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“Nuova infornata di portaborse: senza pudore”: l’indignazione di Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl.

 

“Ancora una volta apprendiamo dai quotidiani con estrema indignazione dell’ennesimo giro di giostra che gli esponenti politici del momento in forza al Consiglio e alla Giunta regionale della Calabria stanno offrendo a spese dei calabresi ai soliti amici e parenti. Ancora assunzioni con contratti flessibili di gente che non solo riesce a passare dalle “feritoie” per accedere ai pubblici Uffici delle massime Assise regionali ma non vanta nemmeno curriculum che certifichino un’adeguata preparazione e le competenze necessarie per lo svolgimento di una qualsiasi mansione all’interno di Enti che dovrebbero esprimere il gotha del pubblico impiego nella nostra Regione. Siamo ormai davvero al capolinea!”. A scriverlo sono i segretari generali Alessandra Baldari (Fp Cgil), Luciana Giordano (Cisl Fp) ed Elio Bartoletti (Uil Fpl) e il segretario aziendale FP CGIL Giunta regionale Calabria Ferdinando Schipano, il segretario aziendale giunta regionale CISL FP Giuseppe Spinelli, e il segretario regionale Uil FPL Walter Bloise.

“Una classe politica concentrata solo sulla prossima tornata elettorale e che ancora una volta pensa di creare nuovi bacini di “utilizzati” per i propri fini elettorali. La dicotomia in atto è palese e inammissibile. Da un lato si tiene in “bagnomaria” il Tavolo regionale sul precariato storico della Giunta regionale (atteso da due mesi dalle scriventi Organizzazioni Sindacali) che dovrà definire le vere capacità assunzionali dell’Ente, con l’immissione nei ruoli della stessa Giunta di personale altamente qualificato, già formato e da tempo utilizzato in Servizi essenziali. Personale che attende da tempo di essere stabilizzato o di chiarire comunque il proprio status giuridico e la natura del rapporto di lavoro con l’Amministrazione in cui viene utilizzato. Per non parlare poi del Personale interno che attende da troppo tempo il riconoscimento dei percorsi di carriera con l’attivazione delle progressioni verticali! Dall’altro lato si assume, con spregiudicata arroganza, personale privo di qualsivoglia professionalità e senza alcuna selezione, con la connivenza della classe dirigente regionale preoccupata più a non perdere la titolarità delle proprie funzioni di direzione piuttosto che ad attendere a quei compiti di consulenza e supporto tecnico-giuridico che potrebbero indurre il vertice politico a riconsiderare queste deprecabili scelte e ad abbandonare questa deriva populista.
Un Sindacato serio e attento non può e non deve sottacere a tanta indecenza! In Cittadella vengono sfruttate professionalità di prim’ordine, formatesi in anni di servizio e a cui non si vuole dare una definitiva sistemazione in nome dell’esigenza di contenere la spesa del personale, per poi apprendere che detta
esigenza viene meno quando si tratta di instaurare nuove forme di lavoro flessibile con soggetti privi di professionalità e competenza ma utili a una causa non meglio specificata dei singoli esponenti politici”.

“Adesso basta!- concludono i sindacati-
si convochi immediatamente il Tavolo sul precariato storico della Giunta regionale e si dia seguito agli impegni assunti sia con le scriventi Segreterie regionali sia con gli stessi Lavoratori! FP CGIL, CISL FP e UIL FPL Calabria sono pronte a proclamare lo stato di agitazione del personale coinvolto se entro breve termine non sarà convocato il previsto Tavolo negoziale”.

