Archivia Dicembre 20, 2021

Centri per l’Impiego, Fp e Nidil Cgil: “Le affermazioni di Pietropaolo confermano il sospetto che le assunzioni potenzieranno altri settori”

“Le risorse economiche previste nel Piano del Potenziamento possono e debbono essere utilizzate solo ed esclusivamente per incrementare le risorse umane dei Centri per l’Impiego”. Ad Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil, e Ivan Ferraro, segretario generale Nidil Cgil, non è piaciuta la risposta dell’assessore al Personale Filippo Pietropaolo all’appello lanciato dal sindacato in merito alla futura assunzione di personale destinato al Potenziamento dei Centri per l’Impego.

“La preoccupazione e lo sconcerto per i decreti pubblicati si acuiscono prendendo atto di quanto la politica sia lontana dal conoscere le attività di un settore cardine, che dovrebbe essere considerato strategico per il nostro territorio e, al contempo, non senta la responsabilità di dare risposte a chi da anni contribuisce al buon andamento della macchina amministrativa regionale”, scrivono i sindacalisti con una nota inviata al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, all’assessore al Personale Filippo Pietropaolo, all’assessore al Lavoro, Giusy Princi e ai dirigenti Tassone (“Risorse Umane”), Cosentino (“Lavoro e Welfare”) e al dirigente settore Affari Generali, Giuridici ed Economici Relazioni Sindacali, Contenzioso del Personale.

“Ribadiamo con forza che le risorse economiche previste nel Piano del Potenziamento possono e debbono essere utilizzate solo ed esclusivamente per incrementare le risorse umane dei Centri per l’Impiego. I due profili, invece, di “Istruttore Direttivo Amministrativo – Finanziario e Istruttore amministrativo contabile” messi a bando con Decreto Dirigenziale n°12945 del 15/12/2021 avente ad oggetto: “Potenziamento centri per l’impiego: approvazione bandi di concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura, a tempo indeterminato e pieno, di n. 279 posti di categoria d e di n. 177 posti di categoria c”, non rivestono assolutamente carattere specifico per i Servizi per il Lavoro.  Figure professionali, già per declaratoria, non in linea con l’attività istituzionale erogata dai Centri per l’Impiego, la cui mission è volta al contrasto della grave piaga della disoccupazione, mediante il sapiente rilancio delle Politiche Attive. Pur apprezzando e condividendo il compiacimento espresso dall’assessore preposto, (quel che dovrebbe essere la buona prassi politica la si vuol far passare per evento straordinario), considerato che l’Amministrazione regionale riesce a pubblicare gli avvisi di assunzione nei tempi consentiti, il 31 dicembre, senza perdere fondi, 17 milioni l’anno, alle casse regionali, che è bene ribadire non sono altro che le casse dei cittadini Calabresi, riteniamo inaccettabile e, altresì, oltre modo oltraggioso leggere nero su bianco che delle 537 assunzioni previste soltanto 81, tra l’altro a tempo determinato, andranno a ricoprire quei profili utili nei Servizi per l’Impiego!”, scrivono Fp Cgil e Nidil Cgil. Che continuano:

“Si consolida il sospetto, tra le righe ci viene confermato, che i “456 nuovi assunti”, andranno a “potenziare” altri settori dell’Ente e non certo il settore “Coordinamento reti Centri per l’Impiego”. Non intendiamo assistere ad una vanificazione delle potenzialità e delle professionalità già in essere. Probabilmente sfugge all’assessore l’esistenza dei 130 lavoratori del Piano del Potenziamento, già contrattualizzati a tempo determinato, e dei Navigator; personale che ruota a vario titolo nell’esigente mondo delle Politiche attive, che in riferimento al titolo di studio risulta essere in soprannumero rispetto ai soli 81 posti messi a concorso, e al quale, tra l’atro, in alcuni casi, si evidenzia ancora una volta, non viene riconosciuto nemmeno il servizio prestato. Si reitera, pertanto, la richiesta di convocazione di un tavolo di confronto immediato, ritenendo obiettivo necessario del governo regionale, in continuità con l’intenzione pubblicizzata dal Presidente Roberto Occhiuto e dalla precedente giunta, prosciugare il precariato annesso all’Amministrazione regionale, riconoscendo in tal modo la dignità di un lavoro stabile ad un personale qualificato e già ampiamente formato anche sul campo, nella piena trasparenza richiesta ad un concorso pubblico nella P.A”.

