Ispettorato del lavoro, domani manifestazioni di protesta in tutte le province calabresi

Domani 4 marzo, dalle 10.00 alle 12.00,  si terranno le manifestazioni delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Inl e dell’Anpal.  I dipendenti si ritroveranno davanti a tutte le sedi provinciali dell’Ispettorato del Lavoro.

A Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Cosenza, i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp,  Confintesa Fp, Confsal- Unsa, Usb P.I., proseguiranno la lotta per protestare contro il mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione per l’Ispettorato nazionale del lavoro e per l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro e con il preciso obiettivo di riparare allo scempio commesso e reintegrare immediatamente il personale dell’Inl e di Anpal nell’armonizzazione.

Le manifestazioni territoriali si terranno in concomitanza con quella nazionale che si svolgerà in Via Veneto, a Roma.

“I lavoratori chiedono di essere messi nelle condizioni di assolvere effettivamente al compito di presidiare la legalità su un territorio vasto e difficile e di essere dotati di risorse umane adeguate, di mezzi e strumenti idonei allo scopo, di formazione e addestramento funzionali alla vigilanza in materia di sicurezza in tutti i settori di intervento e di vedersi riconosciuta l’indennità di amministrazione. Non solo il personale ispettivo, ma anche quello amministrativo,  che “dietro le quinte” lavora a supporto della macchina organizzativa per consentire lo svolgimento delle attività istituzionali, soffre della carenza in organico di risorse umane  sufficienti, che lo costringe a carichi di lavoro senza precedenti; per non parlare, poi dell’inadeguatezza della  formazione  fornita  a  tale personale, che ogni giorno si trova ad affrontare e a dover risolvere problematiche nuove, senza punti di  riferimento  che li  possano  supportare in tal senso. É ora di investire risorse economiche stabili e di finanziare gli obiettivi del PNRR per la lotta al sommerso, al precariato e al lavoro  insicuro. Questa   non    è    una    protesta    che    riguarda    solo    i    dipendenti dell’Ispettorato, ma tutto il mondo del lavoro”, scrivono i sindacati. Che aggiungono: “Se gli organi competenti a vigilare sulla legalità avranno uomini, mezzi e risorse per agire concretamente, tutti i lavoratori saranno più tutelati, diversamente ogni riforma rimarrà sulla carta e in un territorio in cui le condizioni lavorative sono già estremamente fragili, ad  avere la  meglio  saranno il sommerso, il precariato, lo sfruttamento e il lavoro che uccide”.

Lavoratori dell’Alli Scarl a rischio licenziamento, dopo il sit-in alla discarica arriva la convocazione della Regione 

Dopo mesi di attesa, oggi è arrivata la convocazione da parte della Regione Calabria: martedì 8 marzo (alle ore 15) i sindacati Fp Cgil-Fit Cisl-Uiltrasporti incontreranno i vertici della Cittadella regionale per affrontare le criticità che avvolgono la vicenda dei lavoratori dell’Alli Scarl a rischio licenziamento.
Questa mattina i lavoratori, insieme ai sindacati, hanno presidiato la discarica di Alli, luogo di lavoro dei dipendenti. L’assemblea di oggi è stata necessaria a causa dell’urgenza delle scadenze fra soli 10 giorni infatti finisce la Cassa integrazione per i 15 lavoratori che da settembre ne avevano accesso. A rischio, successivamente, il licenziamento per 30 lavoratori.

Fp Cgil-Fit Cisl-Uiltrasporti esprimono “parziale soddisfazione per la convocazione da parte della Regione Calabria. Potremo dirci soddisfatti quando la vertenza si concluderà in maniera favorevole per i lavoratori della discarica che rischiano di restare a casa. In un momento storico come quello che stiamo attraversando, è impensabile licenziare 30 persone e non pensare alle conseguenze sociali che ne derivano. Noi continueremo a difendere il diritto al lavoro per i dipendenti della Alli Scarl fin quando non otterremo le massime rassicurazioni e certezze”.

Ispettorato del lavoro, la misura è colma: venerdì a Cosenza e a Roma sindacati e lavoratori in piazza  

I lavoratori chiedono di essere dotati di risorse umane adeguate, di mezzi e strumenti idonei, di formazione e addestramento funzionali alla vigilanza.