Domani la manifestazione “Fermiamo la strage sui posti di lavoro”: le iniziative di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Calabria

Sono tante le assemblee, i Sit-in e le iniziative unitarie programmate dalle Federazioni del pubblico impiego di CGIL, CISL e UIL in tutta la Calabria per la giornata del 20 maggio 2021 nell’ambito della mobilitazione proclamata dalle tre Segreterie Nazionali Confederali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro “Fermiamo la strage sui posti di lavoro” . I segretari generali Alessandra Baldari (Fp Cgil), Luciana Giordano (Cisl Fp) ed Elio Bartoletti (Uil Fpl) con una nota comunicano il calendario delle iniziative in ordine di orario.
1) Assemblea Sit-in presso la Piazza antistante l’Amministrazione provinciale di Cosenza, dalle ore 11.00 fino a cessate esigenze, dove confluiranno tutti i dipendenti degli Uffici pubblici circostanti, nel rispetto delle misure anti-Covid. 2). Assemblea Sit-in presso la Prefettura di Crotone, dalle ore 11.00 fino a cessate esigenze, nella quale confluiranno tutti i dipendenti pubblici del territorio crotonese, nel rispetto delle misure anti-Covid. 3). Assemblea presso l’Asp di Vibo Valentia, dalle ore 11.00 fino a cessate esigenze. 4). Assemblea presso il Comune di Reggio Calabria dalle ore 13.00 fino a cessate esigenze. 5). Assemblea presso il Grande Ospedale Metropolitano (GOM) di Reggio Calabria, dalle ore 14.30 fino a cessate esigenze. 6). Assemblea Sit-in presso l’ASP di Reggio Calabria – Ospedale Spoke di Locri, dalle ore 15,00 fino a cessate esigenze, dove sarà inscenato anche un flash mob. 7) Assemblea presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini di Catanzaro, dalle ore 15.00 fino a cessate esigenze.

Iniziative organizzate anche nel pubblico impiego calabrese, dunque, per dire basta alle morti bianche, alle stragi nei luoghi di lavoro causate dalla scarsa attenzione prestata dalla parte datoriale alla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Morti causate da ambienti e processi lavorativi non idonei a garantire l’incolumità fisica e psichica dei tantissimi Lavoratori che quotidianamente sono impegnati in tutti i Settori pubblici e privati per garantire servizi e risposte alle comunità e al Paese intero.

“L’esigenza di assicurare il rispetto della vigente legislazione e delle misure di prevenzione introdotte nell’Ordinamento giuridico italiano a salvaguardia della sicurezza e della salubrità dei luoghi di lavoro è certamente più evidente in tanti, troppi, Settori del Lavoro privato. E a tutti i Lavoratori del Settore privato va il pensiero e la solidarietà delle Federazioni del pubblico impiego calabrese di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL. Esistono comunque segmenti della Pubblica Amministrazione parimenti esposti a rischi di vario genere, a partire dagli immobili utilizzati come sede di Uffici pubblici, quasi nessuno a norma qui in Calabria, addirittura neanche con riferimento all’abbattimento delle barriere architettoniche. I casi più evidenti si registrano nel Comparto della Sanità sia pubblica che privata, laddove le condizioni di lavoro restano fortemente compromesse dalla mancanza di organizzazione, di dotazione strumentale e tecnologica, di dispositivi e presidi di sicurezza, da carenza di personale, dai ritmi di lavoro insostenibili e anche qui da immobili fatiscenti e certamente privi dei fondamentali requisiti di sicurezza. E’ inutile dire che in occasione della pandemia da COVID-19, il personale più esposto a rischi è stato proprio quello sanitario, che – ricordiamolo bene – ha lavorato a mani nude, senza mascherine e gli indispensabili dispositivi di protezione individuale e senza una cabina di regia, per tutto il primo periodo del contagio. Ma parlando di misure di sicurezza nei luoghi di lavoro pubblico non possiamo limitare il ragionamento solo al personale sanitario, perché ci sono altre categorie di lavoratori pubblici che svolgono attività rischiose, quali gli Ispettori del Lavoro, dell’INPS, dell’INAIL, il personale delle Agenzie delle Dogane, della Protezione Civile e ovviamente tutto il personale delle Polizie Locali”, scrivono i segretari generali Alessandra Baldari (Fp Cgil), Luciana Giordano (Cisl Fp) ed Elio Bartoletti (Uil Fpl). Che concludono:

“Bene hanno fatto, dunque, i segretari nazionali di CGIL, CISL e UIL a proclamare questa giornata di mobilitazione per domani 20 maggio, chiedendo un “Patto per la salute e la sicurezza” atto a garantire a ogni Lavoratrice e Lavoratore regolarità sul piano contrattuale, legalità, rispetto e centralità della persona e adeguata organizzazione del lavoro, retribuzioni dignitose! I Segretari Generali con le rispettive Segreterie e il gruppo Dirigente di FP CGIL, CISL FP e UIL FP di tutta la Calabria domani parteciperanno alle manifestazioni indicate nel calendario e invitano tutti i dipendenti pubblici ad aderire alle iniziative, partecipando in maniera compatta”.

