Archivia Aprile 12, 2023

Sanità. Baldari (Fp Cgil) ad Occhiuto sul portale per segnalare disservizi: “Provvedimenti spot non risolvono i problemi, anzi potrebbero crearne altri”

“Ancora una volta apprendiamo dalla stampa, e solo dalla stampa, gli interventi del Governatore Occhiuto per affrontare i problemi della sanità, questa volta in merito a criticità organizzative che generano disagi ai pazienti con la creazione di un portale approntato per raccogliere le segnalazioni di cittadini e operatori, anche in forma anonima, che saranno poi indirizzate ai responsabili delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere per porre rimedio e dare risposte ai disagi”. Lo afferma in una nota la segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil Calabria, Alessandra Baldari.

“Al netto di una chiara volontà di disintermediazione orientata a non coinvolgere le rappresentanze dei lavoratori, nonostante il loro ruolo costituzionalmente previsto che potrebbe essere adiuvante nel segnalare le tante disfunzioni organizzative e, grazie alle competenze, utile a suggerire anche le soluzioni, riteniamo che un veicolo di informazione così strutturato, pur essendo diretto e snello, possa rappresentare un canale di rilevazione critico e pericoloso nel contesto in cui spesso maturano i disagi dei pazienti e degli stessi operatori sanitari tutti. Da tempo, nonostante le dimostrazioni di abnegazione nello svolgere i loro compiti professionali, pur in presenza di condizioni di lavoro insostenibili per carenza di personale, governance inadeguate, strutture insufficienti e tecnologie la cui obsolescenza rallenta le risposte di diagnostica, il ritardo nell’applicazione degli istituti contrattuali, gli operatori sanitari sono spesso il bersaglio più accessibile per pazienti esasperati o, nei casi più gravi, vittime di episodi di malasanità e per la maggior parte vivono quotidianamente situazioni di stress da lavoro correlato non riconosciuto. La delicatezza del lavoro in sanità che richiede non solo competenze, ma anche un’attitudine all’accoglimento dei pazienti con umanità (che è qualcosa in più della “gentilezza”) esige un contesto e un clima che certamente non può concretizzarsi se le difficoltà quotidiane esacerbano gli animi e generano anche una stanchezza fisica che destabilizza e che potenzialmente può produrre attriti anche tra operatori stessi. Non ultimo da segnalare, se davvero dobbiamo essere concreti, l’esercizio di poteri all’interno delle Aziende condizionati da pressioni esterne o interne che niente hanno a che fare col fine istituzionale di buona assistenza e buon funzionamento, frutto ancora persistente di incrostazioni dovute ad anni di gestioni che hanno contribuito al permanere delle condizioni critiche del sistema sanitario regionale e del suo conseguente commissariamento. Disegnata la cornice, della quale non si può non tenere conto, si evidenzia quindi che il portale Sanibook della Regione, attivato dal Governatore forse con tutte le buone intenzioni di raccogliere le segnalazioni e porre rimedio ai disagi, potrebbe diventare un campo minato in cui insieme a chi chiede aiuto si potrebbero concentrare i j’accuse di chiunque abbia qualche conto in sospeso, qualche sassolino nella scarpa, soprattutto grazie anche alla prevista segnalazione in forma anonima. Vi sono ambiti, quali quello sanitario, in cui l’intermediazione è essenziale e non solo con le rappresentanze dei lavoratori, ma anche con tutte quelle associazioni che rappresentano la voce dei cittadini e le istituzioni locali che dovrebbero assumere un ruolo più incisivo nell’affrontare le criticità sanitarie territoriali. Infine, in ogni azienda sono previste attività di controllo e monitoraggio della qualità dei servizi che dovrebbero essere scevre da quelle incrostazioni già menzionate e lavorare con maggiore autonomia e trasparenza, quindi ancora una volta un problema di governance che non crediamo affatto che possa essere risolto con l’invio in anonimato di personale reclutato non sappiamo con quali criteri, che competenza abbia e come venga retribuito, che dovrebbe segnalare i mal funzionamenti. Davvero singolare, oltre che dispendioso e poco trasparente. È appena il caso di ricordare che in ogni azienda sanitaria e ospedaliera esistono gli uffici URP (relazioni con il pubblico), già attivi per legge in staff a tutte le Direzioni generali, forse sarebbe opportuno capitalizzarli per avere il polso di ogni realtà territoriale e richiamare a responsabilità i Commissari straordinari posti alla guida delle aziende per curare il loro buon funzionamento. Riteniamo che invece di adottare provvedimenti di questo tenore, che vogliono fare tanto rumore e che contestiamo dato il concreto rischio di registrare segnalazioni sommarie e speculative- conclude la segretaria Baldari- sarebbe necessario affrontare tempestivamente i nodi che generano tutte le disfunzioni gestionali e organizzative da cui scaturiscono i disagi dei cittadini, perfezionando gli strumenti già previsti dalla legislazione vigente e affrontando le criticità del Servizio sanitario pubblico la cui soluzione troppe volte annunciata appare invece sempre più distante. In tal senso siamo convinti di poter dare un utile contributo ad un eventuale tavolo di discussione che chiediamo sia convocato in tempi brevi”.

