Centro Giustizia minorile, ieri l’assemblea della Fp Cgil a Catanzaro: “Tutelare e rafforzare le tutele per i lavoratori”

“Manifestazione nazionale ieri a Roma al Ministero della Giustizia, promossa a Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, per rivendicare la stabilizzazione di tutti gli operatori giudiziari assunti con contratto a tempo determinato. Nel corso della manifestazione, che ha visto la partecipazione di decine e decine di operatori provenienti da tutta Italia, è intervenuto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, che ha fatto sapere essere volontà del Ministero stabilizzare tutti gli operatori giudiziari a tempo determinato, nessuno escluso”. È quanto affermano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa in merito alla vertenza decennale dei precari della giustizia, ora inseriti in una procedura di stabilizzazione che per i requisiti, ovvero aver maturato i 36 mesi entro il 31 dicembre di quest’anno, ne esclude circa 200 mentre 1.200 verranno stabilizzati a partire dal prossimo gennaio.
Il sottosegretario, su richiesta delle lavoratrici e dei lavoratori, fanno sapere i sindacati, “ha affermato che è necessario concludere la procedura di inserimento dei titoli posseduti nel portale, prevista per il prossimo 2 dicembre, al fine di stabilire con certezza quanti siano gli operatori che hanno i requisiti per la stabilizzazione e quanti viceversa non raggiungono tali requisiti. Il sottosegretario ha poi affermato che, una volta accertato tale dato, integrato con il numero degli operatori giudiziari ex militari (i quali allo stato non possono inserire alcun titolo sulla piattaforma), si potranno definire, anche coinvolgendo le organizzazioni sindacali, i provvedimenti normativi da adottare in quanto è volontà del Ministero stabilizzare tutti gli operatori giudiziari a tempo determinato, nessuno escluso”, concludono.
“Dopo gli aumenti di gas e luce arriva la doccia fredda per moltissimi lavoratori, lavoratrici e utenza che da anni utilizzano i parcheggi Aci di Via Argento, nei pressi del Tribunale di Catanzaro. Non è assolutamente accettabile che un lavoratore possa pagare con convenzione socio Aci la somma di 5 euro al giorno per parcheggiare la propria auto, in considerazione degli aumenti di gasolio e diesel”.
Ad affermarlo è la Fp Cgil Area Vasta a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici della giustizia che prestano servizio nel Tribunale di Catanzaro.
“Chiediamo di rivedere le proprie decisioni ai responsabili ACI, alla luce del caro vita che sta mettendo in ginocchio tutto il sistema economico. Un’ulteriore spesa graverebbe sul bilancio economico di ogni nucleo familiare di lavoratori, cittadini e utenza che di per sé arrivano con enormi difficoltà a fine mese”.
La nota è del segretario generale FPCGIL Calabria Alessandra Baldari e del segretario FPCGIL MEDICI Francesco Masotti
“Su quanto annunciato nei giorni scorsi in tema di sanità, vale a dire l’erogazione della tanto attesa indennità
Covid finanziata dal Governo nazionale e concordata dalle OO.SS. con la Regione Calabria oltre 2 anni fa che
pare finalmente essere in prossimità di liquidazione e l’emanazione del DCA 113, che stabilisce la
predisposizione dei Piani di fabbisogno per il 2022 da parte delle Aziende del SSR, sbloccando la possibilità di
assumere e stabilizzare il personale con i previsti requisiti, purtroppo, corre obbligo riservare la massima
cautela.
Infatti, riguardo al primo annuncio, siamo al corrente che non tutte le Aziende sanitarie della nostra regione
hanno risposto alla richiesta di puntuale rendicontazione cosi come esige l’autorizzazione alla spesa
derivante da fondi POR, 22 milioni, stanziati dalla Regione e destinati al pagamento dell’indennità Covid per
il personale che con coraggio ed abnegazione ha fronteggiato l’ondata del virus. Altre, col supporto di
consulenti inviati dal Dipartimento salute, stanno apportando correzioni e solo due hanno completato
correttamente la necessaria rendicontazione. Pertanto, non possiamo considerare concluso l’iter istruttorio
né garantire tempi certi, anche se la DGR di impegno di spesa ci rassicura. I tempi incerti di rendicontazione
da parte delle Aziende dimostrano però, ancora una volta, la loro ridotta capacità amministrativa che tanto
incide sulla governance e sull’organizzazione del sistema sanitario regionale. Infine, resta irrisolta una parte
dell’applicazione di parte dell’accordo del 6 luglio 2020 che prevede l’inclusione dei medici convenzionati
come quelli del 118 in prima linea nell’assistere i pazienti contagiati, per i quali non abbiamo ancora alcuna
rassicurazione. La FP CGIL continuerà a vigilare sulla correttezza dell’applicazione dell’accordo sottoscritto,
continuando a sollecitare aziende e dipartimento al fine di addivenire alla conclusione e al ristoro di tutti i
lavoratori e le lavoratrici della Sanità.