Precariato storico della Giunta regionale, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl: “Che fine ha fatto il tavolo negoziale per superarlo?”

“Mentre in Cittadella regionale alcuni esponenti politici convocano assemblee e riunioni per alimentare ulteriori illusioni su nuovi bacini di precari, immaginando magari di poterli collocare ancora una volta nel grande e appetibile ventre della Pubblica Amministrazione, senza considerare l’esigenza di misurarsi con il complesso impianto normativo e i vincoli di bilancio che disciplinano e condizionano, limitandolo, il reclutamento di personale nei pubblici Uffici, i lavoratori rientranti nel precariato storico della Giunta regionale sono ancora in attesa di un Tavolo tecnico di confronto con il direttore generale del Dipartimento delle Risorse umane, che avrebbe dovuto essere convocato lo scorso 31 marzo” .

Lo affermano i segretari generali Alessandra Baldari (Fp Cgil), Luciana Giordano (Cisl Fp) ed Elio Bartoletti (Uil Fpl) e I segretari aziendali Giunta regionale Calabria Ferdinando Schipano (Fp Cgil),  Giuseppe Spinelli (Cisl Fp), Walter Bloise (Uil Fp), i quali, insieme  alle rispettive segreterie aziendali, più volte hanno sollecitato un Tavolo che ancora però non è stato ancora convocato.

“Inerzia che desta non poche perplessità e preoccupazioni, vista l’impellente esigenza di effettuare un distinguo sulle varie galassie che compongono l’universo dei Lavoratori “utilizzati” e “precari” che a vario titolo ma con sostanziali differenze giuridiche sono incardinati, da anni, nei Servizi e negli Uffici della Giunta regionale. E’ da tempo che le tre Sigle confederali del pubblico impiego chiedono che si metta ordine fra le varie fattispecie di Lavoratori che gravitano nei vari Dipartimenti della Giunta regionale ed è da molto tempo che chiedono di dare futuro e stabilità lavorativa a quei professionisti che sono ormai incardinati funzionalmente in Settori strategici dell’Ente, tanto da essere considerati indispensabili per il buon andamento dei Servizi in cui operano. L’elaborazione del Piano del fabbisogno del personale della Giunta regionale e i conseguenti calcoli aritmetici per far rientrare il numero di personale da assumere nei parametri dettati da una normativa stringente e spietata non possono costituire una perenne scusante per evitare il confronto con le Organizzazioni Sindacali”.

“I bisogni legati alle esigenze contingenti del particolare momento emergenziale, che impongono il perfetto funzionamento di tutti gli Enti pubblici, non ammettono una politica del personale fondata su una “melina” senza fine. Si convochi, dunque, immediatamente il Tavolo di confronto e si inizi a dare risposte a quei Lavoratori che da troppo tempo stanno aspettando un segnale di attenzione nei loro riguardi ma che, soprattutto- concludono i sindacati– hanno maturato i requisiti e le professionalità per poter ricevere il pieno ed effettivo riconoscimento dello status giuridico di dipendente pubblico”.

Crisi del Corap. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl proclamano lo stato di agitazione: “Sit-in alla Cittadella il 21 maggio”

Su mandato dei lavoratori, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Calabria proclamano lo stato di agitazione dei dipendenti del Corap e convocano un’assemblea sit-in fuori dal posto di lavoro nella Piazza San Francesco da Paola della Cittadella regionale della Calabria, a Germaneto di Catanzaro, per il prossimo 21 maggio, dalle ore 11,00 fino a cessate esigenze. Inoltre, i segretari generali Alessandra Baldari (Fp Cgil), Luciana Giordano (Cisl Fp) ed Elio Bartoletti (Uil Fpl) chiedono fin da adesso al presidente della regione Calabria ff, Antonino Spirlì e all’Assessore al ramo, Fausto Orsomarso, di ricevere in quell’occasione le organizzazioni sindacali promotrici dell’iniziativa con una delegazione di lavoratori.