Eletta la segreteria della Fp Cgil Calabria

Alla presenza di Florindo Oliverio della Fp Cgil Nazionale è stata eletta la Segreteria della Fp Cgil Calabria. L’assemblea generale della FPCGIL Calabria ha eletto Presidente Alessandra Neri e Vicepresidente Lucia Covello

L’assemblea  ha votato favorevolmente per la conferma dei Segretari uscenti Bruno Talarico e Franca Sciolino e per l’ingresso di Ferdinando Bruno Schipano.
Una squadra che sarà impegnata, insieme a tutto il gruppo dirigente, a proseguire il lavoro intenso che la categoria sta conducendo per la lotta al precariato, per la Sanità,  per i salari e il rinnovo dei contratti, per la difesa dei servizi pubblici e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, per un piano straordinario di assunzioni che non è più rinviabile nella Pubblica Amministrazione, contro l’autonomia differenziata e per riforme che garantiscano a tutti i cittadini l’esercizio universale dei diritti garantiti dalla Costituzione.

Precariato, giovedì a Roma l’iniziativa nazionale. Baldari (Fp Cgil Calabria): “Male che affligge la Calabria”

‘Superare il precariato, costruire il futuro. Per un piano straordinario dell’occupazione pubblica’. È il titolo dell’iniziativa promossa dalla Fp Cgil Nazionale e in programma giovedì 30 marzo a Roma presso ‘Spazio Pubblico”, il centro di cultura sindacale della Fp Cgil, a partire dalle ore 10.30: la manifestazione potrà essere seguita anche sulla pagina Facebook della Funzione Pubblica Cgil nazionale e calabrese.
A rilanciarne l’importanza è Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, che sta conducendo una battaglia per la stabilizzazione dei precari nella Pubblica Amministrazione. In particolare, nelle ultime settimane, l’attenzione si è focalizzata sui “Tecnici per il Sud” nell’ambito del Pnrr. “Si tratta di un’occasione che lo Stato italiano non può perdere su un duplice aspetto: la possibilità di trasformare a tempo indeterminato migliaia di posti di lavoro e, allo stesso tempo, dare un concreto aiuto per i disastrati comuni del nostro Sud, sempre più vittime di tagli e mancanza di risorse”.
Lotta alla precarietà, dunque, che per Baldari rappresenta  un “chiaro deterrente a confronto del pieno, efficace ed efficiente coinvolgimento dei lavoratori rispetto alle mansioni loro assegnate e alla loro integrazione nei rispettivi uffici. A dimostrarlo è il fatto che questi lavoratori scappano via dai posti assegnati in favore di altre soluzioni, magari meno vantaggiose, ma a tempo indeterminato. Ecco che allora l’iniziativa di giovedì è una occasione per affrontare con competenza e professionalità il tema del precariato, e non solo attraverso la discussione ma anche con la proposizione di soluzioni concrete e realizzabili che hanno come mira quella di tutelare i lavoratori”.
All’iniziativa nazionale parteciperanno i parlamentari: Arturo Scotto, primo firmatario della mozione a sostegno del Piano straordinario per l’occupazione pubblica, insieme ai co-firmatari Marco Sarracino, Toni Ricciardi, Andrea Rossi, Maria Stefania Marino, Silvia Roggiani e Giuseppe Provenzano. Interverranno inoltre: Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari; Davide Franceschin, segretario nazionale Nidil Cgil; Florindo Oliverio e Michele Vannini, segretari nazionali Fp Cgil; Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil.

La primavera porta nuova linfa ai Centri per l’Impiego della Calabria

“Il primo giorno di primavera registra una boccata d’ossigeno per gli uffici regionali per il lavoro” – esordiscono così Alessandra Baldari, Alessandra Neri e Ferdinando Schipano di Fp Cgil. “Finalmente dopo mesi di attesa i vincitori dei concorsi, espletati al fine di potenziare i Centri per l’Impiego, – proseguono  hanno sottoscritto i contratti di lavoro, andando a potenziare sedi regionali ormai allo stremo. L’impegno della FP CGIL è da anni costante nel richiamare l’attenzione sulle criticità ataviche di questi uffici. Siamo sempre stati in prima linea nella vertenza CPI – asseriscono – già dai tempi in cui a gestirli erano le Provincie. Ora, dunque, non possiamo che esultare per un evento che riteniamo, dovrà segnare una svolta nell’erogazione di servizi essenziali al cittadino nel territorio calabrese, segnato da decenni di disagio, precarietà e disoccupazione”.

