Archivia Dicembre 11, 2023

Servizio sanitario regionale, Baldari (Fp Cgil): “E’ necessario il confronto” 

Nota stampa della segretaria generale Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari.

La volontà di rendere effettivo l’auspicato buon funzionamento dei servizi che s’intendono  riorganizzare passa obbligatoriamente dal rispetto di norme e contratti che regolano le relazioni sindacali, che non sono una inutile e fastidiosa complicazione, ma sono fondate sul bilanciamento degli interessi delle aziende e le tutele dei lavoratori, finalizzando al bene comune dei cittadini un’azione sinergica tanto ricercata quanto  necessaria.

Questo vale tanto più per il Servizio Sanitario Regionale, che “come un ammalato uscito dalla rianimazione ha bisogno di riabilitazione” (come detto dal presidente  Occhiuto), e quindi ha bisogno che tutte le figure deputate a farlo funzionare siano coinvolte nel percorso di “rianimazione” che comporta anche un cambio di passo delle condizioni di lavoro.

In esplicito, significa operare  un cambiamento profondo anche di processi organizzativi che, se condivisi, riusciranno a dare gambe a quel percorso di riforma che più volte è stato al centro delle dichiarazioni dell’attuale politica regionale per sanare le profonde criticità del sistema che non dimostra di dare segnali di ripresa.

Sono ormai mesi che, anche unitariamente, sollecitiamo i vertici della Regione, tra cui la struttura commissariale e il Dipartimento alla salute, a riavviare le relazioni sindacali per incardinare con un calendario stretto la discussione su temi fondamentali, ma dopo mesi di silenzio e un primo incontro interlocutorio, in luglio, con il prof. Profiti,  riguardo il reclutamento della dirigenza PTA di Azienda Zero,  non vi è stato nessun confronto produttivo di risultati. Anche quello con la dirigenza medica su linee guida contrattuali e regolamento Alpi, seppur avviato nei mesi scorsi, è stato congelato.

L’ultimo sollecito da parte delle organizzazioni sindacali si è esplicitato ai primi di ottobre, in un incontro con il Commissario Esposito a cui abbiamo sottolineato la necessità di calendarizzare convocazioni nel rispetto degli istituti dell’informazione e del  confronto in applicazione dell’ultimo  rinnovo contrattuale.  Incontri necessari, tra le altre cose, anche per redigere le linee guida regionali al fine di  uniformare la sottoscrizione dei contratti integrativi di ASP e Aziende Ospedaliere, per omogeneizzare le procedure di ulteriori stabilizzazioni ai sensi delle norme e accordi vigenti, evitando di incorrere, come è capitato, in azioni amministrative che hanno creato distinguo tra lavoratori con pari condizioni, riguardo al mantenimento in servizio ai fini della stabilizzazione e che abbiamo contestato.

Tra le altre, sono rimaste totalmente inevase le richieste di confronto partite a gennaio 2023, ai sensi dell’art.7 del nuovo CCNL per definire un accordo finalizzato alla ripartizione delle risorse che ammontano a 1.153.596,00 di euro per la Calabria, giusto art.1, comma 293 della legge 30/12/2021, n. 234, destinate a retribuire una indennità aggiuntiva al personale  afferente al Pronto soccorso. A proposito di dare risposte a chi sta in trincea e spesso subisce aggressioni.

In questi giorni, in vista della riorganizzazione delle Centrali Operative del 118, prevista nel programma di riorganizzazione territoriale da realizzare entro il 20 febbraio prossimo, con l’istituzione di una Sala opertiva 118 di area nord a Cosenza, una di area centro e sud a Catanzaro e  le Postazioni di Emergenza Territoriali 118 (PET), il Direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, su delega del Commissario di Azienda Zero, ha comunicato ai Direttori delle attuali Centrali Operative che, insieme al trasferimento delle competenze gestionali del 118, il personale medico e infermieristico potrebbe essere utilizzato presso le suddette istituende Sale Operative.

