“I fondi Covid sono tornati ad essere visibili… ci sarà un perché”

Alle ore 15.00 del 20 Gennaio 2021, in Regione Calabria, presso il Dipartimento della Salute, si teneva l’incontro fra i Segretari Generali della Funzione Pubblica di CGIL, CISL e UIL, rispettivamente, Baldari, Giordano e Bartoletti e il Commissario ad Acta, all’epoca Guido Longo, il quale subentrava al dimissionario generale Cotticelli. L’incontro, richiesto dai sindacati, si preannunciava molto teso, visto il cambio di guardia nella struttura. L’obiettivo era l’immediato pagamento dell’indennità Covid al personale sanitario impegnato nell’emergenza da COVID-19. In quell’occasione si cercava di spiegare che le tre sigle sindacali avevano sottoscritto il 6 luglio del 2020, un accordo contenente i criteri di ripartizione e gli importi da corrispondere agli operatori sanitari, differenziati in base al livello di esposizione al rischio alto, medio, basso.

Tuttavia in quella occasione le tre sigle sindacali si ritrovavano a coniare lo slogan: “FONDI COVID INVISIBILI PIÙ DEL VIRUS”; eppure sarebbe stata una buona opportunità per rendere finalmente visibili e fruibili le risorse per gli operatori. CGIL FP, CISL FP e UIL FPL Calabria facevano presente che i fondi erano stati stanziati dal Governo con il Decreto “Cura Italia” (7.793.000 euro) e con il Decreto “Rilancio” (6.061.000 euro), oltre alle RAR (2.000.000 euro). Inoltre veniva chiesto al dott. Longo, cosi come già era stato fatto al suo predecessore, di conoscere l’utilizzo delle risorse stanziate complessivamente dai citati Decreti, richiamando la dettagliata illustrazione contenuta nella deliberazione del DG Bevere del 15 dicembre 2020, che a pagina 4 richiama il fondo del Decreto “Rilancio”, ma non quello stanziato dal “Cura Italia”, che era stato destinato a remunerare le particolari condizioni di lavoro sopportate dai lavoratori della sanità calabrese a causa dell’emergenza Covid ma che nel deliberato non venivano riportati. Per giunta non si faceva alcun riferimento ai criteri di ripartizione di queste risorse, già fissati nell’accordo del 6 luglio. Al commissario Longo venivano illustrate le dinamiche negoziali, piene di ostacoli e di colpi di scena, che avevano indotto CGIL, CISL e UIL ad organizzare forti e partecipate manifestazioni di protesta con un forte impegno delle scriventi finalizzato a giungere alla sottoscrizione dell’accordo in questione. Il Commissario, allora, assunse l’impegno di verificare in tempi molto brevi la situazione, condividendo l’urgenza della richiesta e il diritto dei lavoratori a ricevere una giusta remunerazione a fronte di un’attività lavorativa prestata in particolari condizioni di lavoro dovute alla pandemia. Indennità finanziata con fondi del Governo nazionale.

Avevamo anticipato al Commissario Longo che se nei giorni a seguire non si fosse sbloccata la situazione relativa al pagamento dell’indennità Covid e se non si fosse, quindi, onorato l’accordo del 6 luglio 2020, i Segretari Generali del pubblico impiego di CGIL, CISL e UIL avrebbero prodotto un esposto alla Procura della Repubblica per accertare che i fondi del “Cura Italia” e “Rilancio” fossero stati utilizzati per le destinazioni previste dal Governo nazionale. In data 04 Ottobre 2021, esattamente un anno fa, CGIL, CISL E UIL, mantenendo fede alla promessa presentavano l’esposto in procura nelle mani del procuratore Gratteri. Oggi, ad un anno da quel terribile incontro, quei fondi invisibili sono diventati troppo visibili. EÈ vero che le vittorie hanno molti padri, ma svilire un risultato raggiunto dalle tre sigle sindacali, quando tutto l’emisfero sindacale che vegeta in Calabria disconosceva l’esistenza di questi fondi non è accettabile. Allora facciamo chiarezza: CGIL CISL E UIL rivendicano orgogliosamente la sottoscrizione dell’Accordo e che le somme vengano retribuite in linea con i criteri già applicati in tutte le altre regioni d’Italia. Rivendicano, ancora, che per le annualità successive vengano impegnate ulteriori risorse visto il perdurare della Pandemia. Ma su di un punto non deroghiamo e non accettiamo lezioni da nessuno: le risorse vanno attribuite tutte e subito, a tal proposito riteniamo positiva la nota del prof. Profiti che preannuncia il pagamento immediato del premio Covid, tutelando le somme, mettendo a carico delle Aziende gli oneri riflessi. Sollecitiamo per questo il Presidente Occhiuto che attui una vigilanza attiva e che non faccia sconti a chi fino ad oggi ha remato contro i lavoratori della sanità.