“Conosciamo i dipendenti ed i Responsabili dei Centri per l’Impiego, la loro abnegazione al lavoro, la loro professionalità, la loro capacità di adattarsi e riadattarsi a lavorare in condizioni al limite del credibile in stabili inadeguati, – evidenziano in assenza di strumentazioni informatiche e di piattaforme aggiornate alla normativa vigente e siamo certi che i neo assunti saranno ben accolti e non avranno problemi ad integrarsi se, oltre il previsto affiancamento, sarà attuato il necessario percorso formativo. Un plauso lo rivolgiamo sicuramente ai funzionari e ai Dirigenti del Dipartimento Lavoro e del Dipartimento delle Risorse Umane per aver gestito le procedure di reclutamento, concludendo questo primo step di assunzioni, impiegando le tante risorse stanziate e dedicate negli anni specificatamente per il potenziamento dei CPI. Bene, dunque, l’accelerazione impressa dall’Assessore al Lavoro Calabrese e dall’Assessore al Personale Pietropaolo, per concludere il piano di assunzioni, ma al contempo  è necessario intensificare la spinta sull’acceleratore considerati tutti i ritardi registrati nell’attuazione del Piano del Potenziamento!”

“Auspichiamo – sottolineano i rappresentanti FP CGIL – una doverosa presa di coscienza del potenziale di questi uffici pubblici, per i quali è di nodale importanza portare a compimento il piano di assunzioni per dare riscontro ai candidati che hanno presentato domanda di partecipazione nella speranza di rimanere nella propria terra, e, al contempo, per pianificare attività mirate che possano dare risposte concrete ai cittadini. È arrivato il momento che la politica si attivi per concretizzare percorsi che creino opportunità lavorative. Le politiche attive attuate senza una visione, purtroppo, non sono più accettabili, è assolutamente necessaria un’azione mirata che vada oltre la formazione, questa, se non finalizzata ad una concreta possibilità di inserimento nel
mercato del lavoro, non porta a quei risultati vitali per il territorio. Si continuerà a
registrare il dispendio di risorse pubbliche e non la produzione di occupazione.”

“Già nel 2019 – la FP CGIL ricorda – il D.M. n. 74, l’atto di programmazione e gestione a livello nazionale per l’attuazione del Reddito di Cittadinanza, individuava le risorse che lo Stato avrebbe trasferito alle Regioni per la predisposizione di piani straordinari di potenziamento, anche infrastrutturale, dei Centri per l’Impiego. Successivamente, è
intervenuto il D.M n. 59 del 2020, con il quale il Ministro del lavoro e delle Politiche
Sociali ha predisposto il trasferimento di ulteriori risorse economiche alle Regioni per
realizzare il Piano attuativo regionale di potenziamento dei CPI. Da ultimo il PNRR
prevede risorse addizionali funzionali alla realizzazione di ulteriori iniziative di
rafforzamento dei CPI. Il tanto promosso programma GOL (Garanzia Occupabilità dei
Lavoratori), programma ingenti investimenti anche in Calabria e si inserisce nell’ambito del PNRR, con un insieme di strumenti e misure volte a promuovere l’occupazione inItalia, rientrando nel più ampio progetto di riforme del comparto lavoro che, oltre al GOL, disegna il Piano Nazionale per le nuove competenze, il potenziamento dei Centri perl’Impiego e il rafforzamento del sistema duale”.

“Siamo nel 2023 e possiamo con certezza affermare – continuano – che le sostanziose
risorse stanziate in questi anni, milioni e milioni di euro, ad oggi sono state impiegate,
esclusivamente, in uno primo scaglione di nuove assunzioni, ma non sono state
impegnate nell’ormai impronosticabile riammodernamento tecnologico e infrastrutturale delle sedi. Di anno in anno, si registra la chiusura di sedi per inagibilità e inadeguatezza ad ospitare dipendenti e cittadini. Problema acuito adesso con l’arrivo dei neo assunti, vista la scarsità delle postazioni di lavoro, l’insufficiente ed obsoleta strumentazione informatica e la ristrettezza dei locali dove logisticamente andrebbero allocate”.