Abbiamo segnalato che tale provvedimento comporta processi di mobilità e riassegnazione del personale e, pertanto, è soggetto all’istituto del “confronto regionale”, ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera b del vigente CCNL 2019/21.  Agli operatori è stato chiesto in modo informale di operare una scelta riguardo alla futura sede lavorativa, senza alcuna convocazione  di confronto con le OO.SS. regionali di categoria , seppur obbligatoria per Contratto, ed in assenza di informazioni circa le modalità operative e le condizioni di lavoro dal punto di vista economico e giuridico. A tal riguardo, al fine di prevenire contenziosi e in considerazione della particolare funzione strategica di tale servizio, abbiamo chiesto la sospensione di ogni effetto della comunicazione inviata ai Direttori territoriali di Centrale Operativa di 118, nelle more del “Confronto” con le organizzazioni sindacali.

Riteniamo che questo modo di procedere, oltre che violare palesemente le previsioni contrattuali sulle relazioni sindacali che sono  giudizialmente tutelate in caso di mancata applicazione, continui a reiterare una prassi di autoreferenzialità che non agevola i processi di riforma e riorganizzazione tanto auspicati e necessari e lede i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del Servizio Sanitario Regionale che difenderemo  attivando ogni azione prevista dalle norme vigenti.

Contratto integrativo aziendale Asp Catanzaro, soddisfazione della Fp Cgil: “Raggiunti importanti obiettivi”

Nota della segretaria Area Vasta Fp Cgil, Amalia Talarico, del componente Rsu – Fp Cgil, Giuseppe Colombino, e del delegato aziendale Fp Cgil, Maurizio Iacopino.                                               

La FP CGIL Area Vasta Cz Kr Vv esprime soddisfazione per la sottoscrizione del contratto integrativo aziendale dell’Asp di Catanzaro avvenuto in data 23 novembre 2023. Anche questo percorso travagliato si è concluso. Certamente il ritardo accumulato non può ascriversi alla responsabilità delle organizzazioni sindacali anche se ha visto la resistenza di alcune sindacali, possiamo ritenerci soddisfatti poiché si è concluso, nel miglior modo possibile e a garanzia e tutela dei lavoratori tutti (iscritti e non alle organizzazioni sindacali),  l’Azienda  procederà alla pubblicazione dei DEP (differenziali economici di professionalità ex PEO) con definizione dell’iter amministrativo entro e non oltre il 31 dicembre 2023, al fine di consentire a tutti i dipendenti aventi titolo, di progredire nell’ambito della propria Area di appartenenza, in base a quanto previsto dal CCNL stipulato a livello nazionale il 2 dicembre 2022.

L’iter procedurale ai fini della definizione di un Contratto integrativo aziendale è sempre un momento travagliato in quanto nasce dalla contrattazione/mediazione tra la Parte Pubblica (l’Azienda) e le Parti Sociali (le organizzazioni sindacali); è ovvio che quest’ultime hanno l’interesse di tutelare gli interessi dei lavoratori nella maniera più ampia possibile e l’Azienda viceversa, di difendere le posizioni di un datore di lavoro che cerca di raggiungere i maggiori risultati con il minore dispendio di risorse possibile.

In questo confronto tra le parti, bisogna sempre rispettare alcuni paletti normativi e contrattuali che non consentono di chiedere, da parte delle organizzazioni sindacali, aldilà di quanto consentito anche in base ai vincoli di bilancio.

In tale ottica importanti obiettivi sono stati raggiunti, giusto per citarne alcuni:

  1. Estensione dell’indennità per l’operatività in particolari servizi/U.O. prevista dall’art. 107 del CCNL anche al personale delle REMS e della Casa Circondariale;
  2. L’istituzione dall’anno 2024 della Banca delle ore, prevista dall’art. 48 del CCNL;
  3. Aumento del valore economico del buono pasto dal 01.01.2024 ad euro 7,00.

Soddisfazione si esprime per l’accoglimento da Parte Pubblica, ed all’unanimità delle altre sigle presenti, delle osservazioni poste all’attenzione del Tavolo delle trattative da parte della FP CGIL. Quest’ultima ha chiesto tra l’altro, la rivisitazione del Regolamento riguardante il diritto al buono pasto, in modo da garantirne la fruizione a tutto il personale avente titolo, indipendentemente dal Ruolo di appartenenza, ed al fine di evitare discriminazioni di sorta.