 

Venerdì 4 marzo si terrà la manifestazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Inl e dell’Anpal a Cosenza di fronte la sede della Prefettura, in Piazza XI Settembre, dalle 10 alle 12. La manifestazione è indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp,  Confintesa Fp, Confsal- Unsa, Usb P.I., e si terrà in concomitanza con quella nazionale che si svolgerà in Via Veneto, a Roma. La manifestazione rientra nelle serie di azioni di lotta attuate dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, per protestare contro il mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione per l’Ispettorato nazionale del lavoro e per l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro e con il preciso obiettivo di riparare allo scempio commesso e reintegrare immediatamente il personale dell’Inl e di Anpal nell’armonizzazione.

I sindacati, inoltre, protestano anche perché gli obiettivi della lotta al lavoro sommerso del Pnrr risultano al momento privi di finanziamento nel decreto del Mef del 6 agosto 2021.

“Le lavoratrici e i lavoratori dell’Inl e di Anpal sono stufi della logica del costo zero e non si accontenteranno di promesse o impegni ma, ritenendo di essere stati ingiustamente esclusi, pretendono di ricevere importi a partire da quanto previsto per i colleghi del Ministero di riferimento e chiedono massima attenzione sui temi del lavoro”. Questo è quanto risulta anche dal documento sottoscritto dalla RSU e dai lavoratori dell’ITL di Cosenza, maturato dopo le assemblee avute nell’Istituto e trasmesso ai sindacati denunciando, ulteriormente, l’incremento dei carichi di lavoro a cui si contrappone il mancato reintegro della dotazione organica, documento che queste sigle sindacali condividono e integrano. La mobilitazione, gli incontri, si perpetueranno fino allo sciopero nazionale dei dipendenti dei due enti interessati del 18 marzo.

“Non ci fermeremo fino ad ottenimento del risultato, sia chiaro a tutti”, fanno sapere ancora i sindacati. Che continuano: “All’Ispettorato del Lavoro si chiede sempre di più e si dà sempre di meno. L’urgenza delle morti sul lavoro richiede investimenti concreti sui soggetti che operano in prima linea, al fine di intensificare i controlli e rendere  più incisive le azioni di contrasto. E invece, a parole, si proclama basta morti sul lavoro  e nei fatti si lasciano gli Ispettorati in condizioni di gravissime carenze di organico e si persevera nella logica del costo zero. Quella logica per la quale, sin dal 2017 e cioè dalla nascita dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, non sono mai stati realizzati quegli investimenti volti a qualificare il ruolo dell’Agenzia e a renderla di fatto un efficiente presidio di legalità in materia di lavoro e sicurezza. Ma ormai si è andati anche oltre. Si è passati dall’ “investire zero, al retribuire meno”. Difatti i lavoratori dell’INL, insieme a quelli dell’ANPAL, sono stati gli unici ad essere esclusi dall’adeguamento dell’indennità di Amministrazione, riconosciuta agli altri comparti del pubblico impiego. Sono ora i dipendenti pubblici più poveri d’Europa. A questi lavoratori si dà di meno in un momento in cui si chiede di più. La recente estensione delle competenze e delle responsabilità in materia di sicurezza, non accompagnata da un rafforzamento degli organici, espone il personale all’ulteriore intensificazione dei carichi da lavoro e compromette seriamente la capacità di dare risposte alle numerose richieste di intervento di tanti lavoratori, di evadere le deleghe di indagine, le istanze di conciliazione, le presenze in Tribunale e di  vigilare  affinché i luoghi di lavoro  siano  realmente più sicuri. L’ITL di Cosenza aderisce allo stato di agitazione proclamato a livello nazionale lo scorso 11 febbraio. Per quattro giorni consecutivi ha interrotto l’attività lavorativa un’ora al giorno per riunirsi in assemblea.   Il prossimo 4 marzo, dalle 10.00 alle 12.00, si recherà in Piazza Prefettura per essere ascoltato dal Prefetto  e  per tenere un’assemblea pubblica sulle gravi condizioni lavorative in cui versa da tempo. Partecipa, inoltre, allo sciopero proclamato a livello nazionale il prossimo 18 marzo e si dichiara pronto a mettere in atto aspre azioni di protesta, con interruzione delle  attività  di  competenza,  da  cui deriveranno conseguenze pregiudizievoli per tutta la provincia”.