“Le scriventi organizzazioni sindacali in seguito all’audizione in Commissione Vigilanza del Commissario straordinario dell’Ente, Renato Bellofiore e del Revisore dei conti, Sergio Tempo sulla situazione del CORAP hanno registrato alcune dichiarazioni rese da esponenti politici e Consiglieri regionali in netto contrasto le une con le altre in merito alla possibilità di rilancio e messa in sicurezza dello stesso Ente, da anni in gravissime condizioni finanziarie. Ma il dato più preoccupante è l’assoluto disinteresse del Presidente della Giunta regionale f.f., Antonino Spirlì,  e la mancata convocazione, nei 15 giorni stabiliti, da parte dell’Assessore al ramo, Fausto Orsomarso, del Tavolo di confronto concordato con le Organizzazioni Sindacali nella seduta dello scorso 22 aprile”, si legge in una nota inviata al Presidente Giunta Regionale, Antonino Spirlì, all’assessore al Lavoro, Sviluppo economico e turismo Fausto Orsomarso al Commissario Straordinario Renato Bellofiore e ai membri della commissione di vigilanza, il presidente Domenico Giannetta, il vicepresidente Carlo Guccione , il segretario On.le Pierluigi Caputo e ai componenti Graziano Di Natale, Sinibaldo Esposito, Pietro Santo Molinaro.
La comunicazione è stata inviata anche al prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta e al questore di Catanzaro, Mario Finocchiaro.

 

“Le sottoscritte seguono ormai da anni le dinamiche della vita del CORAP ai Tavoli di confronto regionale e sono ben consapevoli che per salvare questo Ente da una procedura concorsuale non sono sufficienti i proclami a cui stiamo assistendo ma serve una visione strategica complessiva che riesca a superare tutte le difficoltà con cui a questo punto deve misurarsi una proposta di vero rilancio del Corap. Oggi il Consorzio in argomento ha una massa passiva accertata dalla procedura di Liquidazione Coatta Amministrativa pari ad 52.036.988 di euro al 29/10/2020, di cui  15.161.850 di euro sono costituiti da crediti privilegiati vantati dagli aventi diritto e fuori da questo conteggio si registrano ulteriori € 32.000.000 di euro circa di opposizioni allo stato passivo ed altre insinuazioni tardive che la procedura non ha fatto in tempo ad esaminare. L’Ente, inoltre, non è in regola con i versamenti contributivi dei dipendenti per un importo pari a circa 3.000.000 di euro con conseguente impossibilità a incassare le somme dovute da Enti e grossi committenti, perdendo quindi la possibilità di incassare la maggior parte dei proventi proveniente dai servizi di depurazione. Per finire, vanno considerati inoltre i 7.053.134 di euro relativi ad atti esecutivi e i 6.320.500 di euro concernenti i pignoramenti, come si evince dai dati risultanti nel portale della procedura di LCA e forniti dall’attuale Commissario a seguito di istanza di accesso agli atti”, scrivono i sindacati.

“Alla luce di queste considerazioni risulta molto difficile riuscire a fidarsi ancora una volta delle buone intenzioni che animano quelle forze politiche che manifestano il convincimento di poter salvare questo importantissimo Ente, la cui mission istituzionale è davvero preziosa per tutto il tessuto economico, produttivo, compreso il Settore Turistico, calabrese. Il disagio dei lavoratori ha ormai travalicato i limiti della sopportazione- concludono Baldari, Giordano e Bartoletti- dopo anni di speranze alimentate da varie componenti politiche e amministrative seguite da forti delusioni mai sconfinate nella rassegnazione, con la determinazione di voler combattere fino all’ultimo respiro per salvare un Consorzio che avrebbe meritato tutt’altro destino, anche per il patrimonio di professionalità presenti al suo interno. Adesso dalle parole si passi ai fatti, con un progetto concreto di rilancio e un Piano industriale che metta nero su bianco le strategie che si intendono seguire per superare tutti i problemi fin qui descritti. A partire dal mancato pagamento dei 5 stipendi ancora dovuti ai dipendenti riferiti all’anno 2019 e della mensilità di aprile 2021, non percepita dagli stessi”.