FONTE: ilfattodicalabria.it

Accordo sui criteri di stabilizzazione del personale sanitario, c’è la firma di sindacati e Regione

Le sigle sindacali e la Regione Calabria oggi hanno firmato l’accordo sui criteri di stabilizzazione del personale sanitario. Oltre ai sindacati, hanno siglato l’accordo i vertici del Dipartimento Salute della Regione Calabria, alla presenza del direttore generale Fantozzi e della dirigente Scordo.
Accolta la proposta della segretaria regionale della Fp Cgil, Alessandra Baldari, relativa ad un confronto con i commissari dell’ aziende sulla posizione dei precari assunti con contratti Co.Co.Co. o a partita Iva che hanno prestato servizio presso le aziende durante l’emergenza Covid, al fine di assicurare la continuità dei servizi e l’erogazione dei Lea, valorizzando così le professionalità acquisite dai lavoratori. Inoltre, sarà affrontata la possibilità del mantenimento in servizio del personale precario con i requisiti per la stabilizzazione eccedente rispetto alle procedure concordate oggi e relative al Piano di Fabbisogno dell’anno 2022. Tale confronto dovrà avvenire entro il 31 ottobre 2022. La proposta della segretaria Baldari è stata condivisa anche dalle altre sigle sindacali.
In base all’accordo siglato oggi, le aziende potranno procedere alla stabilizzazione del  personale, anche non più in servizio, del ruolo sanitario e del ruolo socio-sanitaria, in presenza di alcune condizioni: sia stato assunto a tempo determinato con procedure concorsuali; abbia maturato al 30 giugno 2022 alle dipendenze di un ente di Servizio sanitario nazionale almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativo; abbia prestato il servizio di cui al punto precedente per almeno sei mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022;
Ai fini della stabilizzazione, bisognerà seguire alcuni criteri: qualora i soggetti in possesso dei requisiti per la stabilizzazione fossero in numero superiore rispetto ai fabbisogni espressi dalle Aziende, dovrà essere data priorità al personale in servizio presso l’Azienda che indice la procedura di stabilizzazione alla data di pubblicazione dell’avviso; le aziende all’interno degli avvisi dovranno valorizzare l’anzianità maturata con rapporto di lavoro dipendente eccedente i periodi minimi stabiliti dalla norma.

La FP CGIL chiede risposte alla direzione del Gom: “I dipendenti non possono attendere oltre”

 Spesso in questi anni di pandemia abbiamo sentito dire che la Sanità pubblica non funziona. Al Sud, in Calabria, lo abbiamo sentito più che altrove. Per quanto doloroso sia, non resta che domandarsi se la si voglia davvero far funzionare la Sanità pubblica calabrese, o se piuttosto non faccia comodo a qualcuno, che questo sogno di giustizia sociale muoia pian piano, un passo alla volta, per lasciare (ancor più) spazio alla Sanità dei privati, di chi può permettersela, di chi può pagare per esercitare un diritto costituzionalmente garantito. La FP CGIL è di parere completamente opposto e non può tacere.

Ci riferiamo, nello specifico, al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria che tanta parte ha avuto nel contrasto alla pandemia da CoVID-19 grazie all’impegno, la competenza e l’alto senso di responsabilità che lavoratrici e lavoratori hanno, di fatto, dimostrato in questi due anni.

Qualcuno potrebbe addirittura pensare che questi lavoratori vadano premiati o perfino incentivati, ma non è il caso del G. O. M. Bianchi Melacrino Morelli:  un Ospedale nel quale la Produttività 2021, ovvero le premialità legate alle Performance, non è stata ancora erogata ed è ben lungi dall’esserlo;  dove i buoni pasto maturati dal personale non vengono erogati da oltre 9 mesi;

  • dove il salario accessorio viene erogato con ritardo, con evidenti ripercussioni sulle economie delle famiglie dei dipendenti;
  • nel quale nei reparti si lavora in elevata carenza di organico, come nei casi più eclatanti delle U.O. di Ostetricia e Ginecologia e di Pediatria dove, spesso, un operatore si trova da solo a garantire l’assistenza all’intero reparto; nel quale permane critica, e inaccettabile, la situazione del Pronto Soccorso e dove gli altri reparti non se la passano meglio;
  • nel quale, ancora oggi non è di nostra conoscenza l’approvazione del piano del fabbisogno, per il quale con DCA 113 DEL 06.09.2022 il Commissario ad acta dava  10 giorni di tempo per presentare lo stesso, cosa a cui la stessa ASP di Reggio Calabria ha già adempiuto;
  • nel quale gli operatori cercano di gestire, a volte invano, con un solo strumento TAC utile prestazioni della U.O. di Radiologia e neuroradiologia per un’utenza enorme, mettendo, evidentemente in difficoltà gli utenti ed i reparti che ad essa afferiscono;

Un ospedale in cui non si rispetta il turnover del personale; in cui la mobilità interna è ancora di là dall’essere definita (siamo, da anni, in attesa di discutere del regolamento di mobilità esistente in tutte le strutture analoghe).