Ora le richieste dei sindacati: “I lavoratori chiedono di essere messi nelle condizioni di assolvere effettivamente al compito di presidiare la legalità su un territorio vasto e difficile e di essere dotati di risorse umane adeguate, di mezzi e strumenti idonei allo scopo, di formazione e addestramento funzionali alla vigilanza in materia di sicurezza in tutti i settori di intervento e di vedersi riconosciuta l’indennità di amministrazione. Non solo il personale ispettivo, ma anche quello amministrativo,  che “dietro le quinte” lavora a supporto della macchina organizzativa per consentire lo svolgimento delle attività istituzionali, soffre della carenza in organico di risorse umane  sufficienti, che lo costringe a carichi di lavoro senza precedenti; per non parlare, poi dell’inadeguatezza della  formazione  fornita  a  tale personale, che ogni giorno si trova ad affrontare e a dover risolvere problematiche nuove, senza punti di  riferimento  che li  possano  supportare in tal senso. É ora di investire risorse economiche stabili e di finanziare gli obiettivi del PNRR per la lotta al sommerso, al precariato e al lavoro insicuro. Questa   non    è    una    protesta    che    riguarda    solo    i    dipendenti dell’Ispettorato, ma tutto il mondo del lavoro. Se gli organi competenti a vigilare sulla legalità avranno uomini, mezzi e risorse per agire concretamente, tutti i lavoratori saranno più tutelati, diversamente ogni riforma rimarrà sulla carta e in un territorio in cui le condizioni lavorative sono già estremamente fragili, ad  avere la  meglio  saranno il sommerso, il precariato, lo sfruttamento e il lavoro che uccide”.

 

 

 

Lavoratori di Alli Scarl a rischio licenziamento, i sindacati non mollano e chiedono un confronto urgente: “Trovare una soluzione”

Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti chiedono chiedono un confronto urgente sul futuro dell’azienda Alli Scarl e in particolare per i 15 lavoratori che rischiano il posto.

Lavoratori di Alli Scarl a rischio licenziamento, i sindacati non mollano e chiedono un confronto urgente: “Trovare una soluzione”
“Dalla riunione del 13 gennaio scorso è emerso che le criticità segnalate, sin dal mese di settembre 2021, e trattate in maniera più approfondita nel corso dell’incontro presso la Prefettura di Catanzaro, in data 07/12/2021, alla presenza della Regione Calabria e di ATO Catanzaro, non hanno trovato la soluzione ivi concordata”, scrivono in una nota Franco Grillo (Fp Cgil), Gianluca Campolongo (Fit Cisl) e Benedetta Cassala (Uil Trasporti) al presidente della Regione Calabria, all’assessore regionale all’Ambiente, al dirigente settore Ciclo integrato dei rifiuti della Regione Calabria, alla prefettura di Catanzaro alla società Alli Scarl e all’Ato Catanzaro.

“Nella riunione del 13 gennaio la società ha comunicato la volontà di avviare la procedura di licenziamento collettivo (legge 223/1991) per 15 lavoratori (su 38 quindi pari al 40% della forza lavoro), rimettendo in discussione anche le 4 unità, che a seguito di apertura delle procedure di cassa integrazione in deroga, sono state riammesse in servizio attivo. Questo, ovviamente, non è assolutamente accettabile da parte del sindacato che ha richiamato la società ad un senso di responsabilità ciò anche in considerazione degli ammortizzatori sociali attualmente in essere, prontamente recepito. “Assodato quindi, il temporaneo congelamento della procedura di licenziamento collettivo” i sindacati chiedono alla Regione Calabria (e alla prefettura di farsi garante dell’incontro) “la convocazione di tutti i soggetti per addivenire ad una pronta ed immediata soluzione della vertenza in atto”.