Potenziamento centri per l’impiego, il bando non piace a Fp e Nidil Cgil. Baldari e Ferraro: “Mancato confronto ha provocato l’esclusione di profili professionali”

Un’occasione persa. Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Ivan Ferraro, segretario generale NIDIL CGIL Calabria, stigmatizzano con forza il mancato confronto prima della pubblicazione dei bandi di concorso pubblico per la copertura di 456 posti a tempo pieno e indeterminato per il potenziamento dei Centri per l’Impiego. Un mancato confronto che per la Cgil ha provocato l’esclusione di numerosi profili professionali utili ai Centri per l’impiego e al mercato del lavoro, che, peraltro, sono profili già presenti attraverso l’impiego di lavoratori a tempo determinato.

I sindacalisti ricordano come la FP CGIL avesse già lo scorso 14 dicembre, in occasione di un incontro alla presenza dell’assessore al personale Filippo Pietropaolo, rappresentato la non piena corrispondenza dei profili proposti dall’Ente per l’incremento del personale afferente i Centri per l’Impiego alle reali esigenze di tali uffici e ravvisato la necessità impellente di un tavolo specifico per discutere delle molteplici anomalie riscontrate in tal senso, desta profondo sconcerto l’assenza di confronto con le organizzazioni sindacali a tutela di quell’annoso bacino di precariato che il presidente Occhiuto asserisce di voler prosciugare.

“Una importante fetta di precariato che FP e NIDIL CGIL ritengono debba necessariamente trovare una giusta e consona valorizzazione per dare risposte a tanti lavoratori che da anni prestano la loro professionalità a servizio della Regione Calabria pur essendo contrattualizzati con Azienda Calabria, Ente Strumentale della Regione e con ANPAL Servizi. Non si comprende, dunque, come i vari profili in linea con le attività caratteristiche dei CPI, menzionati nel decreto dirigenziale n° 12931 del 15/12/2021 avente ad oggetto: “Decreto dirigenziale n. 3901 del 7 aprile 2014: integrazione”, approvato in considerazione del fatto che il Piano di potenziamento dei Centri per l’Impiego della Regione Calabria richiede il reclutamento di profili professionali adeguati e non presenti nella succitata rideterminazione del 2014, possano poi ridursi a due unici profili a tempo indeterminato e pieno: Istruttore Direttivo Amministrativo – Finanziario e Istruttore amministrativo contabile, che si discostano nelle mansioni notevolmente da quelle che sono le politiche del lavoro erogate dai Servizi pubblici per l’Impiego, quasi a sottendere che saranno destinati poi ad altri settori e certamente non funzionali alle esigenze dei Centri per l’Impiego. Inammissibile per FP e NIDIL CGIL che la politica regionale utilizzi risorse specifiche destinate dal Piano del Potenziamento solo ed esclusivamente ai Centri per l’Impiego senza prevedere, dopo tante annunciazioni, figure essenziali e peculiari che possano con competenza affiancare gli attuali operatori e specialisti dei Servizi per il Lavoro”.