Progressioni verticali dei dipendenti regionali, Baldari e Schipano (Fp Cgil): “Rischio di disparità e contrasto normativo”


Nota della segretaria generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari e del segretario regionale Fp CGIL Calabria Fernando Schipano

La Fp Cgil esprime profonda amarezza per la decisione presa da parte dell’’Amministrazione Regionale della Calabria, la quale ha stabilito, unilateralmente, di troncare il confronto con le parti sociali su criteri per le selezioni delle progressioni verticali dei dipendenti regionali, in applicazione dell’art.13 del CCNL funzioni locali. Le tanto agognate “verticalizzazioni”, volute fortemente dalle organizzazioni sindacali cristallizzate dal CCNL sopra richiamato, all’interno del quale è prevista una procedura di selezione che avrebbe dovuto basarsi sulla comparazione di elementi oggettivi e avrebbe prodotto un documento più trasparente e intellegibile per tutti i dipendenti, a nostro parere, rischia di essere stravolta dall’amministrazione regionale che, caparbiamente,  introduce e dà estrema rilevanza ad un colloquio valutativo tra i criteri della stessa valutazione, introducendo un parametro altamente discrezionale contro lo spirito della norma contrattuale che valorizza l’esperienza professionale. L’esito di questa assenza di corretto confronto ha prodotto una proposta della parte pubblica considerata da questa organizzazione sindacale irricevibile e dannosa. Nonostante la sollecitazione della Fp Cgil, unitamente alle altre organizzazioni sindacali e finanche degli stessi dipendenti, i quali, dopo una partecipata assemblea  attraverso il loro voto, hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali di chiedere l’eliminazione di tale criterio, la Regione Calabria, incomprensibilmente, in controtendenza con il richiamato dettato contrattuale,  ha ritenuto di recidere il confronto presentando al tavolo, per bocca dell’Assessore al Personale, Pietropaolo, una proposta ultimativa che non ha dato spazio alla mediazione. Pertanto, una procedura che poteva basarsi sulla comparazione di elementi oggettivi, che avrebbe prodotto un documento più trasparente e intellegibile per tutti i dipendenti, non è stata neanche presa in considerazione, nonostante le possibilità offerte dal richiamato art. 13 del CCNL. Come più volte ribadito, la procedura imposta dall’Amministrazione creerebbe una sperequazione non comprensibile tra dipendenti dello stesso Ente, atteso che, pochi mesi addietro, nella precedente “selezione verticale” operata dalla Regione Calabria, lo stesso Ente ha agito nel perimetro disegnato dal quadro normativo sopra richiamato, non prevedendo in alcun modo nessun colloquio. Va rilevato, inoltre, che l’Ente aveva, precedentemente, predisposto e approvato con Delibera di Giunta Regionale, i criteri per le selezioni di che trattasi, all’interno delle quali il colloquio valutativo non era assolutamente previsto. Le organizzazioni sindacali ai sensi dell’art. dell’art. 6 del CCNL, più volte richiamato, non hanno attivato l’istituto del confronto, in quanto tali criteri erano in linea con quanto previsto dal contratto. Ci chiediamo, come mai questo cambio repentino d’impostazione che crea una evidente disparità di trattamento? A chi giova? Inoltre, segnaliamo all’Amministrazione Regionale che una non corretta applicazione delle procedure concertative possa far saltare una riqualificazione del personale regionale che era fortemente attesa e che è elemento cardine per una migliore organizzazione degli Uffici della Giunta Regionale! La ragione addotta dalla parte pubblica si fonda    su un parere che l’ARAN ha fornito ad un piccolo comune del centro Italia; fermo restando che un parere sia pur autorevole, rimane sempre un parere e, ai fini giuridici, non obbliga nessuno, viceversa, dato che si tratta solo di una opzione da utilizzare o meno,  siamo certi, invece, che le esigenze di un piccolo comune non siano le stesse di un grande Ente con quasi duemila dipendenti. Questa organizzazione sindacale chiede, pertanto, di recedere da questa impostazione sbagliata. Ove, però, tale atteggiamento troverà riscontro anche nei conseguenti atti deliberativi dell’amministrazione, la Fp Cgil Calabria si riserva di valutare la corretta applicazione del dettato normativo in violazione del quale ricorrerà nelle dedicate sedi legali e metterà in campo tutte le iniziative che riterrà più opportune.