Atto aziendale di Calabria Verde, i sindacati: “Il rinvio è assenza di sensibilità nei confronti dei lavoratori”

“Assenza di sensibilità della politica nei confronti dell’ente più grande della Regione”. Sono le parole che utilizzano la segretaria generale Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari, la segretaria generale Cisl Fp Calabria Luciana Giordano e il segretario regionale Uil Fp Calabria Elio Bartoletti per commentare l’ennesimo rinvio registrato il 10 maggio scorso, per mancanza del numero legale, dell’esame dell’atto Aziendale di Calabria Verde da parte della VI^ Commissione del Consiglio Regionale della Calabria, certifica l’assenza di sensibilità della politica nei confronti dell’ente più grande della Regione.

“L’atto Aziendale di un ente con oltre 5000 addetti merita più attenzione da parte del Consiglio Regionale in quanto costituisce il presupposto indispensabile per dare risposte alle aspettative di tanti lavoratori. Come organizzazioni sindacali avevamo manifestato riserve per l’adozione di un nuovo atto aziendale senza che questo fosse preceduto dall’indispensabile e propedeutica approvazione del fabbisogno del personale. Aspettavamo di manifestare tale riserva, accompagnata da una serie di proposte migliorative del nuovo atto aziendale nella sede opportuna ma questo ci è stato impedito per la mancanza del numero legale della Commissione del Consiglio Regionale competente per materia, per l’appunto la VI”, continuano i segretari generali calabresi.

“Vogliamo sperare che alla prossima seduta, tutti i consiglieri regionali componenti del suddetto organismo vogliano dedicare all’esame dell’atto Aziendale di Calabria Verde l’attenzione che merita, al fine di poter discutere, concretamente, di un nuovo rilancio del settore della Forestazione in Calabria. Il nuovo Atto Aziendale- concludono Baldari, Giordano e Bartoletti- dovrà essere accompagnato da un piano del fabbisogno aziendale che disegni la nuova governance aziendale, che preveda l’ingresso di nuove energie lavorative, provvedendo a riconoscere le giuste progressioni ai più meritevoli e la tutela dei diritti degli attuali addetti al settore, senza dimenticare l’aumento delle ore degli ex LSU-LPU e il giusto inquadramento degli addetti alla sorveglianza idraulica”.

Protocollo vaccinazione anti Covid in Regione. I sindacati: “Dimostrazione che le sceneggiate mediatiche non servono”

I sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl esprimono soddisfazione per la sottoscrizione del protocollo per la vaccinazione anti covid, siglato in Regione Calabria.

“Dopo una prima fase fatta di approssimazione, con la vaccinazione dei dipendenti del Dipartimento Tutela della Salute, al di fuori di ogni protocollo e con la successiva comunicazione propagandistica da parte di qualche organizzazione sindacale, a cui hanno prestato il fianco in maniera maldestra il datore di lavoro, e il Commissario Straordinario alla Salute Longo, finalmente si è intrapresa la strada giusta.
La sottoscrizione odierna, dicevamo, in conformità con il “protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/ Covid-19 nei luoghi di lavoro” del 6 aprile 2021 che vede la firma, oltre che dei Ministri della Salute e del Lavoro, Speranza e Orlando anche di Cgil, Cisl e Uil, è una buona notizia per tutti i dipendenti Regionali, i quali potranno vaccinarsi in sicurezza sui luoghi di lavoro e in coerenza con quanto previsto dal Governo”, scrivono il segretario generale Fp Cgil Alessandra Baldari, il segretario aziendale Fp Cgil Regione Calabria – Giunta Regionale
Ferdinando Schipano, Il segretario generale CISL FP Luciana Giordano, il segretario aziendale Cisl Fp Regione Calabria – Giunta Regionale
Giuseppe Spinelli, il segretario Generale UIL FPL Elio Bartoletti,
Il segretario regionale Uil Fpl Walter Bloise.