Baldari e Ferraro evidenziano che nella stesura del bando in oggetto non si è tenuto conto:   “dell’eterogeneità delle classi di lauree possedute dai precari su menzionati. Ed invero, a norma dei requisiti richiesti dal bando per l’accesso al profilo di Categoria D. sono, infatti, escluse le Classi L19 di Lauree in Scienze dell’Educazione e della Formazione, L24 Lauree in Scienze e Tecniche Psicologiche ovvero le Classi LM 51 Lauree Magistrali in Psicologia, LM57 Lauree Magistrali in Scienze dell’Educazione degli Adulti e Formazione continua, LM87 Lauree Magistrali in Servizio Sociale e Politiche Sociali, la cui mancata considerazione preclude anche a chi possiede le necessarie competenze e ha già lavorato allo svolgimento di fatto delle medesime mansioni messe a bando e/o all’interno dei Centri per l’Impiego di poter anche solo partecipare al concorso per i predetti profili; dell’esperienza maturata dai Navigator, che è bene ricordarlo, hanno già superato una selezione pubblica – per titoli ed esami – in quanto nello specificare cosa si intenda per “servizio” viene preso in considerazione soltanto il servizio maturato in materia di politiche attive e servizi per il lavoro, in forza di qualsiasi tipologia contrattuale da parte dell’ente Regione e/o attraverso enti strumentali. Contrariamente a quanto delineato a livello nazionale non si riconosce alcuna riserva o punteggio aggiuntivo a dei lavoratori che da oltre due anni si adoperano efficacemente nei Centri per l’Impiego così come normato con il Decreto Sostegni, D.L. 41/2021, che ha prolungato la durata dei contratti fino al 31/12/2021; della necessaria valorizzazione delle professionalità maturate da lavoratori che possono vantare un’esperienza pluriennale sul campo, espressa in questi anni, espletando le funzioni loro attribuite, talvolta, ove richiesto dalle contingenti necessità, andando anche ad assimilarsi alla figura dell’operatore del Centro per l’Impiego e quindi alle figure di cui al decreto dirigenziale n° 12931 del 15/12/2021. Valorizzazione, peraltro, più volte evidenziata anche dalla parte politica. Naturalmente, visto i risultati, si è trattato solo di parole”.
 La nota dei sindacalisti, inviata a al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, all’assessore al Personale Filippo Pietropaolo, all’assessore al Lavoro, Giusy Princi e ai dirigenti Tassone (“Risorse Umane”), Cosentino (“Lavoro e Welfare”) e al dirigente settore Affari Generali, Giuridici ed Economici Relazioni Sindacali, Contenzioso del Personal, si conclude con parole dure e di ammonimento nei confronti della giunta regionale: “ Si ritiene di dover censurare fortemente il comportamento autoreferenziale della giunta regionale, stigmatizzando il comportamento di un assessore al personale che da un lato si dimostra (a parole) disponibile al confronto, dall’altro, senza coinvolgimento delle parti sociali, rischia di rendere vano lo sforzo in termini di risorse finanziarie che i governi che si sono succeduti in questi ultimi anni hanno messo in campo per rafforzare le politiche attive del lavoro e renderle capaci di rispondere ai bisogni di una società che negli ultimi anni ha allargato la forbice delle diseguaglianze sociali. In ultimo, FP CGIL e NIDIL Calabria ritengono indispensabile un confronto immediato, al fine di dipanare in modo risolutivo delle vertenze afferenti un’importante fascia di precariato della nostra terra, che ha diritto dopo anni di incertezze di vedere riconosciuta quella giusta dignità che spetta ad ogni lavoratore, così come si ritiene fondamentale assicurare ai cittadini calabresi che le risorse vengano utilizzate nel modo più consono e trasparente possibile per dare quelle risposte che i Calabresi attendono da ormai troppo tempo”.

 

Sanità, Cgil: “Prioritario intervenire subito sulle emergenze ed aprire il vero confronto sulle riforme strutturali“

“Con le proposte di legge, una istitutiva dell’azienda unica per la sanità regionale, “Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominato Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria – Azienda Zero” e una di “Razionalizzazione e miglioramento dell’offerta assistenziale nel territorio regionale”, che riguarda sostanzialmente l’unificazione dell’azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” e dell’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, a nostro avviso, la Presidenza di Giunta, in uno con l’Ufficio Commissariale, hanno perpetrato l’ennesimo errore metodologico. Per intanto, denunciamo l’ulteriore occasione persa per un confronto costruttivo su temi estremamente delicati per l’intera sanità calabrese. È addirittura mancata l’informativa, laddove l’informazione è il presupposto per il corretto esercizio delle relazioni sindacali e dei suoi strumenti, a conferma di uno stato delle relazioni sindacali ancora tutto da creare dentro la “torre d’avorio” della Cittadella Regionale”. Così in una nota il Comitato direttivo Cgil Calabria.

“Ma per tornare al metodo, ci saremmo aspettati, in un normale percorso di pianificazione, che Presidenza e Ufficio Commissariale avessero portato in discussione le proposte all’interno della terza Commissione del Consiglio regionale, per un necessario confronto innanzitutto con le forze sociali. Tale iter logico avrebbe certamente consentito a Presidenza e Ufficio Commissariale l’individuazione di obiettivi e azioni finalizzate alla chiara definizione dei processi di governance delle aziende sanitarie provinciali che non vanno soppresse ma rilanciate”.

“Presidenza e Ufficio Commissariale hanno deciso, invece, unilateralmente, di tentare il colpo di mano, così come, peraltro, perpetrato a maggio del 2007 con la Legge regionale che accorpò le 11 aziende sanitarie locali nelle cinque Aziende Sanitarie Provinciali. Proprio per questo, pur condividendo le critiche nel merito delle due proposte di legge regionale, addirittura per l’Azienda Zero risulterebbe un ulteriore onere per il Fondo Sanitario Regionale pari a 700.000 Euro, ci fermiamo alla valutazione del metodo, chiedendone il ritiro”.

