Archivia Maggio 30, 2023

Potenziamento dei centri per l’impegno, Neri e Schipano (Fp Cgil): “Ritardo preoccupante”

“Un ritardo preoccupante caratterizza il Piano di Potenziamento dei Centri per l’Impiego calabresi. “Riteniamo – asseriscono il Coordinatore CPI Alessandra Neri e il Segretario Ferdinando Schipano della FP CGIL Calabria – che l’attenzione che ha accompagnato la pubblicazione dei bandi di concorso, finalizzati al potenziamento dell’organico, e l’espletamento quasi completato degli stessi, debbano essere supportati da un reale investimento, elemento imprescindibile per il rilancio delle politiche attive e la valorizzazione dei CPI; difficile altrimenti il concretizzarsi di un effettivo Piano di Potenziamento”.

“Agli ormai atavici problemi, di sovente denunciati dalla nostra organizzazione sindacale – continuano – se ne aggiungono di nuovi, dovuti agli spazi insufficienti ai nuovi ingressi”.

“Denunciamo ancora una volta, – sottolineano – con forte preoccupazione, la situazione drammatica in cui versano i Centri a fronte delle ingenti risorse, milioni e milioni di euro stanziati a livello nazionale sin dal 2019 e incrementati fortemente, da ultimo, dal PNRR. Il Piano di Potenziamento prevede anche sostanziosi investimenti per la formazione degli operatori, non soltanto dei nuovi, anche di quelli già precedentemente in servizio e per i sistemi informativi, ancora in Calabria non aggiornati alla normativa vigente.

“Inevitabile – affondano Neri e Schipano – pensando alle risorse, non puntare il nostro riflettore su quelle destinate all’ammodernamento delle infrastrutture, che non si è assolutamente attuato. Molteplici le sedi chiuse per inagibilità e per carenza di personale. Al valore della capillarità dei servizi al cittadino la Regione Calabria non presta interesse. Soltanto Vibo è stata riaperta dopo anni di chiusura e dopo molteplici solleciti e interventi da parte della FP CGIL. Altre sedi restano chiuse. In altri territori sussiste il disagio di non avere una sede idonea. Sedi di emergenza, provvisorie, diventate in realtà definitive, come nel caso del Centro per l’Impiego di Cosenza, allocato da anni ormai in uno stabile non adeguato a contenere il personale. I dipendenti si alternano in presenza e alle scrivanie per erogare un servizio pubblico, con compiti sempre maggiori. O ancora il CPI di Catanzaro in attesa di essere trasferito nella nuova sede individuata dal comune, in una zona disagevole, che non risponde ai bisogni dei lavoratori né dell’utenza, così come il CPI di Reggio Calabria a fine 2021 assegnato in un edificio provvisorio periferico divenuto definitivo, che si vocifera verrà diviso su due sedi in vista delle nuove assunzioni. Una scelta simile con trattative iniziate addirittura nel 2019 denota una evidente incapacità gestionale che arrecherà ulteriori nuovi disagi all’utenza.”

“Obiettivi sempre crescenti – dicevamo – in capo al personale, basti pensare alla gran mole di lavoro scaturita dal Programma GOL. Una corsa ai numeri, quella richiesta dalla dirigenza, che vede i lavoratori in affanno, impegnati senza sosta, senza, altresì, la possibilità di disporre di uno spazio adeguato spesso in due in una sola postazione informatica in attesa di occupare una scrivania in assenza del collega, come avviene a Paola o a Reggio Calabria. Una carenza di personale generalizzata in tutti i CPIche pesa ovunque e in alcune sedi più di altre, come ad esempio a Locri o nella sede locale di Caulonia.”

Una realtà, dunque, difficile quella dei Centri per l’Impiego: risorse non utilizzate, spazi insufficienti in alcuni territori, carenza di personale, mancato riammodernamento e non incremento della strumentazione informatica e dei sistemi informativi, pc e software obsoleti che non consentono finanche in alcune sedi l’utilizzo della nuova piattaforma “Orienta”, zero formazione in materia lavoro e per i nuovi assunti solo affiancamento.

“Auspichiamo – continuano – un cambio di passo per sfruttare al meglio il potenziale di questi uffici pubblici, dotati di personale all’altezza dei servizi richiesti, ma penalizzati dall’essere servizi periferici non ancora evidentemente considerati regionali a tutti gli effetti, nonostante ormai siano passati ben 5 anni dal loro trasferimento in capo alla Regione Calabria dalle Provincie.”