Queste le cose di cui la FP CGIL è a conoscenza, molte altre sono quelle che non sappiamo a causa del muro che l’Amministrazione del G.O.M. ha inteso alzare nei confronti dell’interlocuzione tra le parti.

Non sappiamo se e quando si procederà con le stabilizzazioni dei contratti COVID (Legge di Bilancio), cioè di quelle persone che hanno difeso la trincea quando la guerra infuriava. Attendiamo ancora la convocazione della delegazione trattante, considerando che siamo già quasi ad Ottobre.

Non sappiamo perché, ad esempio, il G.o.m., con un apparato amministrativo che sta letteralmente scomparendo per carenza di personale, non procede allo scorrimento della graduatoria del concorso di Assistenti Amministrativi, che essa stessa ha indetto ed espletato e non avvia quello per Collaboratori Amministrativi, ampiamente previsti anche dal precedente piano del fabbisogno.

Non sappiamo perché ad alcuni lavoratori siano state arbitrariamente tolte indennità a loro spettanti. E tutte queste cose non le sappiamo perché molte delle nostre richieste sono cadute nel silenzio.

Alla luce di tutto ciò, la FP-CGIL di Reggio Calabria non può che reiterare la denuncia delle innumerevoli difficoltà che ormai da tempo attanagliano le lavoratrici ed i lavoratori del G.O.M., difficoltà delle quali chiede conto direttamente alla Direzione del G.O.M. ed al suo Commissario, che, visti gli illustri trascorsi nelle file di organizzazioni sindacali di vario colore, dovrebbe avere particolarmente a cuore le nostre richieste.

Questo sarebbe un primo ma significativo passo per ribellarsi ad un disegno di lenta ma costante smobilitazione della Sanità Pubblica che, più o meno consciamente, si va configurando tanto a livello nazionale quanto a livello locale e che troverà sempre una netta ed intransigente opposizione della FP CGIL, parafrasando il grande De Gregori “sempre e per sempre dalla stessa parte ci troverai”.

 

Francesco Callea, segretario Generale, FP CGIL di Reggio Calabria

 

 

Sanità provinciale di Cosenza, Fp Cgil: “Pediatria rischia di sparire”

Anche nascere, in provincia di Cosenza, può essere un privilegio. Così come lo sta diventando l’assistenza pediatrica. Negli Ospedali Spoke di Castrovillari, Corigliano e Cetraro, dove insistono gli unici reparti di Pediatria dell’Azienda Sanitaria Provinciale, certamente è già un miracolo garantire i ricoveri e le cure per i bambini malati. Da anni, infatti, a Corigliano e a Cetraro i turni pediatrici e l’apertura h24 dei reparti di Pediatria sono garantiti da una cooperativa di Pediatri, per carenza ormai cronica di Medici. Mentre l’unica unità di Pediatria, che finora era riuscita a garantire con regolarità i turni di servizio, ossia Castrovillari, rischia seriamente di andare in sofferenza, per l’imminente preventivata assenza di tre dei sei Medici assegnati. Una situazione assurda, che va ad aggravare ulteriormente le già critiche situazioni che si registrano nelle Pediatrie di Corigliano e Cetraro.

I tagli imposti da dodici anni di commissariamento della Sanità calabrese, si stanno trasformando tutti in danni a carico dei Cittadini. Mentre la spesa per la migrazione sanitaria, a carico della Regione, continua a lievitare. Anche il 2021 ha segnato un ulteriore record di incremento di spesa, poiché i Calabresi bisognosi di cure sono sempre più proiettati a ricoverarsi in altre Regioni.

Da anni denunciamo la grave carenza di Personale medico e non medico, senza ottenere risposte sufficienti. In mancanza di soluzioni strutturali e urgenti, la Sanità pubblica rischia un serio tracollo.