“E, quindi, un appello alla politica. Si faccia carico di rispondere ai bisogni dei calabresi, in termini di riscontro ai problemi del territorio ed ai bisogni sanitari e sociali, attraverso una ripresa dei rapporti con la società, le forze sociali ed i territori, in modo che la Calabria possa davvero vivere una stagione nuova. Noi siamo pronti al confronto sulle vicende che abbiamo denunciato e sui tanti altri temi della sanità calabrese e ad assumerci le nostre responsabilità e nel caso le nostre richieste rivendicative rimanessero inascoltate siamo pronti a promuovere azioni di mobilitazione congiunte con i tanti soggetti che, come noi, hanno a cuore  il diritto alla salute dei calabresi. Abbiamo chiesto l’assunzione immediata del personale necessario per far viaggiare le ambulanze con i medici a bordo, far funzionare l’emergenza urgenza, i pronto soccorso, la medicina territoriale e ci ritroviamo con colpi di mano di sovrastrutture che di fatto esautorano il dipartimento della salute, mettono in discussione la gestione territoriale tagliando di fatto le amministrazioni locali, i Sindaci che sono autorità sanitarie e le parti sociali. Serve un confronto vero per sistemare la sanità malata in Calabria. Abbiamo pagato un prezzo alto in questi venti anni dove si sono succeduti diversi Presidenti di regione delle diverse aree politiche e commissari che hanno portato la sanità allo sfascio. Ripetere lo stesso metodo e gli stessi errori peggiorerebbe le cose”, concludono i sindacalisti.

 

Cgil, Cisl, Uil Calabria incontrano Occhiuto: “Positiva apertura ai sindacati”

 

Cgil, Cisl e Uil Calabria, dopo oltre due ore di primo confronto il Presidente della giunta regionale, registrano una positiva apertura al dialogo con le Organizzazioni sindacali.

Quella che si apre, quindi, è una fase di confronto strutturata, con una serie di tavoli tematici, su tutte le problematiche che ancora rimangono aperte in Calabria.

Inizieremo dalla sanità. Nei prossimi giorni, infatti, il Governo nominerà i sub commissari al piano di rientro dal debito e subito dopo si insedierà il primo tavolo proprio sulla materia sanitaria, per la quale abbiamo chiesto al Presidente, intanto, di risolvere il problema dellindennità Covid per il personale sanitario – la Calabria è lunica regione a non aver ancora corrisposto quanto dovuto al personale sanitario che ha affrontato lemergenza pandemica ed in ballo ci sono 14 milioni di euro – e al quel tavolo vogliamo aprire la discussione sulla futura strutturazione di un modello di sanità regionale che sia confacente agli standard del Servizio sanitario nazionale e che, soprattutto, sia in grado di soddisfare i Livelli essenziali di assistenza, partendo naturalmente dalla definizione dei fabbisogni di personale sanitaria, amministrativo e dalla certificazione del debito sanitario e dalla definizione degli atti aziendali della Ao e delle Asp.

Dal Presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, poi è stata condivisa la necessità di mettere in campo un tavolo sul lavoro per affrontare, in primis, la problematica attinente il tema del precariato storico allinterno della macchina pubblica regionale, per il quale va individuato, rispetto alle normative vigenti, un percorso di stabilizzazione anche ricorrendo al supporto del Ministero della Pubblica amministrazione per lindividuazione di nuovi meccanismi legislativi.

Allo stesso tempo, abbiamo sottolineato la necessità di mettere mano ad una riforma concreta della partecipazione pubblica che sappia valorizzare enti funzionali come Calabria Verde o Fincalabra, rilanciare il Corap e definire la posizione strategica di Sacal, ripristinando il controllo pubblico.

Sotto la lente dingrandimento abbiamo posto anche lambito della protezione dellambiente, della mitigazione del dissesto idrogeologico, della Protezione civile ed il Presidente della giunta regionale si è detto disponibile ad aprire un confronto con le Organizzazioni sindacali, coinvolgendo lassessore al ramo Gianluca Gallo.

Non abbiamo dimenticato di segnalare al Presidente Occhiuto la necessità di mettere mano ad un grande programma di intervento sulla scuola, per rendere listituzione scolastica il vero motore della crescita sociale ed occupazionale nella nostra regione.

Grande attenzione, poi, è stata posta al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro e per questo abbiamo chiesto che venga prontamente istituita e resa operativa, con la partecipazione delle parti sociali, tecnici di settore e rappresentanti delle funzioni ispettive regionali, la Commissione regionale su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Einaccettabile assistere in maniera inerme a quella che si sta configurando come una vera e propria strage di lavoratrici e di lavoratori.