Incontro in Regione su LSU e LPU: ok all’accordo su utilizzo delle risorse

L’incontro tenutosi ieri 20 dicembre tra il Presidente Occhiuto, la Vicepresidente Princi,
il DG Cosentino e le Organizzazioni Sindacali CGIL – CISL – UIL, FP CGIL – CISL FP – UIL FPL,
NIDIL-CGIL – Felsa-CISL – UILTEMP UIL, ha segnato un avanzamento rispetto alla vertenza
degli ex Lsu-Lpu calabresi, dopo aver conseguito nel tempo importanti risultati con la
contrattualizzazione nel 2015 e la stabilizzazione nel 2020 frutto di una serrata rivendicazione
sindacale.

Ieri invece, si è discusso dell’approvazione del decreto Milleproroghe, che ha visto
l’equiparazione su base nazionale tra gli Lpu e Lsu ed il riconoscimento di altri 20 mln di euro,
un provvedimento fortemente voluto dal sindacato che ha sollecitato e vigilato rispetto alla
stesura del testo definitivo e che consentirà quindi un aumento di contributo agli Enti
utilizzatori e quindi delle retribuzioni.
Tale cifra sarà materialmente a disposizione dei Comuni con la conversione in legge
del Decreto stesso che avverrà dal 3 marzo 2022, data in cui diverrà pienamente operativo.
Pertanto le Organizzazioni sindacali hanno ritenuto opportuno chiedere alla Presidenza
della G.R. di produrre ogni utile intervento per anticipare il più possibile l’iter burocratico onde
evitare difficoltà finanziarie agli enti e comunque confermando la decorrenza dell’01.01.2022
per il miglioramento orario della contrattualizzazione dei lavoratori.
Nell’occasione le OO.SS. hanno chiesto che venga reso stabile il fondo dei 39 mln di euro
regionali al netto dei pensionamenti che avverranno nel tempo e che i risparmi così derivanti
siano reinvestiti di anno in anno nell’aumento ulteriore della quota pro capite dei lavoratori
rimanenti nel bacino ed il tal senso la Regione procederà recependo la detta richiesta.
E’ stata concordata la redazione e la sottoscrizione di un accordo quadro che disciplini
le modalità di quantificazione e utilizzazione delle risorse in modo che il beneficio sia ripartito
pro capite a tutti i lavoratori, evitando di fatto che possa esserci qualche lavoratore ancora part
time che non possa vedersi adeguare il proprio stipendio.
Infine, è stato chiesto di equiparare al resto del bacino, qualora ce ne fosse bisogno,
anche quei lavoratori stabilizzati nel 2018 superando la convenzione sottoscritta tra la Regione
Calabria e il Ministero del Lavoro che prevedeva un incentivo statale di soli 4 anni.
Rimane obiettivo del Sindacato confederale continuare sul percorso intrapreso
tendendo all’obiettivo del full time fino al raggiungimento del massimo retributivo possibile e
confidando in interlocuzioni istituzionali che valuteremo, di volta in volta, in riscontro a
risultati concreti e migliorativi per i lavoratori.

Angelo Sposato (Segreteria Confederale CGIL), Tonino Russo (Segreteria Confederale CISL), Santo Biondo (Segreteria Confederale UIL), Alessandra Baldari (Segretario Generale FP CGIL), Luciana Giordano (Segretario Generale FP CISL), Elio Bartoletti (Segretario Regionale UIL FPL),  Ivan Ferraro (Segretario Generale NIDIL CGIL), Gianni Tripoli (Segretario Generale FELSA CISL), Gianvincenzo Benito Petrassi (Segretario Generale UILTEMP).

Lavoratori dell’Alli Scarl a rischio licenziamento, i sindacati ottengono la sospensione della procedura

 

Il 13 gennaio scorso, presso la sede di Confindustria, si sono incontrate le organizzazioni sindacali territoriali e l’Azienda Alli Scarl per fare il punto della situazione stabilito all’incontro del 7 dicembre 2021 presso la Prefettura di Catanzaro.

Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti Catanzaro, nel ricevere l’informativa, prendono atto della dichiarazione dell’Azienda che fa presente che dalla data dell’ultimo incontro, presso la Prefettura, la situazione non sia assolutamente cambiata per cui sia l’Ato Catanzaro che la Regione Calabria non hanno dato seguito agli impegni assunti in tale sede.
Quanto sopra appalesa la volontà, da parte dell’azienda, di procedere alla riduzione di personale presso l’impianto di Catanzaro Alli.

