca della grave riduzione delle unità assegnate.

Ed in tale contesto abbiamo ritenuto doveroso e necessario informare tutta la deputazione parlamentare calabrese, nonché la Ministra Eugenia Maria Roccella (parlamentare eletta in Calabria) e la sottosegretaria di Stato, Wanda Ferro Ferro, della forte preoccupazione che, come sindacato, registriamo sulla vicenda.

La FP CGIL lancia l’allarme per la sicurezza dell’ospedale di Vibo Valentia e chiede azioni immediate

La segreteria generale della FP CGIL Calabria, la segreteria della FP CGIL dell’Area vasta, di concerto con il responsabile della CGIL Medici dell’Area Vasta, esprimono la propria sorpresa e preoccupazione per quanto accaduto nei giorni scorsi presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale P.O. di Vibo Valentia.

“Per cause ancora sconosciute e misteriose, il controsoffitto del corridoio di ingresso e uscita della struttura di accesso alle camere dei pazienti è crollato in modo inspiegabile. Risulta che la suddetta struttura è stata recentemente sottoposta a una manutenzione straordinaria, circa 30 giorni fa. Pertanto, non si comprende né si giustifica come ciò sia potuto accadere, considerando che i lavori erano stati affidati a un’azienda esterna, presumibilmente specializzata in questo tipo di interventi di manutenzione. Chiediamo al neo Commissario Straordinario dell’ASP di Vibo Valentia di accertare e rendere note le cause di questa vicenda che, considerando la notevole quantità di materiale crollato, avrebbe potuto causare gravi danni sia alle donne in gravidanza che agli operatori sanitari dell’ASP, se fosse accaduta di giorno”, scrivono Alessandra Baldari, Franco Grillo e Ivan Potente.

 La FP CGIL denuncia da decenni il rischio in cui versa l’ospedale di Vibo, “poiché non è più in grado di sopportare il naturale deterioramento strutturale. La situazione attuale di difficoltà e potenziali rischi sta causando notevole preoccupazione e disagio tra i professionisti che operano presso l’ospedale di Vibo. Essi si trovano costretti a fornire quotidianamente i propri servizi assistenziali in condizioni di incertezza e con un livello di sicurezza limitato. È noto, infatti, che diverse zone dell’edificio ospedaliero sono state puntellate da anni. Nel corso degli anni, questa situazione ha comportato la chiusura, ad esempio, del prefabbricato destinato alla cucina interna, la chiusura di alcune aree nel reparto di ortopedia e danni evidenti alle pareti divisorie nel reparto di Neurologia. Questa situazione è ancora più evidente a causa del protrarsi ingiustificato della messa in sicurezza di alcuni pilastri portanti nel reparto di oculistica e nelle sale semi interrate del reparto di radiologia, visibili a occhio nudo. Pertanto, chiediamo all’attuale Commissario Straordinario di avviare una valutazione approfondita dell’intera struttura per accertare le reali condizioni di stabilità dell’edificio ospedaliero e prevenire ulteriori rischi di crolli e danni incalcolabili per l’intera comunità”, continuano i sindacalisti.


In merito a ciò, la Funzione Pubblica CGIL “non può giustificare i ritardi aggiuntivi che si stanno accumulando a causa del mancato inizio dei lavori per la costruzione del nuovo ospedale. A nostro parere, le ragioni di ciò sono attribuibili all’incapacità amministrativa e politica dell’intera classe dirigente, che da anni ha assunto la responsabilità gestionale delle varie entità pubbliche (ASP, Provincia, Comune, Regione) coinvolte, in vari modi, nelle procedure tecniche e burocratiche che, da decenni, ostacolano l’avvio effettivo del progetto. È necessario agire tempestivamente e con prudenza nella gestione ordinaria e straordinaria della struttura. È altrettanto fondamentale agire rapidamente per la costruzione del nuovo ospedale prima che sia troppo tardi. A tal fine, chiediamo al Commissario Straordinario di convocare urgentemente un tavolo di discussione per analizzare a fondo le cause di questa grave situazione di pericolo e individuare possibili soluzioni per prevenire ulteriori spiacevoli conseguenze e garantire la sicurezza dei cittadini e degli stessi lavoratori”.

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