La denuncia della Fp Cgil: “Al Centro per l’Impiego di Reggio Calabria dal freddo polare al caldo tropicale”

La denuncia della Fp Cgil: “Al Centro per l’Impiego di Reggio Calabria dal freddo polare al caldo tropicale”

“Cambiano le stagioni ma nulla cambia nell’ufficio regionale del Centro per l’Impiego di Reggio Calabria, dove i dipendenti registrano soltanto un susseguirsi di disagi. Sono trascorsi più di 5 mesi dal trasferimento dell’ufficio del CPI alla nuova sede, situata nel quartiere di Archi Cep, e dal primo momento, ripetutamente, è stato reso
noto agli attori competenti dalla FP CGIL e dai lavoratori che in due open space dello stabile non risultava funzionante il sistema di condizionamento caldo – freddo, in altri non sufficiente”. Lo scrivono Alessandra Baldari, il segretario Generale Fp Cgil Calabria,  Alessandra Neri, Coordinatore CPI, Francesco Callea, il segretario Generale FP CGIL Reggio Calabria – Locri.

“Trascorso l’inverno in condizioni lavorative alquanto imbarazzanti con dipendenti costretti a lavorare indossando guanti e piumini, ci saremmo aspettati di non dover registrare il disagio anche nel periodo estivo. Già ad inizio primavera avevamo sollecitato la risoluzione del grave disagio, auspicando di non assistere al trascorrere di un’altra stagione senza nulla di fatto, ma, come nelle “migliori” prassi tempistiche della Regione Calabria e del Comune della città, tutto avanza tra false promesse, rimbalzi di competenze e le più fantasiose giustificazioni! Ufficio, il CPI, a cavallo tra due Enti, Comune e Regione, responsabili ognuno per la propria sfera di azione di un aspetto cruciale. Il primo ha l’obbligo di fornire i locali necessari al funzionamento del Centro per l’Impiego, così come disposto dalla L.56/87, ed in quanto proprietario dello stabile ha, dunque, l’obbligo delle spese e delle manutenzioni straordinarie, il secondo, invece, è il soggetto deputato all’adozione degli adempimenti e delle misure di prevenzione e protezione per la tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti nei luoghi di lavoro, perché rispondente al datore di lavoro, pertanto, è quest’ultimo l’Ente che deve garantire il benessere psicofisico dei lavoratori, come previsto dal testo unico per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (D.lgs. 81/08)”, scrivono i sindacalisti.

“Nella realtà, appare del tutto chiaro che nonostante l’autorevolezza dei due Enti a nessuno importi dei dipendenti del Centro per l’Impiego lasciati a lavorare in condizioni insostenibili in una città che registra temperature in salita, così alte da incorrere nel rischio di malori in capo ai lavoratori. Singolare, evidenziamo, la serie di ostacoli registrati a fronte di una quota irrisoria di risorse economiche necessarie all’acquisto di pochi, cinque, condizionatori. Ogni azione, del resto, volta a soddisfare il benessere dei lavoratori sembra essere un ostacolo insormontabile destinato a non trovare mai soluzione, come quella dell’installazione dei distributori di bevande e snack. Così i dipendenti,
nel corso della giornata lavorativa, non soltanto devono operare in un contesto senza climatizzatori, ma non possono neppure fruire di un sollievo di una semplice bottiglietta d’acqua! La FP CGIL ritiene non più tollerabile questo stato di inerzia amministrativa, burocratica e politica, in particolar modo quando la disorganizzazione finisce per dannegiare i dipendenti, pertanto urge una presa di coscienza della dirigenza e della politica preposta, affinché adottino delle azioni concrete volte a garantire ambienti di lavoro idonei. Ove necessario, si ricorda, che la performance dell’Ente che eroga un servizio pubblico alla collettività è strettamente collegato al benessere psico-fisico dei suoi dipendenti”, concludono Baldari, Neri e Callea.

FPeditoreFP2021

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