Archivia Ottobre 26, 2021

Demedicalizzazione e chiusura di postazioni, l’allarme di Baldari e Masotti (Fp Cgil): “I servizi di emergenza urgenza della Calabria sono a rischio”

“Gli articoli di stampa dei giorni scorsi hanno avuto il pregio di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica regionale una situazione, la gestione del sistema di emergenza-urgenza, già conosciuta dagli addetti al lavoro, che squarcia il velo su un sistema delicato che attraversa grandi turbolenze, con carenze di personale, in particolare di medici, che fanno temere un ulteriore riduzione nella capacità di risposta del SSR ai bisogni di salute della cittadinanza”. Lo affermano con decisione Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Francesco Masotti, segretario Regionale FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari Calabria.

 “In Calabria il Servizio di Emergenza Urgenza è a rischio nell’indifferenza del Dipartimento regionale e dell’Ufficio Commissariale. Un Servizio strategico della nostra sanità pubblica, fondamentale per salvare vite umane, stremato, pure nella nostra Regione, dalla mancanza di medici, i quali o si allontanano da questo servizio o non ne sono più attratti. Quali le motivazioni? Intanto una programmazione ministeriale del fabbisogno del personale medico che è stata totalmente inadeguata sia attraverso il corso di formazione in medicina generale che delle scuole di specializzazioni di area sanitaria. Poi, un inquadramento dello stesso personale confuso e precario, tra contratto della dirigenza e convenzione nella medicina generale e, all’interno di queste aree, rapporti a tempo indeterminato e, soprattutto, a tempo determinato. Nello stesso ambito lavorativo abbiamo, quindi, medici che svolgono le stesse funzioni ma con diverse retribuzioni e tutele: per il convenzionato, in generale, meno diritti e, quindi, meno tutele (niente tredicesima e indennità notturne e festive, nessun riconoscimento economico legato ai fondi aziendali di produttività o di risultato). Una babele di posizioni lavorative che mette a rischio la qualità del servizio per i cittadini, spesso garantita solo grazie allo sforzo degli stessi medici e degli operatori sanitari più in generale. Si tratta di problemi giacenti da anni e che in Calabria si sono inaspriti con il piano di rientro, ma che interessano centinaia di medici calabresi che lavorano da anni in questo settore strategico, di vitale interesse per il servizio sanitario regionale e che è cruciale per l’integrazione della rete ospedaliera con l’assistenza territoriale. E, intanto, assistiamo alla chiusura di punti di primo intervento, alla demedicalizzazione di postazioni territoriali sia del 118 che dell’ex guardia medica, oggi Servizio di Continuità Assistenziale”, continuano nella nota stampa Baldari e Masotti. Che si interrogano:

 “E allora, quali le possibili soluzioni? La riqualificazione del Servizio di Emergenza-Urgenza passa attraverso due momenti significativi: la definizione di un unico contratto di lavoro per l’area dell’emergenza-urgenza, che abbia come presupposto la contrattualizzazione nell’area della dirigenza di tutti i medici che ne fanno parte e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari. Ma, l’assenza di qualsiasi risposta che su questi argomenti arriva dal livello politico e istituzionale è, in questo senso, indicativa di quale sensibilità godano certi argomenti all’interno della Regione Calabria e dell’Ufficio Commissariale, che dovrebbero, invece, governare questo settore “essenziale” per l’intera popolazione regionale. Eppure, in altre Regioni, non a caso sanitariamente più avanzate, Emilia-Romagna (2011 e 2014) e Toscana (2014 e 2016), hanno identificato percorsi normativi che hanno consentito, praticamente, di eliminare il precariato medico nell’area dell’emergenza-urgenza, valorizzando il percorso di formazione “sul campo” di professionisti che hanno maturato competenze ormai indispensabili al sistema sanitario di quelle Regioni. Ma finora, sebbene sollecitati più e più volte, abbiamo avuto di ritorno un “assordante” silenzio da Roma a Catanzaro: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero della Salute, Ufficio Commissariale, Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Rappresentanza della Calabria nella Conferenza unificata Stato-Regioni. Allora, un appello al nuovo Presidente della Giunta, onorevole Roberto Occhiuto, presti grande attenzione ai problemi della Regione ed ai suoi bisogni sociali e territoriali. Siamo pronti al confronto sulle vicende che abbiamo denunciato e sui tanti altri temi della sanità calabrese e ad assumerci le nostre responsabilità, con la convinzione che- concludono i sindacalisti della Fp Cgil– migliorare le condizioni lavorative degli operatori sanitari, significa avere di ritorno una migliore qualità nell’assistenza per i cittadini”

Screening mammografico gratuito, la Fp Cgil calabrese dalla parte della sanità di qualità e per tutti

“Nel nostro Paese, durante tutto il mese di ottobre, vi sono varie opportunità di partecipare ad iniziative di screening presso strutture sanitarie che aderiscono a progetti per la lotta contro il tumore al seno. Si tratta di input che fanno ben sperare in una migliore organizzazione dei servizi pubblici non solo nella fase della ricerca, della cura e dell’assistenza, ma soprattutto in quella della prevenzione”.  Lo afferma in una nota la segreteria regionale FP CGIL. 