Inoltre, il DCA 113 dello scorso 6 settembre relativo ai Piani di fabbisogno di personale e Piani delle assunzioni
per il 2022, se da un lato produce una sollecitazione necessaria alle Aziende soprattutto per dar luogo alle
stabilizzazioni concordate, rese possibili dalla normativa vigente (Legge di bilancio, Madia), dall’altro ci
preoccupa in quanto prende a riferimento il tetto di spesa del personale del 2021 e i volumi di produzione
dello stesso anno. Spesa certamente superiore al 2020 per l’assunzione di personale precario durante
l’emergenza Covid, ma condizionata dalla riduzione della produttività di tutte le altre attività non Covid.
Allo stesso tempo ci chiediamo, questi Piani di fabbisogno a quali Atti Aziendali fanno riferimento? La spesa
del personale a quali bilanci farà rifermento se molti di quei bilanci non sono stati approvati? Dubbi che
sarebbe stato possibile chiarire se, come sosteniamo da tempo, ci fosse stato un confronto continuo con le
organizzazioni sindacali, a cominciare proprio dai Piani di fabbisogno che sono lo strumento fondamentale per avviare quel processo di reclutamento del personale sanitario le cui carenze sono attualmente la più grave criticità del nostro SSR”
“Non possiamo che manifestare tutta la nostra vicinanza e solidarietà ai magistrati Ilario Nasso e Tiziana Di Mauro, della sezione lavoro del Tribunale di Vibo Valentia, destinatari di un volantino dal contenuto ignobile ed inaccettabile e sulla cui volgarità non si può rimanere indifferenti”. Lo scrive in una nota la Funzione Pubblica Cgil Area Vasta, che continua così:
“Condanniamo con forza ogni atto intimidatorio diretto a chiunque, ma soprattutto quando questo sia diretto a magistrati che operano in un territorio difficile come quello di Vibo Valentia e dove i ritardi, in termini di giustizia, non sono da ascrivere a loro ma alla lentezza della burocrazia ministeriale nell’affrontare e risolvere i problemi atavici degli uffici giudiziari vibonesi e dove la carenza di giudici requirenti ed inquirenti fa il paio con la carenza anche del personale amministrativo”, scrivono sindacalisti. E ancora: “La Funzione Pubblica Cgil Area Vasta cosi come ha condannato i vili attacchi al Procuratore Gratteri, sarà ancora di più impegnata nel sostenere convitatemene il lavoro della magistratura e di tutti i suoi operatori”.
“Dopo l’accordo quadro firmato tra la Regione Calabria e le parti sociali in data 14 marzo 2022, la Regione Calabria il 24 marzo 2022 ha pubblicato il decreto dirigenziale N. 3183 che ha praticamente dato avvio all’aumento del contributo per i lavoratori ex LSU/LPU stabilizzati in Regione Calabria (LEGGE N. 147/2013 – LEGGE 160/2019 – LEGGE N. 15 DEL 25 FEBBRAIO 2022). Le presenti risorse aggiuntive saranno quindi disponibili per gli enti non appena questi ultimi risponderanno alla manifestazione d’interesse pubblicata dalla Regione Calabria”. Lo affermano in una nota la segretaria regionale della Fp Cgil Alessandra Baldari, il segretario confederale Angelo Sposato e il segretario generale NIDIL CGIL, Iva Ferraro.