“Tale protocollo nazionale, infatti, prevede che tutte le aziende e le amministrazioni pubbliche potranno candidarsi liberamente; non è previsto nessun requisito minimo di carattere dimensionale così come la vaccinazione sarà offerta a tutti i lavoratori che ne facciano richiesta preventiva. Se la vaccinazione verrà eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario sarà equiparato a tutti gli effetti all’orario di lavoro.
Si invitano, pertanto, tutti i lavoratori della Regione Calabria che intendono sottoporsi a vaccinazione, di rispondere alla mail di preadesione che il datore di lavoro ha inviato. Quanto realizzato oggi- conclude il comunicato unitario- dovrebbe essere da monito, Il mantenimento di relazioni sindacali serie porta sempre a dei buoni risultati, così come le sceneggiate mediatiche rimangono solo ciò che sono, pura finzione”.

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Incoerenza, confusione e paralisi. Baldari (Fp Cgil), Giordano (Cisl Fp) e Bartoletti (Uil Fpl): “Sanità calabrese in panne”

“È con profondo rammarico, ma anche con piena consapevolezza che esprimiamo il nostro disappunto per
l’ennesimo tentativo di dare alla Sanità calabrese una guida all’altezza e ritrovarsi invece ancora con una
guida deludente quanto a competenze manageriali e sanitarie”. Sull’operato del commissario alla sanità Guido Lungo, non hanno dubbi Alessandra Baldari (segretaria generale FP CGIL Calabria), Luciana Giordano (segretaria generale CISL FP Calabria), Elio Bartoletti ( segretario generale UIL FPL Calabria). 

“L’operato del Commissario della Sanità Longo si sta rivelando, giorno dopo giorno, decisamente insufficiente,
nonostante la serie di attività declinate dallo stesso in Consiglio regionale. La situazione nella nostra regione resta critica in tutte le strutture sanitarie e in molti centri calabresi che, nella generalità della zona arancione, spiccano con la colorazione rossa, ovvero con gradi di contagio particolarmente elevati che pongono un quesito sempre attuale, ma in questa regione che fine ha fatto il tracciamento? Per intenderci, quello che le USCA, mai potenziate e messe a regime secondo gli standard nazionali, avrebbero dovuto attivare per tenere a bada i cluster di contagio? E i finanziamenti destinati a queste attività che fine hanno fatto?”, si chiedono i sindacalisti.
“Riguardo l’andamento delle attività di vaccinazione, emergono particolari contraddizioni tra i tre piani
vaccinali non efficacemente interconnessi che generano ancora oggi rallentamenti nella diffusione di
somministrazioni ai soggetti più fragili e fughe incontrollate che riguardano fasce di popolazione che non
avrebbero piena priorità, ma che sempre più spesso vengono vaccinate a scapito di una logica che
giustamente esige la protezione dei cittadini maggiormente a rischio di aggravamento delle condizioni di
contagio, con la conseguenza della necessità di ricovero presso le strutture sanitarie, ormai in estrema
sofferenza da troppo tempo a causa di mancati interventi risolutori riguardo il numero di posti letto dedicati,
dovuti alla insoddisfatta priorità di procedere celermente alle assunzioni, nonostante le cospicue risorse
assegnate alla nostra regione e le deroghe ai vincoli assunzionali previste proprio in ragione dell’emergenza
pandemica. Non solo, ancora riguardo alle attività di somministrazione dei vaccini, è davvero imbarazzante
che sia lo stesso Commissario che, con argomentazioni molto discutibili espresse nel corso di una
trasmissione televisiva, sia protagonista di una decisione che ha riguardato una parte di dipendenti pubblici,
“i suoi”, senza tener conto di operare una concreta discriminazione in danno dei cittadini ultra ottantenni e
più fragili che sono ancora in attesa del vaccino ed una differenziazione anche sullo stesso luogo di lavoro, la
Cittadella regionale, o un distinguo con i dipendenti del Consiglio che rammentiamo ospita un Centro
vaccinale, a cui ha posto rimedio con una pezza peggiore del buco, dando corso ad un accordo di parte, in
spregio alle più elementari e corrette relazioni sindacali. Questo aspetto è di particolare gravità in quanto
tradisce la scarsa, se non del tutto assente, consapevolezza del rispetto per i lavoratori rappresentati dalle
maggiori sigle sindacali confederali dei servizi pubblici che in questi mesi, con molta pazienza, hanno provato
ad intessere relazioni sindacali corrette, senza sceneggiate mediatiche, cercando un confronto costruttivo
con la struttura commissariale, ancora una volta, per porre all’attenzione le criticità esistenti ed offrire
soluzioni concrete. Ma in spregio anche ai tanti lavoratori pubblici che, non potendo usufruire dello smart
working in quanto rendono servizi pubblici indifferibili, sono rimasti sui luoghi di lavoro, a contatto
quotidianamente con l’utenza e, molto spesso, protetti da DPI inadeguati o acquistati personalmente”, continuano nella nota unitaria Baldari, Giordano e Bartoletti.