“L’importanza della capillarità dei servizi, – si legge ancora – la prossimità degli uffici a servizio del cittadino, con priorità per i bacini territoriali più distanti dalle attuali sedi principali e locali esistenti, sembrano essere argomenti sottovalutati dall’Amministrazione che si materializzano con le saracinesche chiuse del CPI di Vibo e di Cosenza e di tante Sedi Locali (Caulonia, Bovalino, Palmi, Petilia Policastro ecc.), o per inagibilità, o per assenza di personale, e, come nel caso di Reggio Calabria, ospitato in una sede provvisoria, in una zona estremamente periferica della Città, creando non pochi problemi agli utenti che spesso hanno manifestato il loro disappunto.”

“Per cui il plauso della FP CGIL all’Amministrazione che finalmente ha dato seguito
alle assunzioni tanto auspicate, sottolineando però che restano irrisolte le carenze
operative ed organizzative e di tutti quegli interventi ordinari carenti che
avrebbero almeno dovuto precedere l’ingresso di queste giovani leve. Confidiamo – aggiungono Baldari, Neri e Schipano – che l’immissione di nuove risorse,
porti la dirigenza ad una seria riorganizzazione dei servizi con una giusta valorizzazione del personale. Non stupisce la “fuga” dei dipendenti dai CPI, uffici caratterizzati da un pesante appiattimento della professionalità, nei quali è preclusa la crescita e che rischia di pregiudicare la tenuta e la qualità dei servizi, sovraccaricando altresì, il personale in servizio.”

“Auguriamo buon lavoro ai neo assunti, un valore aggiunto all’interno dei CPI, e ci
impegniamo sin da subito a seguire il loro ingresso fornendo informazioni e
illustrando il CCNL di comparto e le tutele che ne derivano. In attesa del completamento del percorso di potenziamento dei Centri per l’Impiego,
l’appello all’Amministrazione, reiteriamo – chiosano – pubblicamente la richiesta di un
tavolo di confronto, già formalizzata nel mese di novembre e più volte rinnovata
per le vie brevi”. “Comune l’obiettivo – rimarcano – di servizi pubblici efficienti ed
efficaci erogati nella piena soddisfazione dei tanti lavoratori che credono nelle
potenzialità dei Centri per l’Impiego e negli interventi di politica attiva finalizzati a
supportare in modo concreto i cittadini.”

Sanità, Baldari e Masotti (Fp Cgil): “Manca il confronto regionale su linee guida degli atti aziendali e linee d’indirizzo per la contrattazione decentrata”

La nota di Alessandra Baldari, segretaria regionale Fp Cgil Calabria, e Franco Masotti, segretario Fp Cgil Medici