“Vista la confusione che si sta creando, nei vari enti locali sulla redistribuzione delle risorse per questa categoria di lavoratori, va ricordato agli stessi che sull’accordo quadro sottoscritto dalla Regione e dalle sigle sindacali è stato stabilito che le risorse che saranno trasferite agli Enti utilizzatori, sono da intendersi aggiuntive a quelle già trasferite per ogni singolo lavoratore. I trasferimenti sono condizionati all’effettivo aumento dei livelli retributivi e, quindi, dell’attuale orario lavorativo di ogni lavoratore sulla base del contributo pro-capite applicato secondo la categoria di appartenenza. Le risorse trasferite agli enti utilizzatori sono destinate all’incremento dell’orario lavorativo già osservato da ogni singolo lavoratore fino al massimo del tetto contrattuale, nel rispetto di quanto previsto dalle vigenti disposizioni di legge e che dovrà essere opportunamente rendicontato per l’intera somma del contributo annuo. Di conseguenza è assurdo quello a cui stiamo assistendo in questi giorni, ovvero, alcune amministrazioni locali che ritengono di poter usare le risorse destinate a loro discrezione compensando le spese già effettuate per aumentare l’orario dei lavoratori e così rimpinguando le casse degli enti”, continuano i tre sindacalisti. Che concludono:
La Funzione Pubblica Cgil regionale al fianco dei lavoratori precari della giustizia. A ribadire il concetto, forte e chiaro, l’assemblea dei lavoratori che si è tenuta mercoledì scorso nella sede regionale della Cgil, a Catanzaro, dove la Funzione Pubblica, tramite il coordinatore Giustizia e Funzioni centrali Calabria e Area Vasta, Sergio Rotella, che ha voluto “dimostrare la nostra assoluta vicinanza agli operatori giudiziari precari. Sono prossime le scadenze al 28 giugno prossimo, altri a novembre 2022”.
“Questo è un bacino di lavoratori che attraverso la mobilità in deroga ha lavorato per oltre 12 anni presso gli uffici giudiziari, in nero, per 400/500 euro al mese. Dopo anni di lotte e vertenze, attraverso un bando a tempo determinato, solo dal settembre 2020 lavorano presso gli uffici giudiziari d’Italia. Per 12 e 24 mesi per l’avvio e lo smaltimento dell’arretrato del processo di digitalizzazione penale. Questi lavoratori ormai sono indispensabili in tutti gli uffici giudiziari, per aver acquisito esperienza e praticità, e avendo dimostrato di essere un valore aggiunto ed una risorsa per la Giustizia. Abbiamo chiesto come Fp Cgil Nazionale un tavolo al Ministro della Giustizia, Marta Cartabia: ad oggi non è stato convocato, ed per questi motivi che abbiamo voluto, attraverso l’assemblea dei lavoratori calabresi, appoggiare la manifestazione di Roma fianco dei precari Tuttavia, svariate note sono pervenute a tutela di questi lavoratori anche da parte di numerosi capi degli uffici giudiziari, a partire da Presidenti di Corte di Appello, Procuratori Generali, i quali hanno testimoniato la qualità e qualità del lavoro che essi quotidianamente forniscono al settore giustizia”.
Le segreterie regionali di FP CGIL e CISL FP Calabria annunciano lo sciopero dei lavoratori di Azienda Calabria Lavoro (ex ARDIS ed ex Legge 28/08) per il prossimo 8 settembre.
Con una nota inviata alle autorità politiche e amministrative, i sindacati chiedono inoltre al Commissario Straordinario di “Azienda Calabria Lavoro” di avviare le procedure per esperire il tentativo di conciliazione sulle questioni relative alla mancata applicazione dei Contratti Decentrati, alla mancata erogazione dei buoni pasto, al mancato riconoscimento dei contributi e alla mancata erogazione del TFR. Mentre al Prefetto di Catanzaro si chiede di avviare le procedure per il raffreddamento del conflitto e di esperire il tentativo di conciliazione su tutti i punti della vertenza.
Fino alla data del 08 Settembre 2021 i lavoratori manterranno la mobilitazione con ogni forma di protesta prevista dal vigente sistema di relazioni sindacali.
I segretari Aziendali Giunta regionale Calabria della FP CGI, Ferdinando Schipano, e della CISL FP, Giuseppe Spinelli, insieme ai segretari Generali Regionali Calabria FP CGIL, Alessandra Baldari, e della CISL FP, Luciana Giordano hanno riepilogato l’ultimo tratto della vicenda e che ha determinato la proclamazione dello sciopero di settembre: il 5 luglio 2021 è stato proclamato lo stato di agitazione del personale di Azienda Calabria Lavoro (ex ARDIS ed ex Legge 28/08) a causa della mancata attivazione del Tavolo tecnico/politico finalizzato a individuare un idoneo percorso che definisca una volta per tutte lo status giuridico di questi Lavoratori che pur avendo un contratto di lavoro a tempo indeterminato e part-time a 18 ore con Azienda Calabria Lavoro (che è il Datore di lavoro), da anni vengono impiegati in Servizi della Regione, che è nel contempo l’Ente erogatore delle risorse finanziarie necessarie alle loro retribuzioni e anche il Soggetto beneficiario della prestazione di lavoro.