“Ad oggi, registriamo l’incapacità all’ascolto, o peggio l’inconsapevolezza dei ruoli e le mancate risposte alle
innumerevoli sollecitazioni che le categorie di FPCGIL, CISL FP e UIL FPL hanno indirizzato al Commissario, a
partire dall’ineludibile piano delle assunzioni, cogliendo il grido di allarme dei lavoratori della sanità in trincea,
ma anche di alcuni manager che hanno subito il taglio dei piani di fabbisogno da parte della precedente
gestione commissariale, a cui non è stato posto rimedio; così come nessuna attenzione è stata posta alla
risoluzione della corretta destinazione dei fondi incentivanti per le attività covid rese dal personale, sanando
l’incongruenza delle assegnazioni fatte alle aziende su una rendicontazione incoerente che le stesse hanno
prodotto. Ancora nessun riguardo alla richiesta necessaria di monitoraggio delle attività aziendali della sanità
pubblica e privata e delle RSA circa i piani di sicurezza dei lavoratori e la loro protezione, così come stabilito
dai protocolli nazionali tra Governo e OO.SS., da esercitarsi nell’ambito del Comitato di sicurezza regionale,
mai riunito. Una totale indifferenza alle richieste di confronto sulla sanità privata e tutto il capitolo degli accreditamenti, ma anche sul mancato finanziamento in quota regionale del rinnovo dei contratti di questo comparto, ormai datato all’ottobre del 2020, ma che la nostra regione sembra ignorare, nonostante l’accordo sottoscritto anche in Conferenza delle Regioni, con la garanzia del Governo, creando le condizioni di rinvio
dell’applicazione del rinnovo e fornendo ai datori di lavoro privati un ottimo motivo per procrastinare gli
incrementi retributivi. Siamo ancora ultimi nelle graduatorie nazionali e non certo solo in quelle concernenti i vaccini. Il fallimento nell’adeguare il sistema assistenziale all’emergenza pandemica è sconfortante, dal mancato incremento dei posti letto all’inesistente riordino della rete ospedaliera e territoriale a fronte di una pioggia di risorse
inutilizzate, mentre il virus continua a correre, procedure e appalti bloccati e i 40 milioni trasferiti dal Governo
alla Calabria dal Decreto Rilancio impigliati da una inerzia burocratica paralizzante, al pari dei 140 milioni di
euro di fondi comunitari che l’Unione Europea aveva consentito a riprogrammare in funzione dell’emergenza
sanitaria, congelati dall’incapacità del Dipartimento della salute, data la sua insufficienza di risorse che
riescono a governare appena le attività ordinarie. Il sistema Sanità calabrese è un colabrodo, dopo 11 anni di commissariamento, con spese che lievitano invece di diminuire, servizi che arretrano e si impoveriscono soprattutto riguardo agli anziani e i disabili, sempre più soli per una rete di assistenza territoriale ormai residuale che riduce progressivamente anche i servizi alle donne e alle famiglie più bisognose, basta guardare l’indecorosa riduzione dei consultori e dell’assistenza domiciliare, così come è allarmante la riduzione dei servizi di prevenzione e l’assistenza ordinaria ai malati cronici o oncologici, non abbiamo mai pensato che al disastro accumulato in tanti anni di cattivo governo e di incursioni del malaffare ci fossero soluzioni immediate e miracolose, ma almeno speravamo, in ultima
istanza, di poter confidare in un rapporto costruttivo e di partecipazione per svoltare davvero verso una
direzione di ricostruzione partendo dall’aspetto più critico, quello di mettere al centro il lavoro e i lavoratori
che, nonostante le condizioni descritte, hanno dimostrato di essere capaci per professionalità e volontà di
reggere l’impatto disastroso della pandemia. Dobbiamo, invece, constatare, delusi, di assistere ancora una
volta allo stesso scenario, frutto di inconsapevolezza del ruolo e di una mancata volontà unilaterale di
costruire un sistema virtuoso di ascolto e partecipazione che è il solo da cui possono conseguire soluzioni
concrete”