“I problemi della Sanità, ben noti in Calabria, sono frutto di molteplici fattori che più volte abbiamo analizzato, ma, tra gli altri, riteniamo che spesso il mancato confronto, rinviato o eluso dai vertici regionali, abbia generato, e si rischia che continui a farlo, quei problemi di organizzazione che rappresentano il baricentro delle condizioni di criticità ancora irrisolte. In ragione di ciò, abbiamo richiesto al Commissario, al Subcommissario e al Direttore generale del Dipartimento salute una richiesta di confronto sulle Linee guida relative alla prossima redazione degli Atti aziendali che, al momento, non ha trovato riscontro. Il DCA n. 54/2023 – Linee Guida regionali per l’adozione degli atti aziendali, appena emanato, necessita, dal nostro punto di vista, di immediate e profonde modifiche. A nostro avviso le suddette Linee Guida e lo stesso Atto Aziendale già approvato di Azienda Zero sono in palese contrasto con le funzioni dell’azienda Zero definite dall’art. 2 della Legge regionale 15 dicembre 2021, n. 32 (Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominato “Azienda per il Governo della Sanità della Regione Calabria – Azienda Zero” – BURC n.107 del 20 dicembre 2021) pertanto violano di fatto una legge emanata dal Consiglio Regionale della Regione Calabria. Nello specifico vengono assegnate ad una Azienda con vocazione amministrativa e di supporto programmatorio ad esempio n. 24 strutture complesse e un numero considerevole di strutture semplici e di strutture a valenza dipartimentale di fatto sottratte alle funzioni organizzative e gestionali delle aziende del sistema sanitario regionale calabrese in contrasto con quanto stabilito dal DM 70/2016 e dal DCA 64/2016. Le strutture assegnate ad Azienda Zero sono a nostro avviso sproporzionate. Basti pensare che l’Azienda Zero prevede una dotazione organica complessiva di circa 240 unità di personale. Facendo le dovute proporzioni con una azienda sanitaria territoriale di piccole dimensioni come, ad esempio quella di Crotone con 1600 unità di personale la stessa dovrebbe avere assegnate, in proporzione ( X = 24 x 1600/ 250 =153, 6), almeno 150 strutture. Inoltre, non si capisce e non si giustifica perché le linee guida siano state emanate prima dell’atto di riorganizzazione della rete ospedaliera che, in base a quanto stabilito dalla “road map” definita dal programma operativo, dovevano aver già prodotto entro dicembre scorso, la revisione del DCA n. 64 ovvero l’atto di riorganizzazione dell’intera rete ospedaliera della Regione Calabria. Stando così le cose, con la riorganizzazione del sistema sanitario regionale si rischia di depauperare le potenzialità organizzative e gestionali di tutte le aziende sanitarie riducendo, di fatto, anche le opportunità di carriera e di valorizzazione professionale dei professionisti sanitari necessari per il rilancio dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri da erogare agli utenti. Senza nulla togliere alle capacità professionali dei “Medici Cubani”, stiamo di fatto condannando il sistema sanitario regionale ad un processo di reclutamento basato solo sulla remunerazione economica delle prestazioni e non ad un vero processo di riorganizzazione basato sulla valorizzazione strutturata delle competenze professionali. In subordine a quanto suddetto entrando nello specifico delle proposte delle linee guida si evidenzia che, nel determinare il numero delle strutture complesse e semplici, osserviamo che si fa uso della distinzione tra strutture “ospedaliere” e “non ospedaliere”, il che produrrebbe una penalizzazione dei servizi territoriali. Infatti – dopo avere individuato il numero complessivo regionale di strutture complesse “ospedaliere”, in ragione dei posti letto (17,5 sono quelli previsti dal Comitato LEA) e di quelle “non ospedaliere”, in ragione del numero di abitanti (9.158 residenti per regioni con popolazione <2,5 milioni) – si prevedono strutture “non ospedaliere” anche all’interno delle aziende ospedaliere e, presumibilmente, anche dei presidi ospedalieri direttamente gestiti dalle aziende territoriali. Tale distribuzione non è conforme agli standard nazionali, per come emanati a seguito della seduta del 26 marzo 2012 del Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, che precisa doversi definire Strutture Ospedaliere le “Strutture all’interno dei presidi ospedalieri a gestione diretta delle ASL, delle aziende ospedaliere, delle aziende ospedaliere universitarie e degli IRCCS pubblici”. Il risultato di tale differenziazione è che ben 27 strutture complesse “non ospedaliere” verranno sottratte ai servizi territoriali perché assegnate alle Aziende Ospedaliere, compresa la costituenda Azienda Ospedaliera Universitaria e un numero imprecisato di strutture saranno considerate “non ospedaliere” pur essendo collocate all’interno dei presidi ospedalieri delle ASP. Risulta evidente che in tal modo il territorio, già scarsamente dotato di strutture e con poca esperienza organizzativa riguardo il lavoro di gruppo, verrebbe depotenziato. Inoltre, sarebbero ulteriormente ridotte le risorse umane destinate ai servizi territoriali, atteso che, per definizione, le strutture complesse per essere tali devono essere dotate di un numero adeguato di unità di personale, che, invece, sarebbe per la maggior parte destinato agli ospedali. Riteniamo che questa programmazione perpetuerà quella visione ospedalo-centrica che ha mostrato tutti i suoi limiti nel fronteggiare la pandemia, finendo per modificare la stessa missione dell’ospedale, oltre che mettere a rischio la salute e la vita dei cittadini, anziché promuovere un sistema integrato ospedale-territorio. Si osserva, inoltre, che al punto 39 si fa riferimento a “posizioni organizzative e incarichi di coordinamento per il personale del comparto”, laddove queste tipologie di incarico sono state già superate dal CCNL 2016/2018 (Capo II Incarichi funzionali Art. 14 Definizione degli incarichi di funzione) e dal vigente CCNL 2019/2021, firmato il 2 novembre 2022 (v. Titolo III Ordinamento professionale, Capo III Sistema degli incarichi, Articoli dal 24 al 31). Il nuovo sistema di inquadramento risulta, infatti, molto più articolato e prevede tre tipologie di incarichi tra loro sovraordinati: incarichi di posizione, di alta qualificazione, consulenza e controllo all’interno della unità operativa; incarichi di funzione organizzativa; incarichi di funzione professionale, che possono essere anche di base. In merito a ciò è necessario rimodulare le linee guida in quanto quelle emanate risultano illegittime e produrrebbero ulteriori illegittimità nell’applicazione da parte delle singole aziende in ordine al numero e alla tipologia di incarichi da prevedere negli atti aziendali, tenendo in debita considerazione quelle già assegnate. In caso contrario, si può supporre che, a causa del disallineamento tra quanto previsto dal CCNL e quanto indicato nelle Linee Guida regionali, saranno avanzate richieste di interpretazione che finirebbero per ritardare l’emanazione degli atti aziendali e la riorganizzazione dei servizi, così come anche sarà ritardata l’applicazione del nuovo CCNL per i dipendenti del comparto, con il relativo trattamento economico. Pertanto, al fine di fare chiarezza, abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo sindacale, per confrontarci sulle criticità rilevate e avere notizie su quali emendamenti si intende apportare alle Linee Guida che dovranno essere la traccia per le aziende riguardo all’emanazione degli atti aziendali. Così come siamo in attesa di essere convocati, ai sensi dell’art.7 del nuovo CCNL 2019/2021 per concordare sulle linee generali d’indirizzo per lo svolgimento della contrattazione integrativa, così come richiesto fin dal 20 gennaio riguardo l’indennità di pronto soccorso da destinare al personale di comparto, definendo un piano di riparto tra le aziende del nostro SSR, per dare attuazione a quanto previsto dall’art.1, comma 293 della legge della legge 30/12/21,n.234, con la decorrenza ivi indicata, rammentando che la quota complessiva, indicata nella tabella G allegata per la nostra regione prevede un importo pari a 1.153.596,00 euro al netto degli oneri riflessi “