Occorre, quindi, una urgente inversione di tendenza: bisogna mappare le carenze di Personale medico e non medico, concentrare tutte le risorse, ordinarie e straordinarie, assegnate per l’emergenza covid e in funzione del PNRR, e procedere con le assunzioni del Personale necessario a garantire il diritto alla salute. Ciò dovrà consentire anche il superamento delle costosissime convenzioni che l’Azienda Sanitaria Provinciale è costretta a sostenere, ma che non potranno durare ancora più a lungo, se non si vuole continuare a sperperare ingenti risorse, e a non dare una soluzione strutturale al bisogno sanitario.

Si diano, quindi, urgenti risposte alle Pediatrie di Castrovillari, Corigliano e Cetraro, in modo da restituire al Cittadino il diritto di sentirsi un po’ più tutelati nel loro bisogno primario di avere una sanità efficiente e sufficiente.

Giuseppe Guido – Segretario Generale CGIL Pollino Sibaritide Tirreno

Vincenzo Casciaro – Segretario Generale FP CGIL Pollino Sibaritide Tirreno

 

Vibo Valentia, sanità ieri e oggi per costruire il futuro: l’otto luglio la Fp Cgil incontra la segreteria generale

L’attenzione della Funzione Pubblica Cgil Area Vasta continua a concentrarsi sul tema della sanità, argomento nevralgico della regione Calabria e che spesso occupa tristemente le prime pagine dei giornali locali e nazionali. Proprio per valorizzare l’attenzione della Fp Cgil sulla sanità, l’organizzazione sindacale ha organizzato per l’8 luglio un incontro pubblico dal titolo ”Sanità ieri e oggi per costruire il futuro”. L’incontro, a cui parteciperà la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino, si terrà a Vibo Valentia: un luogo scelto perché rappresenta l’amplificazione di annosi e macroscopici problemi che avvolgono la sanità calabrese.

A Vibo, come è noto, c’è un grave problema infrastrutturale. L’obiettivo dell’incontro è proprio quello di accendere i riflettori su questa realtà, tra le più gravi d’Italia. Inoltre, l’occasione sarà anche utile per tracciare un bilancio sulla situazione della sanità calabrese e in particolare dell’area centrale della Calabria.

La manifestazione si terrà l’8 luglio alle 09.30 presso la Camera di Commercio di Vibo Valentia. Tutti i relatori sono indicati nella locandina.

Accordo Regione-sindacati su precari Covid, Baldari (Fp Cgil): “Primo passo per non perdere un patrimonio prezioso”

“L’accordo sottoscritto ieri, presso il Dipartimento della Salute della Regione Calabria, segna un passo importante nel percorso di riavvio delle relazioni sindacali e affronta, finalmente, il nodo delle politiche di reclutamento nel Sistema Sanitario Regionale, da tempo bloccate in ragione del Piano di rientro a cui è ancora sottoposta la nostra regione. Le opportunità che la legge 234, al comma 268, offre sono da cogliere al volo perché aprono alla possibilità di non disperdere un patrimonio prezioso di forza lavoro reclutato in emergenza con l’arrivo della pandemia che ha acuito e reso ancora più evidente la drammatica carenza di personale del SSR”.

Sono le parole del segretario generale FPCGIL Calabria, Alessandra Baldari, a termine dell’incontro che ha portato all’accordo tra i sindacati  e la Regione per il percorso di stabilizzazione dei sanitari assunti in Calabria con contratti precari durante l’emergenza covid e che ora potrebbero beneficiare delle procedure di stabilizzazione fissate nella legge di bilancio.

“Tali risorse professionali sono state assunte con contratti a tempo determinato o con altre tipologie di rapporto di lavoro che vanno da cococo alle partite IVA, fino al reclutamento tramite agenzie interinali, riproponendo quindi una platea di precariato consistente nella sanità pubblica. L’accordo prevede l’avvio del processo di stabilizzazione del personale che possiede i requisiti a norma di legge per dare una prima risposta concreta a quel personale che in piena pandemia ha fornito un contributo e un supporto fondamentale alla cura dei cittadini e che oggi si trova in una condizione di precariato dovuto parzialmente al rispetto del contenimento della spesa, ma, in Calabria, anche per l’inerzia di molte aziende ad attivare procedure assunzionali pur in presenza di risorse finanziarie destinate all’uopo. Ecco perché il particolare contesto in cui ci troviamo va sfruttato riguardo le opportunità che presenta e  tenga  un occhio attento alla necessità urgente, per risalire la china dei LEA, di avviare un percorso di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni di chi ha i requisiti, ma predisponga una programmazione   adeguata affinché si completi lo scorrimento delle graduatorie in essere, e si attivino procedure selettive e concorsuali valorizzando chi ha prestato servizio a vario titolo presso le aziende calabresi. Alle richieste del Tavolo Adduce di potenziare gli organici, la Regione risponde, nonostante sia ancora in fase di approvazione il nuovo Programma operativo, con questo primo atto destinando risorse al potenziamento e aggiornamento dei Piani di fabbisogno e siglando l’accordo che non solo avvia le procedure di assunzioni a tempo indeterminato, ma consente di mantenere in servizio tutte le professionalità assunte a vario titolo, aspetto importantissimo secondo FP CGIL, considerando indispensabile non disperdere un patrimonio di risorse necessario e non ancora sufficiente a colmare la grave carenza di personale”, continua Baldari.