“Forse il Commissario ama dialogare solo con chi si presenta con telecamere fuori dal suo ufficio e lo interroga
in diretta “ridicolizzandolo” poi su YouTube? Se è così- concludono Baldari, Giordano e Bartoletti- concludono  è certo che non saremo noi suoi interlocutori privilegiati in quanto adusi a rapporti istituzionali e relazioni di tutt’altro tenore che, se non soddisfatte, prevedono altri luoghi e altri percorsi finalizzati al ripristino di corrette relazioni sindacali e al rispetto delle norme e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini”.

Ticket parcheggi della Cittadella regionale. Baldari e Schipano (Fp Cgil) insistono: “Caso anomalo”

Il segretario Generale FP CGIL Calabria Alessandra Baldari e il segretario FP CGIL Regione Calabria – Giunta Regionale Ferdinando Schipano scrivono alla Regione Calabria in merito all’introduzione del ticket a pagamento per i parcheggi della Cittadella regionale e chiedono un incontro urgente.

La lettera è indirizzata al Presidente Regione Calabria facente funzioni Antonino Spirlì, all’Assessore Regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, al Dipartimento “Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità” Dirigente Generale Reggente Domenico Pallaria e per conoscenza al Sindaco del Comune di Catanzaro Sergio Abramo.

Il testo:

“La scrivente Organizzazione sindacale stigmatizza con forza l’assenza di riscontro da parte delle SS.LL. in riferimento alla richiesta di informazioni inerenti ad un accordo con il comune di Catanzaro per la cessione dell’area parcheggio antistante il palazzo denominato “Cittadella regionale”, secondo il quale, il comune di Catanzaro diventerebbe proprietario di quell’area e sarebbe orientato ad introdurre il pagamento di un ticket per tutti coloro i quali solitamente usufruiscono di quei parcheggi.

Come precedentemente esplicitato, questo ipotetico accordo, oltre che da un punto di vista morale ed etico, è discutibile anche dal punto di vista tecnico, infatti, venendo meno una intera area antistante l’intero immobile regionale, si ridurrebbe anche l’indice di edificabilità e, quindi, quel fabbricato sarebbe fuori norma. Basterebbe leggere la Legge Urbanistica, la quale prevede standard minimi da rispettare e i parametri urbanistici dello stesso comune di Catanzaro, i quali prevedono la realizzazione di un metro quadro di parcheggi per ogni 10 metri cubi di volume realizzato.

Inoltre, si tratta di un caso assolutamente anomalo in confronto, ad esempio, a situazioni in cui la Regione Calabria non si preoccupa proprio di salvaguardare i propri interessi immobiliari, come per l’Area della Magna Grecia di Catanzaro Lido, di proprietà della stessa Regione, data in concessione gratuita al comune di Catanzaro, o come per altri immobili regionali, uno su tutti, Palazzo Fazzari, mentre il Comune non usa lo stesso sistema di reciprocità. Pertanto, al fine di verificare tale la veridicità di tale vicenda, si chiede un urgente incontro con le SS.LL.

Preannunciando, in caso di ulteriore mancato riscontro, di procedere a tutela e salvaguardia degli interessi dei lavoratori. Cordiali saluti”.

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