Reclutamento per il potenziamento dei centri per l’Impiego, Fp Cgil e Cisl Calabria chiedono un sollecito per l’avvio della procedura

“Fp Cgil e Cisl Fp Calabria esprimono preoccupazione per il mancato avvio della procedura di reclutamento del progetto relativo ai lavoratori a tempo determinato, impegnati nel Piano di Potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle Politiche attive del Lavoro della Calabria, prevista per il 17 febbraio, per come, affermato dall’assessore Regionale al Lavoro, Calabrese e confermato del Commissario di Azienda Calabria Lavoro, Lucio Dattola, nella riunione sindacale del 16 gennaio scorso”. Lo scrivono Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria e Luciana Giordano, segretaria generale Cisl Fp Calabria in una nota inviata al commissario straordinario “Azienda Calabria Lavoro”, Lucio Dattola, al presidente  della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, all’assessore al Lavoro, e Welfare, Giovanni Calabrese, al Dirigente Generale Dipartimento  Lavoro, Sviluppo Economico,  Attività Produttive e Turismo , Roberto Cosentino.

“Il futuro di queste lavoratrici e lavoratori precari, che attualmente non possono essere definiti neanche tali, perché da oltre due mesi sono con il contratto scaduto, è appeso ad un filo. La Fp Cgil e Cisl Fp ha più volte rimarcato che i lavoratori impegnati in tale servizio, oltre che possedere lauree in discipline chiave per operare nel mercato del lavoro, hanno sviluppato percorsi di formazione e aggiornamento e maturato esperienze professionali di un certo valore all’interno della Pubblica Amministrazione; pertanto, la mancata prosecuzione del rapporto di lavoro, oltre a danneggiare pesantemente tali lavoratori, arrecherebbe danno alla Regione Calabria che perderebbe un patrimonio di professionalità che lo stesso Ente ha contribuito a formare. Alla luce di quanto espresso e preso atto dall’enorme ritardo- concludono Baldari e Giordano- si sollecita l’avvio della procedura in oggetto richiamata e contestualmente, si chiede che venga elaborata una soluzione per il definitivo svuotamento di tale bacino di precariato”.

 

Arsac, Fp Cgil e Cisl Fp Calabria proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori

La FP CGIL e la CISL FP Calabria, unitamente ai lavoratori del Comparto Funzione Pubblica ARSAC, proclamano lo stato di agitazione del personale alla luce della recente modifica della Legge Istitutiva dell’ARSAC n. 66 del 2012, in particolare della modifica all’articolo 2 comma 2 lettera m) che viene sostituito dal seguente: (l’ARSAC) contribuisce con proprio personale individuato con provvedimento del Dipartimento competente in materia di agricoltura che ne dispone l’utilizzo, ad attività tecniche, amministrative e di controllo dello stesso Dipartimento nonché dell’Organismo pagatore (ARCEA).

