“Attesi i gravi fatti accaduti presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, che non hanno avuto sufficienti e coraggiose risposte da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, nonostante fosse stato già comunicato lo stato di agitazione a livello regionale alcuni mesi orsono sui temi sotto elencati e preso atto che la richiesta di un incontro al Provveditore su alcuni temi specifici non ha sortito alcun effetto, le scriventi OOSS non possono non preannunciare di voler manifestare davanti all’Istituto Penitenziario “Ugo Caridi” di Catanzaro al fine di poter sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulle gravi problematiche che si registrano presso questo Istituto e che peraltro sono lo medesime problematiche che si registrano anche nella quasi totalità degli Istituti penitenziari calabresi”. Lo scrivono i sindacati Bellucci Policaro Paradiso Magro Elia Federico Iannello Scidà, rispettivamente per i sindacati SAPPE, OSAPP, UILPA PP, SINAPPE, FNS CISL, USPP CGIL, CNPP.
Con una nota inviata al Presidente Bernardo Petralia, Capo del Dap, Direttore Generale del Personale e delle Risorse, Massimo Parisi e Provveditore Regionale Amm.ne Penitenziaria, Dottor Liberato Guerriero, al prefetto, M. Teresa Cucinotta, Dott.ssa Angela Paravati direttore Casa Circondariale e infine alle segreterie Nazionali delle organizzazioni sindacali SAPPe -OSAPP-UILPA-SINAPPe-FNS-CISLUSPP-CGIL-CNPP.
“Numeri elevati di detenuti con disagio psichico – a fronte di soli 8 posti detentivi nelle sezioni ATSM vi sono oltre 80 detenuti custoditi nelle sezioni comuni -; Conseguenti difficoltà nella gestione dei detenuti con disagio psichico e dei detenuti che si sono connotati, anche in altre regioni per la loro pervicace aggressività; Carenza degli organici che non consente di operare con sicurezza e che determina turni di lavoro estenuanti, a volte anche oltre le 10 ore; Carenza del personale medico – a fronte di 12 medici ne sono rimasti soltanto 5, costretti ad effettuare turnazioni massacranti dovendo coprire il servizio per tutte le 24 ore-; Diritti dei lavoratori calpestati.
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