Lavoratori Lsu/Lpu in Regione, la Cgil non molla: “Tenere conto del nuovo contributo e applicarlo”

Lavoratori Lsu/Lpu in Regione, la Cgil non molla: “Tenere conto del nuovo contributo e applicarlo”

“Dopo l’accordo quadro firmato tra la Regione Calabria e le parti sociali in data 14 marzo 2022, la Regione Calabria il 24 marzo 2022 ha pubblicato il decreto dirigenziale N. 3183 che ha praticamente dato avvio all’aumento del contributo per i lavoratori ex LSU/LPU stabilizzati in Regione Calabria (LEGGE N. 147/2013 – LEGGE 160/2019 – LEGGE N. 15 DEL 25 FEBBRAIO 2022). Le presenti risorse aggiuntive saranno quindi disponibili per gli enti non appena questi ultimi risponderanno alla manifestazione d’interesse pubblicata dalla Regione Calabria”.  Lo affermano in una nota la segretaria regionale della Fp Cgil Alessandra Baldari, il segretario confederale Angelo Sposato e il segretario generale NIDIL CGIL, Iva Ferraro.

 

 

“Vista la confusione che si sta creando, nei vari enti locali sulla redistribuzione delle risorse per questa categoria di lavoratori, va ricordato agli stessi che sull’accordo quadro sottoscritto dalla Regione e dalle sigle sindacali è stato stabilito che le risorse che saranno trasferite agli Enti utilizzatori, sono da intendersi aggiuntive a quelle già trasferite per ogni singolo lavoratore. I trasferimenti sono condizionati all’effettivo aumento dei livelli retributivi e, quindi, dell’attuale orario lavorativo di ogni lavoratore sulla base del contributo pro-capite applicato secondo la categoria di appartenenza. Le risorse trasferite agli enti utilizzatori sono destinate all’incremento dell’orario lavorativo già osservato da ogni singolo lavoratore fino al massimo del tetto contrattuale, nel rispetto di quanto previsto dalle vigenti disposizioni di legge e che dovrà essere opportunamente rendicontato per l’intera somma del contributo annuo. Di conseguenza è assurdo quello a cui stiamo assistendo in questi giorni, ovvero, alcune amministrazioni locali che ritengono di poter usare le risorse destinate a loro discrezione compensando le spese già effettuate per aumentare l’orario dei lavoratori e così rimpinguando le casse degli enti”, continuano i tre sindacalisti. Che concludono:

 

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