Davanti alla Calabria, ancora, c’è loccasione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e al Presidente Occhiuto abbiamo ricordato la necessità di istituire e convocare la Cabina di regia regionale per monitorare le attività di sviluppo del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In ballo ci sono 15 miliardi di euro, unoccasione irripetibile per la Calabria e non si può sbagliare come, sino ad oggi, è stato fatto con il Programma operativo regionale.

Anche su questo campo abbiamo registrato la volontà del Presidente della giunta regionale di segnare un cambio di passo rispetto al passato, di raccogliere le idee delle Organizzazioni sindacali e procedere alla convocazione dellUfficio del partenariato per avviare la discussione sulla riprogrammazione della spesa del Por 2014/2020, senza perdere di vista quella relativa ai Patti sottoscritti con il Governo – come il progetto Gol per il quale il Governo ha già stanziato la prima tranche di 40 milioni di euro che vanno spesi entro il mese di dicembre per programmare le politiche attive del lavoro, della formazione, della qualificazione e riconversione professionale – per il rinnovamento infrastrutturale della Calabria, il rilancio delle aree interne, lavvio fattuale della Zona economica speciale e il potenziamento occupazionale, e definire al meglio quella relativa al 2021/2027.

Riteniamo, altresì, necessario la condivisione del Protocollo di legalità per la tracciabilità ed il monitoraggio della spesa relativa ai fondi europei.

Al Presidente della giunta regionale, inoltre, abbiamo ricordato come sia necessario istituire un tavolo tecnico interistituzionale nel quale si dovranno prendere le decisioni determinanti per la rideterminazione della spesa dei fondi europei, per destinarli allefficientamento del sistema sanitario, alla cura del territorio, alla mitigazione del dissesto idrogeologico, alladeguamento delle strutture scolastiche, allammodernamento delle infrastrutture materiali e immateriali.

Per affrontare queste sfide, poi, abbiamo ricordato al Presidente Occhiuto come in Calabria sia urgente una nuova stagione di concorsi che sia in grado di rinnovare e modernizzare la pubblica amministrazione regionale e metterla in condizione di affrontare le sfide aperte dal Pnrr.

Ovviamente le disponibilità e le attenzioni rappresentateci dal Presidente Roberto Occhiuto le metteremo tutte a verifica con rigore e autonomia, come sempre. Giudicheremo e ci muoveremo sui risultati e sulle azioni concrete.

 

Angelo Sposato​​​, segretario generale​​​ Cgil Calabria

 

Tonino Russo​​​​, segretario generale​​​ Cisl Calabria

 

Santo Biondo, segretario generale Uil Calabria

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Lavoro, pensioni, diseguaglianze sociali in Calabria: Cgil, Cisl, Uil avviano iniziative di mobilitazione per sollecitare il Parlamento

Mentre si avvia l’iter di discussione sulla manovra finanziaria 2022 che impegnerà le Camere fino all’approvazione della legge di bilancio entro il prossimo 31 dicembre, i Segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo annunciano alcune iniziative di mobilitazione nei mesi di novembre e dicembre.

«È necessario – dichiarano in una nota congiunta – sollecitare l’attenzione del Parlamento sui temi fondamentali della ripartenza e sulla piattaforma unitaria delle nostre organizzazioni sindacali in un momento di particolare difficoltà per l’Italia intera e per la nostra regione, per la quale si gioca davvero una partita fondamentale per lo sviluppo. Chiediamo risposte convincenti su lavoro, pensioni, fisco, sviluppo, welfare, contrasto alle diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese. Perciò, in sintonia con quanto avverrà in ogni regione, Cgil, Cisl e Uil terranno in Calabria una serie di assemblee unitarie diffuse in tutto il territorio, che coinvolgeranno i diversi settori del mondo del lavoro nell’area nord, nell’area centrale e nell’area sud della regione.

Per l’area nord, a Trebisacce, presumibilmente martedì 23 novembre, nell’area nord ci sarà un’assemblea con la categoria degli edili e i lavoratori impegnati nel macrolotto della S.S. 106. Per l’area centrale, presumibilmente venerdì 26 novembre, in una struttura ospedaliera da individuare si terrà un’assemblea con gli operatori della sanità. Per l’area sud, presumibilmente lunedì 29 novembre, avremo presso il Porto di Gioia Tauro un’assemblea con le federazioni dei trasporti.

Martedì 30 novembre si terranno simultaneamente tre sit-in davanti alle Prefetture di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria per discutere pubblicamente e presentare ai rappresentanti del Governo le nostre rivendicazioni. Per venerdì 10 dicembre, infine, è prevista una manifestazione regionale a Catanzaro, in Piazza Prefettura, a partire dalle ore 10:00.