Sciopero 30 ottobre, Fp Cgil Calabria: “A fianco dei lavoratori degli Ispettorati Territoriali. Serve garantire la legalità”

Nota stampa della segretaria generale della Fp Calabria, Alessandra Baldari, e della Coordinatrice Regionale Inl FP CGIL Calabria, Graziella Secreti.  

“Dopo i due scioperi nazionali degli scorsi mesi, le lavoratrici e i lavoratori dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro continuano a chiedere tutela per dare tutela e sono costretti a scioperare per la terza volta l’intera giornata del prossimo 30 ottobre.

Permane l’incresciosa vicenda degli arretrati perequazione ancora negati e sono a rischio salario accessorio e progressioni economiche . Aumentano le disfunzioni, perché l’Ispettorato non è adeguatamente informatizzato, né dotato di sufficiente autonomia .

La logica distruttiva della riforma a costo zero da cui è’ nata l’Agenzia, sta producendo i suoi effetti : solo cambiamenti formali, ma nessun cambio di passo, di cui invece ci sarebbe bisogno perché essa è l’ente preposto a garantire la sicurezza e la legalità in ogni luogo di lavoro .

Non è’ possibile contrastare le morti sul lavoro, se sul sistema dei controlli non si investe e se non si dotano gli ispettori di strumenti, risorse e retribuzioni adeguate. Anche il tentativo di potenziare gli organici è fallito, perché le retribuzioni insufficienti  e la mancanza di indennità di funzione, hanno determinato un tasso elevatissimo di rinunce e quindi permangono le strutturali carenze di organico che da tempo affliggono gli Uffici del territorio.

E allora non si tratta di una mera vertenza economica, ma lo stato dell’Agenzia è indicativo della mancata centralità del lavoro sicuro e dignitoso nell’agenda dei Governi degli ultimi anni e soprattutto di quello attuale, che ha aumentato la precarietà dei rapporti di lavoro .

Anche in Calabria, soprattutto in Calabria,  il 30 ottobre la FP CGIL sarà a fianco dei lavoratori degli Ispettorati Territoriali perché, se davvero si vuole contrastare le morti, lo sfruttamento, il caporalato, il lavoro nero, servono controlli efficienti e investimenti idonei a garantire la legalità”.

Nomine degli enti in Regione, Baldari (Fp Cgil): “Caso Medaglia emblematico. E’ il momento di cambiare meccanismo e procedere con evidenza pubblica”

Nota della segreteria generale della Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari

“L’arresto di Carlo Maria Medaglia, che secondo la Procura di Roma avrebbe inscenato l’esecuzione di alcuni progetti di ricerca e sviluppo per consentire di ottenere consistenti crediti fiscali, è avvenuto successivamente alla indicazione quale commissario straordinario dell’Arpacal da parte del Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto.

Tale episodio ha messo in luce, ancora una volta, che il meccanismo delle nomine ai vertici degli enti strumentali della Regione non può continuare nel solco fin qui seguito, ma richiede particolare attenzione, procedure ad evidenza pubblica e un supporto di esperti, magari indipendenti, di altissimo profilo che possano affiancare i decisori politici nella valutazione dei profili idonei da individuare alla guida degli Enti.

Tale supporto nella valutazione, che non può essere condizionata solo da appartenenze politiche, soprattutto riguardo agli enti tecnici che devono per legge garantire terzietà e indipendenza, avrebbe il vantaggio di rendere più trasparenti le nomine e soprattutto potrebbe esprimere valutazioni tecniche e giuridiche adeguate ogni qualvolta gli enti abbisognino della nomina di un nuovo management caratterizzato da comprovate competenze.