“Questo è solo il primo passo per la FPCGIL, ritenendo che sarà ineludibile procedere, una volta ottenuta l’approvazione definitiva del Programma operativo, alla rivisitazione dei Piani di fabbisogno in funzione di una riorganizzazione ospedaliera e territoriale capace di rispondere con tempestività ed efficienza ai bisogni di salute dei cittadini calabresi. Inoltre- conclude la segretaria regionale della Funzione pubblica della Cgil- tenendo conto che le risorse del PNRR destinate all’implementazione delle strutture territoriali ed all’innovazione tecnologica e non all’assunzione di personale, andranno a finanziare 91 strutture nella Regione Calabria, Ospedali e Case della Comunità e COT, è  indispensabile mettere in campo robuste politiche assunzionali se si vuole evitare che restino contenitori vuoti o che si ricorra a privatizzazioni ed esternalizzazioni di servizi, modificando il profilo del Sistema sanitario che invece deve caratterizzarsi principalmente come pubblico, universale e gratuito”.

 

 

Contratti ai sanitari, Baldari (Fp Cgil) ad Occhiuto: “Ok la proroga ma si programmi il futuro”

“L’invito del Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, alle Aziende Sanitarie e Ospedaliere di prorogare fino al 30 giugno i contratti degli operatori sanitari in scadenza al 31 marzo, in ragione del perdurare della pandemia e della recrudescenza dei contagi, al netto della cessazione dello stato di emergenza, interviene sul filo di lana per evitare un drammatico aggravarsi della condizione dei servizi sanitari calabresi che avrebbero subito un improvviso depauperamento di oltre 1400 unità di personale a tempo determinato in un sol colpo. E quindi ben venga la sollecitazione alle Aziende a fare i compiti a casa, ovvero prorogare i contratti e spendere le risorse già assegnate per emergenza Covid nel 2020 e 2021 e procedere al mantenimento in servizio di tutte quelle figure che hanno consentito al sistema sanitario regionale di reggere l’impatto pandemico, seppur in affanno, in quanto non sufficienti, comunque, a colmare le gravi carenze di personale. Una sollecitazione, quella del Presidente, necessaria ma non sufficiente, sia riguardo alle motivazioni che la supportano, sia riguardo al tempo di proroga previsto”. Lo afferma in una nota stampa Alessandra Baldari, segretaria regionale della Fp Cgil Calabria. Che continua:

 

“Infatti, riteniamo che sia giunto il tempo di affrontare, di concerto con le parti sociali, il problema delle assunzioni indispensabili per il sistema sanitario regionale, per consentire ai LEA di poter risalire la china della drammatica discesa a cui assistiamo, già da anni, e programmare la riorganizzazione dei servizi territoriali che con le risorse del PNRR prevede la nascita di strutture di prossimità, COT, Ospedali di Comunità, Case di comunità, destinate a garantire assistenza ai cittadini e colmare il grave gap tra ospedale e territorio per le quali saranno necessarie le assunzioni per renderle funzionali. Pertanto, una proroga così breve, seppur indispensabile, sostiene ancora una volta solo l’ennesimo momento emergenziale e non coglie le opportunità, anche normative, per programmare un piano di assunzioni che fissi linee guida per le aziende tenendo in debito conto la possibilità di prevedere percorsi di stabilizzazione per tutti i lavoratori ingaggiati in emergenza, lo scorrimento delle graduatorie ancora aperte, percorsi di selezione per tutti i lavoratori che con varie tipologie di contratto hanno supportato tutte le strutture sanitarie. Per la FPCGIL- conclude Baldari-come più volte rappresentato, da qui si deve partire per dare risposte ai lavoratori ridotti a ranghi insufficienti a dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini e ormai in affanno a sostenere ancora a lungo una condizione di lavoro critica. È il momento di programmare e guardare avanti e non basta più governare l’emergenza. Restiamo sempre in attesa di incontrare i vertici regionali”.