Forte è la preoccupazione espressa dalle segretarie generali della FP CGIL, Alessandra Baldari e della CISL FP, Luciana Giordano, per come l’assessorato all’agricoltura intende utilizzare il personale dell’Azienda ARSAC, già fortemente impegnato nelle proprie attività istituzionali. Con l’emendamento approvato nella seduta di Giunta Regionale del 20 febbraio scorso, sembrerebbe che il Dipartimento Agricoltura possa, senza sentire il Direttore Generale dell’Azienda ARSAC, utilizzare il suddetto personale per soddisfare i bisogni relativi alle attività istituzionali del Dipartimento medesimo o dell’Ente pagatore ARCEA.
In buona sostanza, il personale di ruolo c/o ARSAC è nella piena disponibilità discrezionale del DG del Dipartimento agricoltura, senza tener conto dei carichi di lavoro assegnati dall’ARSAC e del perseguimento della mission istituzionale della citata Azienda. Quanto detto è reso ancora più desolante se si pensa che la dotazione organica dell’ARSAC è ormai ridotta ai minimi termini: dei 220 dipendenti del Comparto Funzione Pubblica, già 49, con un provvedimento di distacco funzionale temporaneo, fortemente discutibile, sono utilizzati da circa 15 anni dal Dipartimento Agricoltura nei propri compiti istituzionali; a costoro si aggiungono ulteriori 40 impegnati a vario titolo su diverse tipologie di controllo ARCEA; e altri 20 nelle funzioni a supporto del Servizio Fitosanitario Regionale in capo al Dipartimento Agricoltura, inoltre ulteriori 46 unità sono impegnate nella formazione per il conseguimento del cosiddetto Patentino Fitosanitario. Ecco perché risultano incomprensibili alle scriventi le ragioni che hanno indotto la Giunta Regionale ad adottare una siffatta scelta, senza attivare, fra l’altro alcun confronto preventivo con le Organizzazioni Sindacali, nonostante l’emendamento incida profondamente sulla vita lavorativa dei dipendenti e sugli stessi assetti organizzativi dell’Ente.
L’ARSAC è da sempre considerata un fiore all’occhiello della Regione Calabria, ricordando a tal proposito che il personale è quasi nella totalità (73%) laureato e specializzato in attività di supporto alle Aziende agricole di tutta la Regione. Uno spostamento ad altri ruoli prettamente amministrativi, svuoterebbe completamente il bacino dell’assistenza tecnica, lasciando le Aziende agricole abbandonate al proprio destino. Si ritiene urgente, pertanto, l’abrogazione del predetto emendamento, che nel caso divenisse operativo, andrebbe a confliggere con la Legge istitutiva di ARSAC minando la propria autonomia gestionale. Sarebbe opportuno invece interessarsi all’approvazione dell’Atto aziendale che giace ormai da diversi anni sui tavoli dell’assessorato e che a distanza di dieci anni della nascita dell’Azienda ancora non trova la sua luce. Dubbi sorgono a questo punto sulle reali finalità di tali scelte (mancata approvazione dell’Atto aziendale e adozione dell’emendamento alla legge n. 66/2012), che potrebbero celare una volontà di paralizzare l’Azienda, svuotarla di personale, renderla inefficiente fino a giustificarne la chiusura.

Al riguardo, le segretarie Baldari e Giordano hanno inviato una nota al Presidente Occhiuto e all’Assessore Gallo per chiedere l’ abrogazione del contestato emendamento e l’ immediata approvazione dell’Atto aziendale, al fine di dare nuovo slancio a un Ente, la cui mission istituzionale è di fondamentale importanza per il tessuto produttivo ed economico della Calabria.

Carcere, Fp Cgil Calabria continua la battaglia sulla sicurezza degli agenti: “Numeri allarmanti sulle aggressioni. Intervenga il Ministro”

“Sono decine gli episodi di violenza che nel 2022 gli agenti calabresi di Polizia Penitenziaria sono stati costretti a subire all’interno degli istituto di pena. Ma c’è un dato ancora più allarmante: di questi dati non c’è una traccia scritta, ma ciò che riusciamo a desumere è solo ed esclusivamente attraverso le notizie stampa che emergono. Moltissimi sono i casi che non emergono e che dunque restano nascosti all’opinione pubblica e agli operatori del settore”.

La segreteria regionale della Funzione Pubblica della Cgil ritorna sul tema della sicurezza su un posto di lavoro delicato e strategico: le carceri calabresi. “Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria, Palmi, Vibo Valentia, Rossano, Castrovillari non cambia. Ogni istituto penitenziario è spesso il teatro di violenza psicologica e fisica che si ripercuote su chi ogni giorno compie il proprio difficile compito e che rischia la propria incolumità.
A seguito di un’altra aggressione subita dagli agenti, nelle settimane scorse abbiamo chiesto al Dap un incontro urgente per confrontarci sulle misure da intraprendere per alleggerire il carico e studiare misure che diano sicurezza e tutela ai lavoratori. Dopo oltre 20 giorni nessuna risposta è ancora arrivata. Oggi andiamo avanti e continuiamo a richiedere un incontro con i vertici del Dap per affrontare seriamente il fenomeno della violenza nelle carceri calabresi. Inoltre, c’è da evidenziare che nessun sindacato o associazione è in grado di analizzare quanto accade negli istituti per un semplice motivo: il Ministero della Giustizia non fornisce i dati dei singoli episodi o dei casi che riguardano ogni istituto. Chiediamo al ministro Nordio di invertire questa tendenza e produrre, almeno annualmente, una rendicontazione puntuale sulle violenze nelle carceri”.

