Ispettorato del lavoro, la misura è colma: venerdì a Cosenza e a Roma sindacati e lavoratori in piazza  

Ispettorato del lavoro, la misura è colma: venerdì a Cosenza e a Roma sindacati e lavoratori in piazza  

I lavoratori chiedono di essere dotati di risorse umane adeguate, di mezzi e strumenti idonei, di formazione e addestramento funzionali alla vigilanza.

 

Venerdì 4 marzo si terrà la manifestazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Inl e dell’Anpal a Cosenza di fronte la sede della Prefettura, in Piazza XI Settembre, dalle 10 alle 12. La manifestazione è indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp,  Confintesa Fp, Confsal- Unsa, Usb P.I., e si terrà in concomitanza con quella nazionale che si svolgerà in Via Veneto, a Roma. La manifestazione rientra nelle serie di azioni di lotta attuate dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, per protestare contro il mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione per l’Ispettorato nazionale del lavoro e per l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro e con il preciso obiettivo di riparare allo scempio commesso e reintegrare immediatamente il personale dell’Inl e di Anpal nell’armonizzazione.

I sindacati, inoltre, protestano anche perché gli obiettivi della lotta al lavoro sommerso del Pnrr risultano al momento privi di finanziamento nel decreto del Mef del 6 agosto 2021.

“Le lavoratrici e i lavoratori dell’Inl e di Anpal sono stufi della logica del costo zero e non si accontenteranno di promesse o impegni ma, ritenendo di essere stati ingiustamente esclusi, pretendono di ricevere importi a partire da quanto previsto per i colleghi del Ministero di riferimento e chiedono massima attenzione sui temi del lavoro”. Questo è quanto risulta anche dal documento sottoscritto dalla RSU e dai lavoratori dell’ITL di Cosenza, maturato dopo le assemblee avute nell’Istituto e trasmesso ai sindacati denunciando, ulteriormente, l’incremento dei carichi di lavoro a cui si contrappone il mancato reintegro della dotazione organica, documento che queste sigle sindacali condividono e integrano. La mobilitazione, gli incontri, si perpetueranno fino allo sciopero nazionale dei dipendenti dei due enti interessati del 18 marzo.

“Non ci fermeremo fino ad ottenimento del risultato, sia chiaro a tutti”, fanno sapere ancora i sindacati. Che continuano: “All’Ispettorato del Lavoro si chiede sempre di più e si dà sempre di meno. L’urgenza delle morti sul lavoro richiede investimenti concreti sui soggetti che operano in prima linea, al fine di intensificare i controlli e rendere  più incisive le azioni di contrasto. E invece, a parole, si proclama basta morti sul lavoro  e nei fatti si lasciano gli Ispettorati in condizioni di gravissime carenze di organico e si persevera nella logica del costo zero. Quella logica per la quale, sin dal 2017 e cioè dalla nascita dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, non sono mai stati realizzati quegli investimenti volti a qualificare il ruolo dell’Agenzia e a renderla di fatto un efficiente presidio di legalità in materia di lavoro e sicurezza. Ma ormai si è andati anche oltre. Si è passati dall’ “investire zero, al retribuire meno”. Difatti i lavoratori dell’INL, insieme a quelli dell’ANPAL, sono stati gli unici ad essere esclusi dall’adeguamento dell’indennità di Amministrazione, riconosciuta agli altri comparti del pubblico impiego. Sono ora i dipendenti pubblici più poveri d’Europa. A questi lavoratori si dà di meno in un momento in cui si chiede di più. La recente estensione delle competenze e delle responsabilità in materia di sicurezza, non accompagnata da un rafforzamento degli organici, espone il personale all’ulteriore intensificazione dei carichi da lavoro e compromette seriamente la capacità di dare risposte alle numerose richieste di intervento di tanti lavoratori, di evadere le deleghe di indagine, le istanze di conciliazione, le presenze in Tribunale e di  vigilare  affinché i luoghi di lavoro  siano  realmente più sicuri. L’ITL di Cosenza aderisce allo stato di agitazione proclamato a livello nazionale lo scorso 11 febbraio. Per quattro giorni consecutivi ha interrotto l’attività lavorativa un’ora al giorno per riunirsi in assemblea.   Il prossimo 4 marzo, dalle 10.00 alle 12.00, si recherà in Piazza Prefettura per essere ascoltato dal Prefetto  e  per tenere un’assemblea pubblica sulle gravi condizioni lavorative in cui versa da tempo. Partecipa, inoltre, allo sciopero proclamato a livello nazionale il prossimo 18 marzo e si dichiara pronto a mettere in atto aspre azioni di protesta, con interruzione delle  attività  di  competenza,  da  cui deriveranno conseguenze pregiudizievoli per tutta la provincia”.


Ora le richieste dei sindacati: “I lavoratori chiedono di essere messi nelle condizioni di assolvere effettivamente al compito di presidiare la legalità su un territorio vasto e difficile e di essere dotati di risorse umane adeguate, di mezzi e strumenti idonei allo scopo, di formazione e addestramento funzionali alla vigilanza in materia di sicurezza in tutti i settori di intervento e di vedersi riconosciuta l’indennità di amministrazione. Non solo il personale ispettivo, ma anche quello amministrativo,  che “dietro le quinte” lavora a supporto della macchina organizzativa per consentire lo svolgimento delle attività istituzionali, soffre della carenza in organico di risorse umane  sufficienti, che lo costringe a carichi di lavoro senza precedenti; per non parlare, poi dell’inadeguatezza della  formazione  fornita  a  tale personale, che ogni giorno si trova ad affrontare e a dover risolvere problematiche nuove, senza punti di  riferimento  che li  possano  supportare in tal senso. É ora di investire risorse economiche stabili e di finanziare gli obiettivi del PNRR per la lotta al sommerso, al precariato e al lavoro insicuro. Questa   non    è    una    protesta    che    riguarda    solo    i    dipendenti dell’Ispettorato, ma tutto il mondo del lavoro. Se gli organi competenti a vigilare sulla legalità avranno uomini, mezzi e risorse per agire concretamente, tutti i lavoratori saranno più tutelati, diversamente ogni riforma rimarrà sulla carta e in un territorio in cui le condizioni lavorative sono già estremamente fragili, ad  avere la  meglio  saranno il sommerso, il precariato, lo sfruttamento e il lavoro che uccide”.

 

 

 

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