Su mandato dei lavoratori, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Calabria proclamano lo stato di agitazione dei dipendenti del Corap e convocano un’assemblea sit-in fuori dal posto di lavoro nella Piazza San Francesco da Paola della Cittadella regionale della Calabria, a Germaneto di Catanzaro, per il prossimo 21 maggio, dalle ore 11,00 fino a cessate esigenze. Inoltre, i segretari generali Alessandra Baldari (Fp Cgil), Luciana Giordano (Cisl Fp) ed Elio Bartoletti (Uil Fpl) chiedono fin da adesso al presidente della regione Calabria ff, Antonino Spirlì e all’Assessore al ramo, Fausto Orsomarso, di ricevere in quell’occasione le organizzazioni sindacali promotrici dell’iniziativa con una delegazione di lavoratori.
“Le scriventi organizzazioni sindacali in seguito all’audizione in Commissione Vigilanza del Commissario straordinario dell’Ente, Renato Bellofiore e del Revisore dei conti, Sergio Tempo sulla situazione del CORAP hanno registrato alcune dichiarazioni rese da esponenti politici e Consiglieri regionali in netto contrasto le une con le altre in merito alla possibilità di rilancio e messa in sicurezza dello stesso Ente, da anni in gravissime condizioni finanziarie. Ma il dato più preoccupante è l’assoluto disinteresse del Presidente della Giunta regionale f.f., Antonino Spirlì, e la mancata convocazione, nei 15 giorni stabiliti, da parte dell’Assessore al ramo, Fausto Orsomarso, del Tavolo di confronto concordato con le Organizzazioni Sindacali nella seduta dello scorso 22 aprile”, si legge in una nota inviata al Presidente Giunta Regionale, Antonino Spirlì, all’assessore al Lavoro, Sviluppo economico e turismo Fausto Orsomarso al Commissario Straordinario Renato Bellofiore e ai membri della commissione di vigilanza, il presidente Domenico Giannetta, il vicepresidente Carlo Guccione , il segretario On.le Pierluigi Caputo e ai componenti Graziano Di Natale, Sinibaldo Esposito, Pietro Santo Molinaro.
La comunicazione è stata inviata anche al prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta e al questore di Catanzaro, Mario Finocchiaro.
“Le sottoscritte seguono ormai da anni le dinamiche della vita del CORAP ai Tavoli di confronto regionale e sono ben consapevoli che per salvare questo Ente da una procedura concorsuale non sono sufficienti i proclami a cui stiamo assistendo ma serve una visione strategica complessiva che riesca a superare tutte le difficoltà con cui a questo punto deve misurarsi una proposta di vero rilancio del Corap. Oggi il Consorzio in argomento ha una massa passiva accertata dalla procedura di Liquidazione Coatta Amministrativa pari ad 52.036.988 di euro al 29/10/2020, di cui 15.161.850 di euro sono costituiti da crediti privilegiati vantati dagli aventi diritto e fuori da questo conteggio si registrano ulteriori € 32.000.000 di euro circa di opposizioni allo stato passivo ed altre insinuazioni tardive che la procedura non ha fatto in tempo ad esaminare. L’Ente, inoltre, non è in regola con i versamenti contributivi dei dipendenti per un importo pari a circa 3.000.000 di euro con conseguente impossibilità a incassare le somme dovute da Enti e grossi committenti, perdendo quindi la possibilità di incassare la maggior parte dei proventi proveniente dai servizi di depurazione. Per finire, vanno considerati inoltre i 7.053.134 di euro relativi ad atti esecutivi e i 6.320.500 di euro concernenti i pignoramenti, come si evince dai dati risultanti nel portale della procedura di LCA e forniti dall’attuale Commissario a seguito di istanza di accesso agli atti”, scrivono i sindacati.
“Alla luce di queste considerazioni risulta molto difficile riuscire a fidarsi ancora una volta delle buone intenzioni che animano quelle forze politiche che manifestano il convincimento di poter salvare questo importantissimo Ente, la cui mission istituzionale è davvero preziosa per tutto il tessuto economico, produttivo, compreso il Settore Turistico, calabrese. Il disagio dei lavoratori ha ormai travalicato i limiti della sopportazione- concludono Baldari, Giordano e Bartoletti- dopo anni di speranze alimentate da varie componenti politiche e amministrative seguite da forti delusioni mai sconfinate nella rassegnazione, con la determinazione di voler combattere fino all’ultimo respiro per salvare un Consorzio che avrebbe meritato tutt’altro destino, anche per il patrimonio di professionalità presenti al suo interno. Adesso dalle parole si passi ai fatti, con un progetto concreto di rilancio e un Piano industriale che metta nero su bianco le strategie che si intendono seguire per superare tutti i problemi fin qui descritti. A partire dal mancato pagamento dei 5 stipendi ancora dovuti ai dipendenti riferiti all’anno 2019 e della mensilità di aprile 2021, non percepita dagli stessi”.
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