Agenti della Polizia Penitenziaria aggrediti nel carcere di Palmi, Fp Cgil chiede un incontro urgente al Dipartimento amministrazione penitenziaria Calabria

Dura presa di posizione della Funzione Pubblica Cgil Calabria in relazione all’episodio accaduto nell’istituto penitenziario di Palmi, dove nei giorni scorsi un detenuto ha aggredito due agenti della Polizia Penitenziaria. A scrivere al Provveditore Ministero della Giustizia (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria- direzione per la Calabria) è la segreteria regionale della Fp Cgil Calabria: “L’ennesimo atto di violenza ai danni di un agente di polizia penitenziaria nell’istituto di Palmi non può e non deve passare inosservato, né può essere accettato il fatto che, passato il clamore del fatto, tutto rimane come se nulla fosse accaduto come anche non si può essere pervasi dall’idea che “così è (se vi pare)”. La nota è stata inviata per conoscenza anche alla segretaria nazionale della Fp Cgil.

Alla luce di quanto accaduto, l’organizzazione sindacale ha chiesto “evitando ogni inutile retorica, un urgente convocazione di un tavolo sindacale al fine di conoscere quali iniziative siano state attivate, al fine di correggere eventuali discrepanze nell’organizzazione dei singoli istituti penitenziari della regione, ovvero quali atti siano stati posti in essere per contenere il fenomeno, oramai tristemente in aumento, nonché ogni utile informazione sulla gestione del personale del comparto e delle relative carenze di organico”.

Inaugurazione anno giudiziario a Catanzaro, Fp Cgil: “Allarme sul personale”

Nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ritornato a Catanzaro dopo due anni, presente alla cerimonia la Funzione Pubblica Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone- Vibo Valentia.
“Non possiamo che ritenerci soddisfatti per gli interventi dei capi degli uffici giudiziari, a partire dalla relazione del Presidente Vicario della Corte di Appello, ricca di contenuti e proposte, che ha saputo evidenziare in modo dettagliato le problematiche  del distretto che conta 7 Tribunali e 7 Procure. Come Fp Cgil  siamo dell’avviso che la giustizia da sola rappresenta  il 65% di tutto il comparto dei Ministeri unitamente al Dap e al Centro Giustizia Minorile e di Comunità. Tuttavia il distretto di Catanzaro, in considerazione dell’alto tasso di criminalità che purtroppo esiste per via dei numerosi processi e maxiprocessi, meriterebbe di essere più attenzionato rispetto ad altre regioni con più abitanti e meno processi. Pertanto, la pianta organica è assolutamente inadeguata e da rivedere sia per il personale giudiziario che per i magistrati. Partendo dal personale giudiziario, a nostro avviso bisogna  subito intervenire con una serie di azioni e nello specifico esattamente: iniziare e definire le nuove famiglie professionali e la contrattazione integrativa in virtù del recente rinnovo contrattuale 2O19/2021del 9 maggio 2022;  dare seguito  all’accordo del 2017 con le OO.SS. per il passaggio giuridico  tra le Aree; procedere allo scorrimento delle graduatorie esistenti dei cancellieri e direttori”.
Ad affermarlo sono il segretario generale della Fp Cgil Francesco Grillo e il coordinatore Giustizia Sergio Rotella della Fp Cgil: sono questi i principali obiettivi che portano alla “valorizzazione” dei lavoratori e delle lavoratrici che da oltre 30 anni aspettano finalmente il giusto riconoscimento.
“In riferimento  alle assunzioni degli ultimi anni, a partire dagli assistenti giudiziari,   cancellieri, funzionari, direttori e gli ultimi operatori giudiziari stabilizzati ad inizio anno, gli stessi non potranno sopperire ai pensionamenti e le fuoriuscite  previste nei prossimi mesi di lavoratori nonché di molti assistenti giudiziari, che a breve lasceranno gli uffici giudiziari, in quanto vincitori di concorso in altri Ministeri. Infine- aggiungono Grillo e Rotella- la Funzione Pubblica Cgil sta lavorando unitamente alla Fp Cgil Nazionale per il proseguo di tutti i Funzionari UPP che hanno un contratto di 31 mesi PNRR (da prorogare) e dei  lavoratori e delle lavoratrici assunti il 22 novembre scorso per 36 mesi sempre con fondi del PNRR, fino alla stabilizzazione definitiva. È assolutamente impensabile che la giustizia possa privarsi dopo 36 mesi di questo personale ormai formato ed avviato”.
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