Reiteriamo, – chiosa la FP CGIL – ancora una volta, l’invito all’Assessorato al Lavoro e alla Dirigenza preposta a convocare un tavolo di confronto costruttivo per dipanare le tante irrisolte di questi uffici, convinti che un servizio pubblico di qualità scaturisce anche dal benessere e dalla valorizzazione del personale.”

Sanità, i dubbi della Fp Cgil sul portale Sanibook: le cinque domande ad Occhiuto

Sul portale Sanibook la Fp Cgil già a metà aprile aveva annunciato i rischi e le derive. Oggi il sindacato torna a ribadire tutte le perplessità e contestazioni, chiedendo al presidente Occhiuto di rispondere a 5 domande anche nella sua qualità di Commissario ad acta:

1) A cosa servono gli Uffici URP, già attivi per legge in staff a tutte le direzioni generali di ogni Azienda Sanitaria e Ospedaliera?

2) Visto che per legge devono esistere, perché il presidente Occhiuto non ha ritenuto capitalizzarli per avere il polso di ogni struttura territoriale?

3) Se questi Uffici non dovessero essere funzionanti perché il Presidente non richiama a responsabilità i Commissari straordinari posti alla guida delle Aziende sanitarie e Ospedaliere?

4) In caso di segnalazioni sommarie o speculative, quali procedimenti intende avviare il Presidente Occhiuto a garanzia dei diritti di difesa e della presunzione d’innocenza costituzionalmente garantiti a tutti i lavoratori e cittadini?

5) Quanto ancora dovranno aspettare i cittadini e i lavoratori per avere alla guida delle Aziende sanitarie e Ospedaliere Direttori Generali nell’esercizio delle loro funzioni legislative, ovvero dotati di capacità decisionale e con i requisiti previsti dalla legge?”.

Sono queste le domande che sono rivolte al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, da parte della segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil, Alessandra Baldari, e il segretario generale Fp Cgil Area Vasta, Franco Grillo,

“In attesa delle risposte, la FP CGIL Area Vasta chiede al Presidente Occhiuto di soprassedere alla attivazione degli esiti in derivazione delle segnalazioni rilevate da questo strumento, nella consapevolezza che si possono e si devono perfezionare tutte quelle azioni amministrative, incominciando dall’Azienda Dulbecco, per evitare confusioni organizzative e gestionali come per esempio la nota a firma congiunta di due direttori sanitari  dell’Azienda nominata, utilizzata per redarguire il personale riguardo il rispetto delle norme comportamentali.

In tal senso riteniamo di poter dare un utile contributo ad un eventuale tavolo di discussione che auspichiamo venga convocato in tempi brevi, per evitare, specie all’Azienda Dulbecco, confusione nella gestione del personale, nella gestione e conduzione degli istituti contrattuali, m a anche nella gestione degli stipendi, dei flussi informativi, delle procedure d’acquisto e quant’altro”.

Vigili del Fuoco Calabria, in Calabria i sindacati proclamano lo stato di agitazione: “Inaccettabile carenza di personale”

I sindacati FNS CISL – CGIL – CONFSAL dei Vigili del Fuoco della Calabria, rappresentate dai rispettivi Segretari Regionali  Filippo Vilasi, Giuseppe Cilione ed Antonio Capozza, hanno proclamato lo stato di agitazione con una  nota inviata al Ministro dell’Interno ed ai vertici del Dipartimento per denunciare una inaccettabile situazione di carenza del personale più volte lamentata.

“Le criticità che già oggi sono abbastanza sentite, saranno pericolosamente accentuate nei mesi a venire con l’approssimarsi della stagione estiva, periodo che mette ancor di più sotto pressione il dispositivo di soccorso con un numero di operatori ben al di sotto dell’organico reale previsto dall’ultimo DPCM del 2019. Urge accelerare nelle assunzioni per coprire i posti vacanti e quelli come denunciato nello stato di agitazione che oggi per motivi di salute non sono più operativi nonostante l’Amministrazione li consideri in organico.

Non è accettabile che un collega fino all’ultimo giorno di servizio, quindi in età avanzata, continui in prima fila a partecipare al soccorso tecnico urgente con tutti i rischi che ne derivano.

Se il Governo dichiara che per assumere Personale ci vogliono le risorse finanziarie ed al momento non sono sufficienti, noi rispondiamo con fermezza che i risparmi li dovrebbero fare  altrove.

D’altronde la politica italiana assorbe dei costi che in nessuna parte  del mondo, certamente in un Paese lungimirante non viene in mente di risparmiare sul Soccorso, sulla Sicurezza o sulla Sanità.