Quanto a parere delle organizzazioni sindacali “è grave ed inaccettabile poiché sarebbe assurdo assistere alla riduzione di personale, quindi al licenziamento di 15 persone (quante ne sono state individuate per la Cassa integrazione attualmente in essere) in una struttura pubblica di proprietà della Regione, preoccupazione che i sindacati non ha mai nascosto sin dall’avvio della procedura a sostegno al reddito”.

Tutto questo è ancor più grave se si considera che la decisione di riduzione del personale viene assunta, per come riferito, a seguito dell’inerzia sia dell’Ato Catanzaro che della regione Calabria.

A conclusione dell’incontro, Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti Catanzaro, hanno chiesto ed ottenuto un congelamento della procedura al fine di consentire loro di avviare le necessarie interlocuzione con i soggetti pubblici interessati dalla vicenda, volendo ricordare a presidente Roberto Occhiuto che non esiste solo la sanità come problema atavico della regione.

Sanità, Cgil: “Prioritario intervenire subito sulle emergenze ed aprire il vero confronto sulle riforme strutturali“

“Con le proposte di legge, una istitutiva dell’azienda unica per la sanità regionale, “Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominato Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria – Azienda Zero” e una di “Razionalizzazione e miglioramento dell’offerta assistenziale nel territorio regionale”, che riguarda sostanzialmente l’unificazione dell’azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” e dell’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, a nostro avviso, la Presidenza di Giunta, in uno con l’Ufficio Commissariale, hanno perpetrato l’ennesimo errore metodologico. Per intanto, denunciamo l’ulteriore occasione persa per un confronto costruttivo su temi estremamente delicati per l’intera sanità calabrese. È addirittura mancata l’informativa, laddove l’informazione è il presupposto per il corretto esercizio delle relazioni sindacali e dei suoi strumenti, a conferma di uno stato delle relazioni sindacali ancora tutto da creare dentro la “torre d’avorio” della Cittadella Regionale”. Così in una nota il Comitato direttivo Cgil Calabria.

“Ma per tornare al metodo, ci saremmo aspettati, in un normale percorso di pianificazione, che Presidenza e Ufficio Commissariale avessero portato in discussione le proposte all’interno della terza Commissione del Consiglio regionale, per un necessario confronto innanzitutto con le forze sociali. Tale iter logico avrebbe certamente consentito a Presidenza e Ufficio Commissariale l’individuazione di obiettivi e azioni finalizzate alla chiara definizione dei processi di governance delle aziende sanitarie provinciali che non vanno soppresse ma rilanciate”.

“Presidenza e Ufficio Commissariale hanno deciso, invece, unilateralmente, di tentare il colpo di mano, così come, peraltro, perpetrato a maggio del 2007 con la Legge regionale che accorpò le 11 aziende sanitarie locali nelle cinque Aziende Sanitarie Provinciali. Proprio per questo, pur condividendo le critiche nel merito delle due proposte di legge regionale, addirittura per l’Azienda Zero risulterebbe un ulteriore onere per il Fondo Sanitario Regionale pari a 700.000 Euro, ci fermiamo alla valutazione del metodo, chiedendone il ritiro”.

“E, quindi, un appello alla politica. Si faccia carico di rispondere ai bisogni dei calabresi, in termini di riscontro ai problemi del territorio ed ai bisogni sanitari e sociali, attraverso una ripresa dei rapporti con la società, le forze sociali ed i territori, in modo che la Calabria possa davvero vivere una stagione nuova. Noi siamo pronti al confronto sulle vicende che abbiamo denunciato e sui tanti altri temi della sanità calabrese e ad assumerci le nostre responsabilità e nel caso le nostre richieste rivendicative rimanessero inascoltate siamo pronti a promuovere azioni di mobilitazione congiunte con i tanti soggetti che, come noi, hanno a cuore  il diritto alla salute dei calabresi. Abbiamo chiesto l’assunzione immediata del personale necessario per far viaggiare le ambulanze con i medici a bordo, far funzionare l’emergenza urgenza, i pronto soccorso, la medicina territoriale e ci ritroviamo con colpi di mano di sovrastrutture che di fatto esautorano il dipartimento della salute, mettono in discussione la gestione territoriale tagliando di fatto le amministrazioni locali, i Sindaci che sono autorità sanitarie e le parti sociali. Serve un confronto vero per sistemare la sanità malata in Calabria. Abbiamo pagato un prezzo alto in questi venti anni dove si sono succeduti diversi Presidenti di regione delle diverse aree politiche e commissari che hanno portato la sanità allo sfascio. Ripetere lo stesso metodo e gli stessi errori peggiorerebbe le cose”, concludono i sindacalisti.