Questo Personale viene utilizzato, altresì, per il raggiungimento degli obiettivi del Progetto “Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle politiche attive del lavoro” con un incremento orario di ulteriori 18 ore, la cui convenzione scadrà il prossimo 31 dicembre.
Ai Lavoratori in argomento da anni non viene applicato da Azienda Calabria Lavoro il Contratto Collettivo decentrato (precisamente per gli anni 2014 – 2015 – 2016 – 2017 – 2018 – 2019 – 2020 – 2021). Persiste, inoltre, l’annosa problematica relativa al mancato versamento dei contributi previdenziali e alla mancata erogazione del TFR. A tutto ciò si aggiunge, infine, la mancata corresponsione dei buoni pasto da dicembre 2019. Vengono cioè negati i diritti basilari rendendo questi Lavoratori davvero Figli di un Dio minore.
“In data 5 luglio 2021 è stato impedito a questi Lavoratori di esercitare il diritto costituzionalmente garantito di riunirsi in assemblea per il mancato accoglimento della richiesta regolarmente formulata dalle scriventi Organizzazioni Sindacali di utilizzo della Sala Verde della Cittadella regionale della Calabria.
Nella mattinata odierna si è tenuta l’assemblea di una parte del Personale nella Sala Verde della Cittadella regionale della Calabria, avendo ricevuto l’autorizzazione all’utilizzo del locale solo in tarda serata e solo dopo una forte insistenza del sindacato. Decisione tardiva che ha impedito di fatto a tanti Lavoratori di poter partecipare ai Lavori assembleari. Come organizzazioni sindacali, abbiamo da sempre stigmatizzato tale comportamento che nega o utilizza in modo deforme la libertà sindacale garantita dalla Costituzione, per piegarla agli interessi particolari al fine di raggiungere i propri obiettivi. Così facendo, si svilisce il mondo del lavoro nel suo complesso e si più deboli lavoratori. il riconoscimento dei diritti universali di ogni lavoratore, raggiunto attraverso terribili lotte e sostanziate con l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori, è una conquista che non permetteremo a nessuno di mettere a rischio, men che meno ad una classe politica poco attenta alle esigenze del personale”.
La Funzione Pubblica Cgil Calabria esprime massima solidarietà a Davide Sgrò, attivista Lgbt di Catanzaro, vittime in queste ore di un vile e deprecabile gesto di omofobia.
L’imbrattamento della sua automobile con insulti riferiti al suo orientamento sessuale rappresenta la rinnovata certezza della circostanza che siamo ancora distanti dal raggiungimento di una società matura e capace di far convivere libertà e uguaglianza. La battaglia sui diritti civili e sociali cammina ancora ad una velocità troppo timida ed episodi come quello di ieri rappresentano un salto nel vuoto, anzi un salto indietro di centinaia di anni.
Oltre a confermare la necessità di aprire un dibattito e confronto sui temi della lotta alla transfobia e quindi ai principi alla legge Zan, la Funziona pubblica Cgil Calabria aderisce a quanto sostenuto da Giuseppe Valentino, segretario generale Filcams CGIL Calabria, sulla necessità di colorare il capoluogo con i colori dell’arcobaleno. E quindi accogliamo con entusiasmo e spirito di iniziativa la proposta di organizzare un Gay Pride a Catanzaro.
“Noi crediamo che si tratterebbe della risposta più netta e forte alle parole inconcepibili del presidente della regione, Nino Spirlì, il quale ha sostenuto che se avesse un figlio che partecipa al gay pride lo prendere a calci nel sedere.
Abbiamo bisogno di contrastare questa violenza, così spregiudicata e discriminatoria. E siamo disposti a farlo in una piazza libera, partecipata, colorata. Per Davide, per tutti gli attivisti Lgtb, per chiunque ancora oggi ha paura di vivere liberamente la propria sessualità perché costretti e prigionieri di una società colma di odio, discriminazione e violenza”.