È il momento – concludono i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – di far sentire nuovamente e pubblicamente la voce dei lavoratori e di tutti i cittadini».

Lavoratori di Alli in Cassa integrazione, i sindacati chiedono un incontro e annunciano lo stato di agitazione

“Un incontro urgente di confronto in quanto le scriventi sono fortemente preoccupate della possibilità, per nulla scongiurata, che la CIGO (Cassa integrazione guadagni ordinaria) possa essere il preludio di un licenziamento delle maestranze interessate”. Lo scrivono in una nota Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti.

Con una nota inviata al presidente della Regione Calabria, all’assessore regionale all’ambiente, al dirigente Settore Ciclo Integrato dei Rifiuti Regione Calabria e al prefetto di Catanzaro, le organizzazioni sindacali ricostruiscono la vicenda: “Con nota del 16 agosto 2021 l’Alli scarl, gestore dell’impianto di trattamento dei rifiuti sito in Catanzaro comunicava l’avvio della cassa integrazione per un numero imprecisato di lavoratori addetti alla linea RD sul presupposto che detta linea, dopo alterne vicende, subiva una temporanea sospensione. A seguito di tale comunicazione le scriventi chiedevano di essere convocate e successivamente, in data 31/08/2021, si teneva un primo incontro all’esito del quale le scriventi si riservavano ogni decisone solo dopo un necessario confronto con l’ATO di Catanzaro”, continuano Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti.

“Con questo ultimo si consumavano ben due incontri uno il 06/09/2021 ed un altro il 14/09/2021, all’esito del quale veniva redatto verbale nel quale si registrava l’esito negativo del confronto, non riuscendo a scongiurare l’attivazione della CIGO. Quest’ultima veniva attivata in data 15/09/2021 per 15 lavoratori (ovvero il 50% circa della forza lavoro)”.

“Alla luce di quanto sopra, considerato che le rassicurazioni indicate dall’impresa e dall’Ato appaiono poco convincenti e molto incerte, tenuto conto che l’Ente Regione Calabria è proprietario dell’impianto e che lo stesso è stato dato in uso all’ATO di Catanzaro, le scriventi chiedono all’Ente un incontro urgente, previa dichiarazione dello stato di agitazione del personale”.

Demedicalizzazione e chiusura di postazioni, l’allarme di Baldari e Masotti (Fp Cgil): “I servizi di emergenza urgenza della Calabria sono a rischio”

“Gli articoli di stampa dei giorni scorsi hanno avuto il pregio di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica regionale una situazione, la gestione del sistema di emergenza-urgenza, già conosciuta dagli addetti al lavoro, che squarcia il velo su un sistema delicato che attraversa grandi turbolenze, con carenze di personale, in particolare di medici, che fanno temere un ulteriore riduzione nella capacità di risposta del SSR ai bisogni di salute della cittadinanza”. Lo affermano con decisione Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Francesco Masotti, segretario Regionale FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari Calabria.

 “In Calabria il Servizio di Emergenza Urgenza è a rischio nell’indifferenza del Dipartimento regionale e dell’Ufficio Commissariale. Un Servizio strategico della nostra sanità pubblica, fondamentale per salvare vite umane, stremato, pure nella nostra Regione, dalla mancanza di medici, i quali o si allontanano da questo servizio o non ne sono più attratti. Quali le motivazioni? Intanto una programmazione ministeriale del fabbisogno del personale medico che è stata totalmente inadeguata sia attraverso il corso di formazione in medicina generale che delle scuole di specializzazioni di area sanitaria. Poi, un inquadramento dello stesso personale confuso e precario, tra contratto della dirigenza e convenzione nella medicina generale e, all’interno di queste aree, rapporti a tempo indeterminato e, soprattutto, a tempo determinato. Nello stesso ambito lavorativo abbiamo, quindi, medici che svolgono le stesse funzioni ma con diverse retribuzioni e tutele: per il convenzionato, in generale, meno diritti e, quindi, meno tutele (niente tredicesima e indennità notturne e festive, nessun riconoscimento economico legato ai fondi aziendali di produttività o di risultato). Una babele di posizioni lavorative che mette a rischio la qualità del servizio per i cittadini, spesso garantita solo grazie allo sforzo degli stessi medici e degli operatori sanitari più in generale. Si tratta di problemi giacenti da anni e che in Calabria si sono inaspriti con il piano di rientro, ma che interessano centinaia di medici calabresi che lavorano da anni in questo settore strategico, di vitale interesse per il servizio sanitario regionale e che è cruciale per l’integrazione della rete ospedaliera con l’assistenza territoriale. E, intanto, assistiamo alla chiusura di punti di primo intervento, alla demedicalizzazione di postazioni territoriali sia del 118 che dell’ex guardia medica, oggi Servizio di Continuità Assistenziale”, continuano nella nota stampa Baldari e Masotti. Che si interrogano:

 “E allora, quali le possibili soluzioni? La riqualificazione del Servizio di Emergenza-Urgenza passa attraverso due momenti significativi: la definizione di un unico contratto di lavoro per l’area dell’emergenza-urgenza, che abbia come presupposto la contrattualizzazione nell’area della dirigenza di tutti i medici che ne fanno parte e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari. Ma, l’assenza di qualsiasi risposta che su questi argomenti arriva dal livello politico e istituzionale è, in questo senso, indicativa di quale sensibilità godano certi argomenti all’interno della Regione Calabria e dell’Ufficio Commissariale, che dovrebbero, invece, governare questo settore “essenziale” per l’intera popolazione regionale. Eppure, in altre Regioni, non a caso sanitariamente più avanzate, Emilia-Romagna (2011 e 2014) e Toscana (2014 e 2016), hanno identificato percorsi normativi che hanno consentito, praticamente, di eliminare il precariato medico nell’area dell’emergenza-urgenza, valorizzando il percorso di formazione “sul campo” di professionisti che hanno maturato competenze ormai indispensabili al sistema sanitario di quelle Regioni. Ma finora, sebbene sollecitati più e più volte, abbiamo avuto di ritorno un “assordante” silenzio da Roma a Catanzaro: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero della Salute, Ufficio Commissariale, Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Rappresentanza della Calabria nella Conferenza unificata Stato-Regioni. Allora, un appello al nuovo Presidente della Giunta, onorevole Roberto Occhiuto, presti grande attenzione ai problemi della Regione ed ai suoi bisogni sociali e territoriali. Siamo pronti al confronto sulle vicende che abbiamo denunciato e sui tanti altri temi della sanità calabrese e ad assumerci le nostre responsabilità, con la convinzione che- concludono i sindacalisti della Fp Cgil– migliorare le condizioni lavorative degli operatori sanitari, significa avere di ritorno una migliore qualità nell’assistenza per i cittadini”

Screening mammografico gratuito, la Fp Cgil calabrese dalla parte della sanità di qualità e per tutti

“Nel nostro Paese, durante tutto il mese di ottobre, vi sono varie opportunità di partecipare ad iniziative di screening presso strutture sanitarie che aderiscono a progetti per la lotta contro il tumore al seno. Si tratta di input che fanno ben sperare in una migliore organizzazione dei servizi pubblici non solo nella fase della ricerca, della cura e dell’assistenza, ma soprattutto in quella della prevenzione”.  Lo afferma in una nota la segreteria regionale FP CGIL. 

“Riteniamo infatti che questa possa essere la chiave di volta per mantenere in buona salute la popolazione.  Dai dati del 2019 si evince che i tumori mammari rappresentano il 30% della totalità di tumori maligni diagnosticati alle donne, e che i nuovi casi di carcinomi della mammella stimati in Italia sono stati 53.200. Una buona notizia arriva però proprio dalle campagne di screening che in Italia contribuiscono ad una netta riduzione della mortalità che, in questo caso, si aggira al 25%”, continua la segreteria regionale.
“L’FP CGIL, ritiene che anche nella nostra regione, lo screening mammografico gratuito debba essere strumento primario nella lotta al tumore del seno e debba essere indirizzato principalmente al le donne fra i 50 ed i 74 anni e a tutte quelle predisposte alla patologia per familiarità, prevedendo l’esecuzione di una mammografia bilaterale ogni 2 anni.

Sempre nel corso del mese di ottobre, in particolare il 10, si celebrerà la Giornata mondiale della salute mentale, che quest’anno vede un rinnovato Piano d’azione per la salute mentale 2013 – 2030, aggiornato lo scorso 21 settembre dall’Oms. La FP CGIL calabrese fa proprio lo slogan adottato per la campagna dell’Oms di quest’anno “Salute mentale per tutti: facciamola diventare realtà”. Un rinnovato impegno per tutta l’organizzazione sindacale che nei suoi programmi si farà carico di visitare tutte le strutture che erogano servizi psico-sociali presenti sul territorio regionale per radiografare lo stato dell’arte dell’assistenza e, quindi, per chiedere al prossimo governo regionale ed al Ministro Speranza investimenti mirati per questo delicato settore, tenuto conto che la situazione fin qui registrata non è delle migliori e la carenza di strutture adeguate e di figure professionali specialistiche in progressiva ingravescenza, visto che la percentuale del 5% del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale condivisa dalle Regioni è ancora un miraggio.  La combinazione ambulatorio/ricovero ospedaliero resta spesso l’approccio prevalente mentre si dovrebbe auspicare ad un superamento dello stesso, attraverso la costruzione di nuovi progetti all’interno di una rete territoriale integrata con altre agenzie/organizzazioni capaci di offrire supporto ai coraggiosi operatori che già si spendono per realizzare a favore dei pazienti un irrinunciabile processo dell’abitare, del lavorare e del socializzare”.