 

Cgil, Cisl, Uil Calabria incontrano Occhiuto: “Positiva apertura ai sindacati”

 

Cgil, Cisl e Uil Calabria, dopo oltre due ore di primo confronto il Presidente della giunta regionale, registrano una positiva apertura al dialogo con le Organizzazioni sindacali.

Quella che si apre, quindi, è una fase di confronto strutturata, con una serie di tavoli tematici, su tutte le problematiche che ancora rimangono aperte in Calabria.

Inizieremo dalla sanità. Nei prossimi giorni, infatti, il Governo nominerà i sub commissari al piano di rientro dal debito e subito dopo si insedierà il primo tavolo proprio sulla materia sanitaria, per la quale abbiamo chiesto al Presidente, intanto, di risolvere il problema dellindennità Covid per il personale sanitario – la Calabria è lunica regione a non aver ancora corrisposto quanto dovuto al personale sanitario che ha affrontato lemergenza pandemica ed in ballo ci sono 14 milioni di euro – e al quel tavolo vogliamo aprire la discussione sulla futura strutturazione di un modello di sanità regionale che sia confacente agli standard del Servizio sanitario nazionale e che, soprattutto, sia in grado di soddisfare i Livelli essenziali di assistenza, partendo naturalmente dalla definizione dei fabbisogni di personale sanitaria, amministrativo e dalla certificazione del debito sanitario e dalla definizione degli atti aziendali della Ao e delle Asp.

Dal Presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, poi è stata condivisa la necessità di mettere in campo un tavolo sul lavoro per affrontare, in primis, la problematica attinente il tema del precariato storico allinterno della macchina pubblica regionale, per il quale va individuato, rispetto alle normative vigenti, un percorso di stabilizzazione anche ricorrendo al supporto del Ministero della Pubblica amministrazione per lindividuazione di nuovi meccanismi legislativi.

Allo stesso tempo, abbiamo sottolineato la necessità di mettere mano ad una riforma concreta della partecipazione pubblica che sappia valorizzare enti funzionali come Calabria Verde o Fincalabra, rilanciare il Corap e definire la posizione strategica di Sacal, ripristinando il controllo pubblico.

Sotto la lente dingrandimento abbiamo posto anche lambito della protezione dellambiente, della mitigazione del dissesto idrogeologico, della Protezione civile ed il Presidente della giunta regionale si è detto disponibile ad aprire un confronto con le Organizzazioni sindacali, coinvolgendo lassessore al ramo Gianluca Gallo.

Non abbiamo dimenticato di segnalare al Presidente Occhiuto la necessità di mettere mano ad un grande programma di intervento sulla scuola, per rendere listituzione scolastica il vero motore della crescita sociale ed occupazionale nella nostra regione.

Grande attenzione, poi, è stata posta al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro e per questo abbiamo chiesto che venga prontamente istituita e resa operativa, con la partecipazione delle parti sociali, tecnici di settore e rappresentanti delle funzioni ispettive regionali, la Commissione regionale su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Einaccettabile assistere in maniera inerme a quella che si sta configurando come una vera e propria strage di lavoratrici e di lavoratori.

Davanti alla Calabria, ancora, c’è loccasione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e al Presidente Occhiuto abbiamo ricordato la necessità di istituire e convocare la Cabina di regia regionale per monitorare le attività di sviluppo del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In ballo ci sono 15 miliardi di euro, unoccasione irripetibile per la Calabria e non si può sbagliare come, sino ad oggi, è stato fatto con il Programma operativo regionale.