Inoltre, a garanzia dell’efficienza degli enti, è appena il caso di ricordare che la separazione tra gestione amministrativa e gestione politica è la cifra giuridicamente riconosciuta che conferisce ai direttori generali quella necessaria autonomia e responsabilità nel governo degli Enti, pur sempre all’interno di obiettivi, indirizzi gestionali e operativi definiti sia a livello regionale che nazionale. Per queste ragioni la Funzione Pubblica della CGIL ritiene sia giunto il tempo di cambiare passo e passare da una pratica reiterata e diffusa di nomine commissariali e a tempo breve, comprese quelle delle Aziende sanitarie e Ospedaliere, al ripristino della regolare nomina di Direttori generali alla guida degli enti e delle aziende a garanzia dell’autonomia gestionale, la cui valutazione deve essere caratterizzata da oggettiva osservazione periodica degli esiti di governo, operata dall’organo politico, magari ancora supportato dagli quegli esperti impegnati nella valutazione dei profili che possano pesare con competenza l’efficacia dei servizi resi ai cittadini, il superamento delle criticità, l’efficienza e il buon andamento dei conti.

La deliberazione della Giunta Regionale della Calabria n. 568 del 18.10.2023 che individua nella figura del già direttore scientifico, dr. Michelangelo Iannone, il neo Commissario dell’Arpacal, è un segnale per consentire all’ente di uscire dalle secche nelle quali si ritrova; v’è però da sottolineare che nomine di breve durata, come già avvenuto per il Gen. Errigo, non danno garanzie per programmare i cambiamenti che i lavoratori e i cittadini reclamano da tempo e che richiedono finanziamenti adeguati. Inoltre, in considerazione che lo stesso dr. Iannone rientra nell’elenco dei 25 candidati idonei a ricoprire la carica di direttore generale, bando indetto il 12 agosto 2022 con decreto del Dirigente Generale del dipartimento Ambiente e Territorio, successivamente riaperto ad ottobre dello stesso anno, è lecito chiedersi “perché lo stesso non è stato nominato direttore generale anziché commissario straordinario? E come mai la scadenza del mandato affidatogli non è congrua a consentirgli di programmare e lavorare con la dovuta serenità? Perché il Presidente Occhiuto dichiara che non è facile trovare persone disposte a lavorare in Calabria e che deve cercare altrove?”

La Fp Cgil augura buon lavoro al dr. Iannone, stimato ricercatore del Cnr e docente dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, e auspica che siano riaperte con urgenza le corrette relazioni sindacali, ferme ormai da alcuni mesi, che si riconsegni fiducia a tutto il personale da tempo in attesa di un giusto riconoscimento per l’impegno profuso, considerato che l’attuale pianta organica è numericamente insufficiente per attuare le migliori strategie di tutela dell’ambiente, compresi i monitoraggi e i controlli, in una regione che in campo ambientale è gravata da diverse infrazioni comunitarie”.

Salute. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl: “Firmato accordo ponte per superare Ccnl Aiop Rsa”

Aumenti tabellari mensili da 118 a 301 euro

I sindacati: “a gennaio tavolo negoziazione per contratto unico di settore”

Roma, 3 ott – “E’ stato firmato l’accordo ponte per il superamento del Contratto collettivo nazionale di lavoro Aiop Rsa, che coinvolge il personale dipendente delle Rsa e delle altre strutture residenziali e socio-assistenziali associate Aiop. Tra i punti salienti: con le competenze del mese di ottobre le lavoratrici e i lavoratori avranno aumenti tabellari mensili dai 118 ai 301 euro in rapporto alla professione-inquadramento; quanto all’indennità del servizio notturno, è prevista una maggiorazione del 15% della quota oraria notturna non legata più al minimo di notti effettuate; un nuovo superminimo non inferiore a 40 euro mensili per i lavoratori assunti prima del 2012 che diventa non assorbibile; un premio di anzianità pari a 40 euro mensili per 13 mensilità per chi ha maturato già dieci anni di anzianità nella stessa azienda o gruppo. E’ stata inoltre demandata alla
contrattazione aziendale un nuovo premio di produttività annuale, nonché fissati in 15 minuti i tempi di vestizione e migliorata la casistica di ricorso ai tempi determinati, e preso l’impegno a rivedere nel nuovo contratto l’istituto della malattia”.
E’ quanto comunicano in una nota i segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, rispettivamente Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti.
“A gennaio – hanno aggiunto – è prevista l’apertura inderogabile del tavolo di negoziazione per la stipula di un contratto unico di settore con le organizzazioni sindacali comparativamente e maggiormente rappresentative. Grazie all’intesa sottoscritta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl si va verso il contratto unico di settore. Questo accordo restituisce un giusto trattamento economico a lavoratori che lottano da più di 11 anni: adesso il nostro impegno è lavorare affinché la trattativa sul contratto unico porti ulteriori risultati per tutti i lavoratori del settore, economici e sui diritti”.