Pnrr, tuona Baldari (Fp Cgil): “Ripartizione delle risorse è insoddisfacente. Serve cambio di passo”

“La ripartizione delle risorse del PNRR, relative alla misura 6 per la Calabria, appare insoddisfacente rispetto alle esigenze ed ai piani di programmazione delle strutture che sono state annunciate dalla Regione, senza alcuna condivisione con le parti sociali e che dovrebbero riadeguare il sistema sanitario calabrese, in specie riguardo all’assistenza territoriale, ormai da anni impoverita e svuotata di uomini, mezzi e sofferente di una gestione gravata da debiti, spesso inadeguata, a voler essere generosi, o contaminata da problemi di infiltrazioni che hanno portato allo scioglimento, negli anni, di diverse Aziende Sanitarie”. Lo dichiara in una nota la segretaria regionale della Funzione Pubblica Calabria Cgil, Alessandra Baldari.

“Fatta tale doverosa premessa, quello che polarizza la nostra preoccupazione, memori di quanto accaduto fino ad oggi, nei lunghi anni del Commissariamento, è se e come queste risorse saranno davvero spese. Infatti, a nessuno dovrebbe sfuggire la stasi e l’inerzia che in questi anni hanno caratterizzato la governance regionale, dei commissari e delle aziende che hanno congelato nei cassetti le risorse già stanziate e destinate alla realizzazione delle Case della Salute, dei nuovi 4 ospedali, dell’ammodernamento infrastrutturale, per non parlare di quelle destinate, in emergenza Covid, all’incremento dei posti letto, alle assunzioni di personale e al ristoro dell’impegno straordinario delle lavoratrici e lavoratori per combattere la diffusione del virus e curare, ancora oggi, i pazienti calabresi, la famosa “indennità Covid”. Insomma, tanti milioni non spesi”, continua Baldari.

“Auspichiamo che vi sia un doveroso cambio di passo, date le condizioni in cui versa il nostro Sistema Sanitario, ma non possiamo omettere che ai nostri solleciti, più volte reiterati, anche oggi registriamo il silenzio degli interlocutori, Struttura Commissariale e Dipartimento della Salute, riguardo all’urgenza di intervenire sulla maggiore delle criticità denunciata in tutte le aziende sanitarie, ovvero la carenza strutturale di personale che sta per trasformarsi in ulteriore allarme. Com’è noto, infatti, il 31 marzo cesserà lo Stato d’emergenza e certamente non sarà prorogato, ciò comporta che il personale assunto in ragione dell’emergenza a vario titolo (contratti a tempo determinato, collaborazioni, in somministrazione etc.), dovrà lasciare gli incarichi e questo, sommato ai pensionamenti, svuoterà ulteriormente reparti e servizi. E allora ci chiediamo, ammesso che i dati dei contagi e dei ricoveri per Covid in Calabria davvero si riducessero da qui al 31 marzo (i dati odierni rilevati da Agenas denunziano il contrario), non solo come potremo affrontare le attività ordinarie, come smaltire le lunghe liste d’attesa, recuperare le prestazioni arretrate, ma addirittura come potremo dotare di personale le strutture programmate con il PNRR? Il rischio è che i programmi restino sulla carta perché una cosa è certa, la sanità ha bisogno di donne e uomini.

Già il 20 gennaio scorso, la FPCGIL Calabria ha richiesto un incontro ai vertici regionali, Commissario al piano di rientro e Direttore del Dipartimento salute, sollecitando l’urgenza in tema di assunzioni, rammentando che il verbale del Tavolo Adduce del 22 luglio 2021 ricorda che l’art.1, del DL 150/2020 autorizza il Commissario ad attuare un piano straordinario per l’assunzione di personale medico, sanitario e sociosanitario, anche facendo ricorso alle graduatorie in vigore, nei limiti di spesa dei 12 milioni di euro annui a decorrere dal 2021. Citando ancora l’autorevole Tavolo, la spesa del personale del SSR al IV trimestre 2020 si sarebbe ridotta di oltre 11 milioni rispetto al 2019, assommando quindi per il 2020 una disponibilità di spesa di 23 milioni di euro. Effettuate le opportune verifiche sui dati, è necessario fare chiarezza se ci siano state e dove siano le assunzioni già possibili nello scorso anno.