Anche su questo campo abbiamo registrato la volontà del Presidente della giunta regionale di segnare un cambio di passo rispetto al passato, di raccogliere le idee delle Organizzazioni sindacali e procedere alla convocazione dellUfficio del partenariato per avviare la discussione sulla riprogrammazione della spesa del Por 2014/2020, senza perdere di vista quella relativa ai Patti sottoscritti con il Governo – come il progetto Gol per il quale il Governo ha già stanziato la prima tranche di 40 milioni di euro che vanno spesi entro il mese di dicembre per programmare le politiche attive del lavoro, della formazione, della qualificazione e riconversione professionale – per il rinnovamento infrastrutturale della Calabria, il rilancio delle aree interne, lavvio fattuale della Zona economica speciale e il potenziamento occupazionale, e definire al meglio quella relativa al 2021/2027.

Riteniamo, altresì, necessario la condivisione del Protocollo di legalità per la tracciabilità ed il monitoraggio della spesa relativa ai fondi europei.

Al Presidente della giunta regionale, inoltre, abbiamo ricordato come sia necessario istituire un tavolo tecnico interistituzionale nel quale si dovranno prendere le decisioni determinanti per la rideterminazione della spesa dei fondi europei, per destinarli allefficientamento del sistema sanitario, alla cura del territorio, alla mitigazione del dissesto idrogeologico, alladeguamento delle strutture scolastiche, allammodernamento delle infrastrutture materiali e immateriali.

Per affrontare queste sfide, poi, abbiamo ricordato al Presidente Occhiuto come in Calabria sia urgente una nuova stagione di concorsi che sia in grado di rinnovare e modernizzare la pubblica amministrazione regionale e metterla in condizione di affrontare le sfide aperte dal Pnrr.

Ovviamente le disponibilità e le attenzioni rappresentateci dal Presidente Roberto Occhiuto le metteremo tutte a verifica con rigore e autonomia, come sempre. Giudicheremo e ci muoveremo sui risultati e sulle azioni concrete.

 

Angelo Sposato​​​, segretario generale​​​ Cgil Calabria

 

Tonino Russo​​​​, segretario generale​​​ Cisl Calabria

 

Santo Biondo, segretario generale Uil Calabria

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Lavoro, pensioni, diseguaglianze sociali in Calabria: Cgil, Cisl, Uil avviano iniziative di mobilitazione per sollecitare il Parlamento

Mentre si avvia l’iter di discussione sulla manovra finanziaria 2022 che impegnerà le Camere fino all’approvazione della legge di bilancio entro il prossimo 31 dicembre, i Segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo annunciano alcune iniziative di mobilitazione nei mesi di novembre e dicembre.

«È necessario – dichiarano in una nota congiunta – sollecitare l’attenzione del Parlamento sui temi fondamentali della ripartenza e sulla piattaforma unitaria delle nostre organizzazioni sindacali in un momento di particolare difficoltà per l’Italia intera e per la nostra regione, per la quale si gioca davvero una partita fondamentale per lo sviluppo. Chiediamo risposte convincenti su lavoro, pensioni, fisco, sviluppo, welfare, contrasto alle diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese. Perciò, in sintonia con quanto avverrà in ogni regione, Cgil, Cisl e Uil terranno in Calabria una serie di assemblee unitarie diffuse in tutto il territorio, che coinvolgeranno i diversi settori del mondo del lavoro nell’area nord, nell’area centrale e nell’area sud della regione.

Per l’area nord, a Trebisacce, presumibilmente martedì 23 novembre, nell’area nord ci sarà un’assemblea con la categoria degli edili e i lavoratori impegnati nel macrolotto della S.S. 106. Per l’area centrale, presumibilmente venerdì 26 novembre, in una struttura ospedaliera da individuare si terrà un’assemblea con gli operatori della sanità. Per l’area sud, presumibilmente lunedì 29 novembre, avremo presso il Porto di Gioia Tauro un’assemblea con le federazioni dei trasporti.

Martedì 30 novembre si terranno simultaneamente tre sit-in davanti alle Prefetture di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria per discutere pubblicamente e presentare ai rappresentanti del Governo le nostre rivendicazioni. Per venerdì 10 dicembre, infine, è prevista una manifestazione regionale a Catanzaro, in Piazza Prefettura, a partire dalle ore 10:00.

È il momento – concludono i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – di far sentire nuovamente e pubblicamente la voce dei lavoratori e di tutti i cittadini».

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