Questo ed altro è ciò che pensiamo a tutela dei nostri cittadini e degli stessi operatori, questo ed altro è ciò che ad alta voce diremo all’Amministrazione quando ci convocheranno per il raffreddamento. I cittadini devono sapere che il livello di risposta al soccorso,  non potrà, con queste risorse umane, essere sempre rispondente alle richieste che di volta in volta arrivano alle nostre sale operative. Questo ci mortifica per il nostro ruolo che storicamente ci contraddistingue nel fare soccorso, se non dovessimo riuscire nell’intento, qualcuno dovrà scusarsi con i Vigili del Fuoco ed ancor di più con la comunità”

Inoltre, i sindacati stigmatizzano il Decreto del Capo Dipartimento n° 686 del 15/03/2023, con il quale dal 1/01/2024 cambierebbe l’orario di lavoro nelle cosiddette sedi disagiate. “Ciò creerebbe in alcune sedi un grave danno al personale pendolare, sia sotto l’aspetto economico, sia paradossalmente sull’aspetto della  sicurezza, poiché bisogna considerare per alcune sedi la lunga distanza chilometrica e per altre le zone montane difficilmente praticabili in inverno a causa neve”.

Catanzaro, i sindacati: “Da azienda ad agenzia le politiche del lavoro in Calabria si rafforzano”

Ieri, 3 maggio, a Catanzaro si è tenuto il Tavolo di confronto presso l’assessorato regionale al lavoro sulla proposta d legge della Giunta regionale relativa a “Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e l’apprendimento permanente”, che riorganizza radicalmente questa importante materia alla luce delle novità introdotte dalla legislazione europea e nazionale, mettendo a sistema gli strumenti di programmazione e di governance.

L’articolato che definisce principi, finalità, compiti e funzioni della Regione, dei Centri per l’impiego, secondo le normative in vigore, del Tavolo regionale per i servizi e le politiche attive del lavoro, dell’Unità di intervento e di gestione delle crisi aziendali, dell’Osservatorio sul Mercato del lavoro, sottolineando la sinergia delle strutture per l’esercizio integrato delle azioni attuative, prevede anche la trasformazione della natura giuridica di Azienda Calabria Lavoro, Ente pubblico economico, in Agenzia Regionale per le politiche attive del lavoro – ARPAL – Ente pubblico Non Economico, operando una modifica sostanziale da ente di natura privata ad ente di natura pubblica, una trasformazione attesa da molto tempo dai lavoratori e fortemente rivendicata dalle Funzioni Pubbliche di CGIL CISL e UIL.

Al tavolo erano presenti, per la parte pubblica l’assessore Giovanni Calabrese, il DG del Dipartimento regionale lavoro Roberto Cosentino, il funzionario Pasquale Capicotto e la Commissaria di Azienda Calabria Lavoro Elena Latella; per la FP CGIL la Segretaria generale Alessandra Baldari, per la CISL FP la Segretaria generale Luciana Giordano, Giuseppe Spinelli e Giuseppe Ranieri, per la UIL FPL il subcommissario Walter Bloise.

Tutte le organizzazioni sindacali presenti al tavolo hanno espresso soddisfazione per aver ottenuto la trasformazione di Azienda Calabria Lavoro in Agenzia, ovvero un Ente della Pubblica Amministrazione che riconosce quindi ai lavoratori tutti i diritti e le tutele anche di natura previdenziale e assistenziale, oltre che contrattuale, applicando il Testo Unico del Pubblico Impiego.

I rappresentanti sindacali hanno però evidenziato un punto caduta: la previsione del trasferimento del personale attualmente in servizio in ACL a tempo determinato e indeterminato nell’istituenda ARPAL ma con rapporto di lavoro part – time e la mancata storicizzazione delle risorse necessarie a finanziare il bacino di precariato precedentemente impegnato nel piano di potenziamento dei CPI, benché su questo la controparte ha fornito rassicurazioni sulla continuità dell’impegno anche nell’istituenda Agenzia

Al riguardo, unitariamente, i rappresentanti sindacali hanno con forza sottolineato l’esigenza di ottenere le necessarie risorse finanziarie di cui si ha contezza per garantire il full- time per tutto il personale che transiterà in ARPAL, anche per assicurare il buon finanziamento della nuova Agenzia, e per garantire la possibilità della storicizzazione delle risorse per i lavoratori impegnati attualmente nel progetto e hanno già concordato di proporre richiesta di audizione alla competente Commissione in sede di approvazione della proposta di legge in Consiglio regionale, su questo la parte pubblica ha condiviso il percorso proposto a sostegno dell’Ente che dovrà occuparsi degli essenziali temi delle politiche del lavoro.

 

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