 

Ma vi è di più, oltre che avviare procedure straordinarie di assunzioni, certamente necessarie, attingendo innanzitutto alle graduatorie ancora in essere, è indispensabile, per come previsto anche dalla legge di Bilancio che, ai commi dal 268 al 273, prevede la proroga dei rapporti di lavoro flessibile e la stabilizzazione del personale del ruolo sanitario, grazie anche alla nuova scadenza del Decreto Madia fissata al 31 dicembre 2022 e alla riduzione dei tempi di maturazione dei requisiti , dare dignità contrattuale e valorizzare il lavoro di quegli operatori assunti per l’emergenza, prorogando il rapporto di lavoro in una prospettiva di futura stabilizzazione la cui regia, a nostro avviso, deve essere regionale per omogeneizzare i percorsi assunzionali di tutte le aziende calabresi, emanando provvedimenti uniformi. Tutto ciò non è più rinviabile se si vuole evitare il definitivo collasso dei servizi dopo il 31 marzo ed in vista di poter programmare un SSR efficiente e garante dei Lea per tutti i cittadini ma che possa anche consentire il giusto riposo di tutti gli operatori sanitari che hanno vissuto 2 anni in trincea. Riteniamo che, così come già avvenuto in altre regioni, anche in Calabria si possa stipulare un protocollo che porti a sistema uno degli aspetti fondamentali per il buon funzionamento dei servizi sociosanitari e ribadiamo la nostra richiesta di incontro al Presidente – Commissario”.

 

Covid: Cgil e Fp Cgil, situazione in sanità sempre più critica, lavoratori stremati. Serve svolta“

“A quasi due anni dallo scoppio della pandemia, nel pieno di una ulteriore ondata di contagi, l’organizzazione del SSN messa in campo da moltissime Regioni mostra ancora molte delle problematiche già presenti prima del Covid, aggravate dagli esiti dei ventidue mesi che abbiamo alle spalle”. È quanto si legge in una nota congiunta di Cgil nazionale e Fp Cgil.

“Non è purtroppo necessario guardare al cambio di colore al quale nuovamente si stanno approssimando molte regioni per avere contezza della situazione reale”, sostengono Confederazione e Categoria. “Le scene che si stanno ripresentando in questi giorni, con pronto soccorso in cui sono assenti percorsi dedicati al trattamento esclusivo dei pazienti Covid e file di ambulanze fuori dalle strutture danno dimostrazione di come alcuni insegnamenti siano stati ignorati. Così come – proseguono – il continuo convertire e riconvertire strutture, il frequente depotenziamento delle Usca laddove costituite, la permanente difficoltà della medicina generale attestano come si sia guardato alla pandemia come ad un evento di forte impatto ma di breve periodo, cosa evidentemente smentita dai fatti, con il risultato che sono evidenti i danni derivanti dal mancato svolgimento delle attività ordinarie”.
“A tutto questo – si sottolinea nella nota – è chiamato ancora una volta a far fronte un personale oramai stremato e disilluso, in quantità colpevolmente insufficiente anche a causa delle scelte effettuate dalle Regioni, che non sempre hanno assunto nelle quantità consentite loro dai provvedimenti emergenziali e che fino a pochi giorni fa non si sono fatte scrupoli a non rinnovare contratti precari che stavano scadendo. In questo quadro, in cui nonostante le norme dedicate i precari non si assumono, assistiamo sempre più di frequente a lavoratori a tempo determinato che scelgono di licenziarsi”.
“Mancano i professionisti, in particolare infermieri e oss. Per i primi – dichiarano Cgil e Fp – continuiamo a pensare sia necessario prevedere una sospensione del numero chiuso per l’accesso alle facoltà universitarie, ma forse è giunto il momento di pensare a misure straordinarie simili a quelle che sono state adottate per favorire, data l’emergenza, l’ingresso dei medici
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specializzandi nelle strutture”. Per quanto riguarda gli oss “è impensabile che si arrivi alla necessaria revisione della figura, nel silenzio delle Conferenza delle Regioni, attraverso i ripetuti tentativi di questa o quella regione di adottare provvedimenti che pensano di supplire alla carenza infermieristica semplicemente trasferendo competenze agli oss. Un modo, in assenza di un disegno nazionale organico, per abbassare i costi a scapito dell’assistenza agendo sul costo del lavoro”.
“A fronte di tutto ciò – si legge ancora nella nota – le misure adottate con gli ultimi provvedimenti dal Governo continuano a postare ingenti quantità di denaro pubblico in direzione di un privato che, anche in questa occasione, pare rispondere meno del dovuto alle necessità del Paese, e quando lo fa, basti vedere l’indegna speculazione delle farmacie sul costo delle mascherine Ffp2 prima e dei tamponi ora, pare rispondere ad altre logiche”.
“È forte la preoccupazione che le scelte reali che si stanno via via adottando, anche in previsione della traduzione operativa dei progetti del Pnrr, possano portare, con la condivisione di buona parte della politica e di tante rappresentanze lobbistiche, ad una progressiva cessione di quote rilevanti di gestione del servizio sanitario nazionale in direzione di chi dimostra di considerare la salute dei cittadini come una variabile da declinare in funzione dei margini di profitto che se ne possono ricavare. Uno scenario avverso – si conclude la nota – che rende indispensabile innalzare ulteriormente il livello di presidio e di mobilitazione”.