Fondi Covid. Baldari ( Fp Cgil), Giordano (Cisl Fp), Bartoletti (Uil Fpl) presentano un esposto in Procura a Catanzaro

Dopo un anno e mezzo dal primo stanziamento da parte del Governo delle risorse destinate al personale sanitario della Calabria per aver fronteggiato con impegno l’emergenza da SARS-Covid 19, così come per tutto il personale delle altre regioni e nonostante l’accordo sottoscritto dalle scriventi in data 6 luglio 2020, ad oggi nessun lavoratore ha percepito quanto destinato da Roma, secondo i criteri concordati dalle sigle sindacali.

  Baldari (Fp Cgil), Giordano (Cisl Fp) e Bartoletti (Uil FPl) hanno più volte sollecitato la conclusione dell’iter amministrativo, hanno più volte manifestato la loro preoccupazione e il loro sdegno per il tempo trascorso ed i rimpalli di responsabilità tra le strutture di governo regionale del Sistema sanitario, Commissario e Dipartimento della Salute e quelle di governo aziendale delle ASP Calabresi e delle Aziende Ospedaliere.

La grave crisi pandemica ha disvelato con ampia chiarezza quanto siano stati e siano fondamentali l’impegno e l’abnegazione dei lavoratori del Sistema sanitario che, seppur in condizioni di grave disagio, anche senza adeguate protezioni, nonostante la grave carenza di personale, hanno affrontato con coraggio e senza risparmiarsi la crisi sanitaria.

Tutto ciò ha indotto il Governo, di concerto con la Conferenza delle Regioni, a stanziare risorse vincolate al fine di ristorare i sacrifici ed il rischio corso, ma i lavoratori calabresi, a differenza dei lavoratori delle altre regioni, non hanno percepito nulla in ragione del pressapochismo della burocrazia regionale e della errata imputazione delle somme nel Decreto di assegnazione delle risorse alle Aziende.

L’avevamo detto: NON SI POSSONO USARE I SOLDI STANZIATI DAL GOVERNO CON UN FINE BEN PRECISO, PREMIARE I LAVORATORI CON UNA INDENNITA’, PER FARE ALTRO, ovvero compensare le spese straordinarie del personale impegnato a fronteggiare la pandemia. C’è una bella differenza tra ciò che contrattualmente è stabilito e un riconoscimento premiale di 16 milioni inghiottiti dai bilanci aziendali magari per contabilizzare un bel risparmio!

Dopo aver rivendicato il rispetto dell’accordo e la distribuzione appropriata delle risorse, manifestando e proclamando anche lo stato di agitazione dei lavoratori, a fronte dell’ennesima promessa puntualmente mancata,  la pazienza è finita e così come già ribadito nell’ultimo confronto regionale, come ogni volta che la politica non risponde e gli altri livelli di governance restano indifferenti ai bisogni dei lavoratori, snobbando i diritti di chi ai doveri ha adempiuto stringendo i denti nel momento emergenziale, non c’era altra scelta che ricorrere alla Procura della Repubblica di Catanzaro e consegnare un esposto nelle mani del Procuratore Nicola Gratteri. All’atto della consegna dell’esposto, i tre Segretari Baldari, Giordano e Bartoletti hanno comunicato al Procuratore la necessità di fare chiarezza non solo sulle risorse destinate ai lavoratori per l’indennità cosiddetta Covid, ma, come contenuto nel documento corredato da numerosi allegati, di avere contezza riguardo tutte le ingenti somme destinate alla Calabria per le assunzioni, il potenziamento della rete territoriale e della rete ospedaliera.

Adesso bisogna attendere che sia fatta luce su come e perché in Calabria qualunque risorsa finanziaria destinata al Servizio Sanitario Regionale non viene finalizzata secondo quanto programmato e indicato dal Governo o, in molti casi, non sia proprio utilizzata. Aspettiamo fiduciosi.  

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