Fp Cgil: “Azienda Dulbecco nel caos. La brezza caraibica non rinfresca la sanità calabrese”


Nota di Franco Grillo (
segretario generale della Fp Cgil Area Vasta), Ivan Potente (Coordinatore Medici FPCGIL Area Vasta dirigenza Medica e Sanitaria), Anna Rotundo (responsabile aziendale Dulbecco Fp Cgil Area Vasta).

 “Il già difficile percorso di nascita dell’azienda ospedaliera universitaria “Renato Dulbecco”, segnato da ritardi ed incomprensioni, registra un ulteriore ed improvviso stop! Il Commissario Straordinario Vincenzo La Regina, infatti, abbandona l’incarico per la nomina a Direttore Sanitario dell’Azienda Sanitaria 6 di Roma.

Difficile pensare che tale scelta sia frutto del caso. Da giorni, infatti, si susseguivano voci e notizie di incomprensioni tra  La Regina ed i vertici universitari, non ultima la differenza di vedute sulla localizzazione del Pronto Soccorso all’ex azienda Mater Domini. E’ facile invece pensare che La Regina abbia capito “l’aria che tira” ed abbia pensato bene di lasciare l’incarico prima di essere costretto a farlo.

In effetti nella sanità calabrese tira davvero una brutta aria  che non può essere purificata da qualche alito di brezza “caraibica”.

Incarichi di vertice delle aziende sanitarie che rimangono vuoti per motivi giudiziari o per rinunce personali vicariati dal sempre più diffuso sistema delle “reggenze” che conferma l’assoluto stato di precarietà nel quale versano le aziende pubbliche. Il commissario Occhiuto, che appare sempre più in difficoltà, si affida a momenti celebrativi estemporanei quali l’inaugurazione della Risonanza Magnetica al presidio Mater Domini precisando lui stesso che tali eventi “non vanno celebrati” (allora perché era presente all’inaugurazione?).

Nel mentre la ricognizione del debito sanitario monstre non si scorge neanche in lontananza,  e la Calabria sanitaria pullula di Commissari, Subcommissari, Direttori Generali ed esperti importati a vario titolo ma ancora non si riesce a capire chi siano veramente gli interlocutori.

Il progetto dell’azienda ospedaliera universitaria Dulbecco che sembrava essere l’unica vera novità in un quadro desolante, sta inesorabilmente naufragando tra le incomprensioni, esplicite e soprattutto implicite tra universitari ed ospedalieri, con il povero Renato Dulbecco che si starà rivoltando nella tomba nel veder come il suo nome sia stato speso per un progetto così controverso.

Chi può fugge: fuggono i pazienti che continuano ad emigrare verso altre regioni o si rivolgono alle strutture private, a proprie spese, per quelle prestazioni che il pubblico non eroga. Tuttavia fuggono anche i medici e gli  infermieri, sia i più giovani che vanno al Nord o in altri paesi a specializzarsi o impiegarsi  ma anche i meno giovani che si pensionano appena possono o si trasferiscono a lavorare nel privato: qualcuno ha provato a verificare quanti Primari siano andati via prematuramente negli ultimi tempi? La regione ha provato ad analizzare le cause del fenomeno e soprattutto a porre dei rimedi?

Quanto ancora potrà continuare la politica degli effetti annuncio, che vengono puntualmente ed inesorabilmente smentiti dai fatti? Non possiamo aspettare che siano i posteri a dare l’ardua sentenza perché il tempo presente è drammatico  ed i bisogni dei pazienti non possono attendere.

Occorrono interventi strategici da mettere in campo e perseguire con lucidità e tenacia. Occorre creare un ambiente di lavoro sano che possa attirare i professionisti e non farli scappare. E, soprattutto, si rende necessaria una classe politica che lavori con umiltà e dedizione ad un serio progetto di rinascita sanitaria”.

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