Demedicalizzazione e chiusura di postazioni, l’allarme di Baldari e Masotti (Fp Cgil): “I servizi di emergenza urgenza della Calabria sono a rischio”

“Gli articoli di stampa dei giorni scorsi hanno avuto il pregio di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica regionale una situazione, la gestione del sistema di emergenza-urgenza, già conosciuta dagli addetti al lavoro, che squarcia il velo su un sistema delicato che attraversa grandi turbolenze, con carenze di personale, in particolare di medici, che fanno temere un ulteriore riduzione nella capacità di risposta del SSR ai bisogni di salute della cittadinanza”. Lo affermano con decisione Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Francesco Masotti, segretario Regionale FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari Calabria.

 “In Calabria il Servizio di Emergenza Urgenza è a rischio nell’indifferenza del Dipartimento regionale e dell’Ufficio Commissariale. Un Servizio strategico della nostra sanità pubblica, fondamentale per salvare vite umane, stremato, pure nella nostra Regione, dalla mancanza di medici, i quali o si allontanano da questo servizio o non ne sono più attratti. Quali le motivazioni? Intanto una programmazione ministeriale del fabbisogno del personale medico che è stata totalmente inadeguata sia attraverso il corso di formazione in medicina generale che delle scuole di specializzazioni di area sanitaria. Poi, un inquadramento dello stesso personale confuso e precario, tra contratto della dirigenza e convenzione nella medicina generale e, all’interno di queste aree, rapporti a tempo indeterminato e, soprattutto, a tempo determinato. Nello stesso ambito lavorativo abbiamo, quindi, medici che svolgono le stesse funzioni ma con diverse retribuzioni e tutele: per il convenzionato, in generale, meno diritti e, quindi, meno tutele (niente tredicesima e indennità notturne e festive, nessun riconoscimento economico legato ai fondi aziendali di produttività o di risultato). Una babele di posizioni lavorative che mette a rischio la qualità del servizio per i cittadini, spesso garantita solo grazie allo sforzo degli stessi medici e degli operatori sanitari più in generale. Si tratta di problemi giacenti da anni e che in Calabria si sono inaspriti con il piano di rientro, ma che interessano centinaia di medici calabresi che lavorano da anni in questo settore strategico, di vitale interesse per il servizio sanitario regionale e che è cruciale per l’integrazione della rete ospedaliera con l’assistenza territoriale. E, intanto, assistiamo alla chiusura di punti di primo intervento, alla demedicalizzazione di postazioni territoriali sia del 118 che dell’ex guardia medica, oggi Servizio di Continuità Assistenziale”, continuano nella nota stampa Baldari e Masotti. Che si interrogano:

 “E allora, quali le possibili soluzioni? La riqualificazione del Servizio di Emergenza-Urgenza passa attraverso due momenti significativi: la definizione di un unico contratto di lavoro per l’area dell’emergenza-urgenza, che abbia come presupposto la contrattualizzazione nell’area della dirigenza di tutti i medici che ne fanno parte e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari. Ma, l’assenza di qualsiasi risposta che su questi argomenti arriva dal livello politico e istituzionale è, in questo senso, indicativa di quale sensibilità godano certi argomenti all’interno della Regione Calabria e dell’Ufficio Commissariale, che dovrebbero, invece, governare questo settore “essenziale” per l’intera popolazione regionale. Eppure, in altre Regioni, non a caso sanitariamente più avanzate, Emilia-Romagna (2011 e 2014) e Toscana (2014 e 2016), hanno identificato percorsi normativi che hanno consentito, praticamente, di eliminare il precariato medico nell’area dell’emergenza-urgenza, valorizzando il percorso di formazione “sul campo” di professionisti che hanno maturato competenze ormai indispensabili al sistema sanitario di quelle Regioni. Ma finora, sebbene sollecitati più e più volte, abbiamo avuto di ritorno un “assordante” silenzio da Roma a Catanzaro: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero della Salute, Ufficio Commissariale, Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Rappresentanza della Calabria nella Conferenza unificata Stato-Regioni. Allora, un appello al nuovo Presidente della Giunta, onorevole Roberto Occhiuto, presti grande attenzione ai problemi della Regione ed ai suoi bisogni sociali e territoriali. Siamo pronti al confronto sulle vicende che abbiamo denunciato e sui tanti altri temi della sanità calabrese e ad assumerci le nostre responsabilità, con la convinzione che- concludono i sindacalisti della Fp Cgil– migliorare le condizioni lavorative degli operatori sanitari, significa avere di ritorno una migliore qualità nell’assistenza per i cittadini”

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