“Riteniamo infatti che questa possa essere la chiave di volta per mantenere in buona salute la popolazione.  Dai dati del 2019 si evince che i tumori mammari rappresentano il 30% della totalità di tumori maligni diagnosticati alle donne, e che i nuovi casi di carcinomi della mammella stimati in Italia sono stati 53.200. Una buona notizia arriva però proprio dalle campagne di screening che in Italia contribuiscono ad una netta riduzione della mortalità che, in questo caso, si aggira al 25%”, continua la segreteria regionale.
“L’FP CGIL, ritiene che anche nella nostra regione, lo screening mammografico gratuito debba essere strumento primario nella lotta al tumore del seno e debba essere indirizzato principalmente al le donne fra i 50 ed i 74 anni e a tutte quelle predisposte alla patologia per familiarità, prevedendo l’esecuzione di una mammografia bilaterale ogni 2 anni.

Sempre nel corso del mese di ottobre, in particolare il 10, si celebrerà la Giornata mondiale della salute mentale, che quest’anno vede un rinnovato Piano d’azione per la salute mentale 2013 – 2030, aggiornato lo scorso 21 settembre dall’Oms. La FP CGIL calabrese fa proprio lo slogan adottato per la campagna dell’Oms di quest’anno “Salute mentale per tutti: facciamola diventare realtà”. Un rinnovato impegno per tutta l’organizzazione sindacale che nei suoi programmi si farà carico di visitare tutte le strutture che erogano servizi psico-sociali presenti sul territorio regionale per radiografare lo stato dell’arte dell’assistenza e, quindi, per chiedere al prossimo governo regionale ed al Ministro Speranza investimenti mirati per questo delicato settore, tenuto conto che la situazione fin qui registrata non è delle migliori e la carenza di strutture adeguate e di figure professionali specialistiche in progressiva ingravescenza, visto che la percentuale del 5% del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale condivisa dalle Regioni è ancora un miraggio.  La combinazione ambulatorio/ricovero ospedaliero resta spesso l’approccio prevalente mentre si dovrebbe auspicare ad un superamento dello stesso, attraverso la costruzione di nuovi progetti all’interno di una rete territoriale integrata con altre agenzie/organizzazioni capaci di offrire supporto ai coraggiosi operatori che già si spendono per realizzare a favore dei pazienti un irrinunciabile processo dell’abitare, del lavorare e del socializzare”.

Fondi Covid. Baldari ( Fp Cgil), Giordano (Cisl Fp), Bartoletti (Uil Fpl) presentano un esposto in Procura a Catanzaro

Dopo un anno e mezzo dal primo stanziamento da parte del Governo delle risorse destinate al personale sanitario della Calabria per aver fronteggiato con impegno l’emergenza da SARS-Covid 19, così come per tutto il personale delle altre regioni e nonostante l’accordo sottoscritto dalle scriventi in data 6 luglio 2020, ad oggi nessun lavoratore ha percepito quanto destinato da Roma, secondo i criteri concordati dalle sigle sindacali.

  Baldari (Fp Cgil), Giordano (Cisl Fp) e Bartoletti (Uil FPl) hanno più volte sollecitato la conclusione dell’iter amministrativo, hanno più volte manifestato la loro preoccupazione e il loro sdegno per il tempo trascorso ed i rimpalli di responsabilità tra le strutture di governo regionale del Sistema sanitario, Commissario e Dipartimento della Salute e quelle di governo aziendale delle ASP Calabresi e delle Aziende Ospedaliere.

La grave crisi pandemica ha disvelato con ampia chiarezza quanto siano stati e siano fondamentali l’impegno e l’abnegazione dei lavoratori del Sistema sanitario che, seppur in condizioni di grave disagio, anche senza adeguate protezioni, nonostante la grave carenza di personale, hanno affrontato con coraggio e senza risparmiarsi la crisi sanitaria.

Tutto ciò ha indotto il Governo, di concerto con la Conferenza delle Regioni, a stanziare risorse vincolate al fine di ristorare i sacrifici ed il rischio corso, ma i lavoratori calabresi, a differenza dei lavoratori delle altre regioni, non hanno percepito nulla in ragione del pressapochismo della burocrazia regionale e della errata imputazione delle somme nel Decreto di assegnazione delle risorse alle Aziende.

L’avevamo detto: NON SI POSSONO USARE I SOLDI STANZIATI DAL GOVERNO CON UN FINE BEN PRECISO, PREMIARE I LAVORATORI CON UNA INDENNITA’, PER FARE ALTRO, ovvero compensare le spese straordinarie del personale impegnato a fronteggiare la pandemia. C’è una bella differenza tra ciò che contrattualmente è stabilito e un riconoscimento premiale di 16 milioni inghiottiti dai bilanci aziendali magari per contabilizzare un bel risparmio!

Dopo aver rivendicato il rispetto dell’accordo e la distribuzione appropriata delle risorse, manifestando e proclamando anche lo stato di agitazione dei lavoratori, a fronte dell’ennesima promessa puntualmente mancata,  la pazienza è finita e così come già ribadito nell’ultimo confronto regionale, come ogni volta che la politica non risponde e gli altri livelli di governance restano indifferenti ai bisogni dei lavoratori, snobbando i diritti di chi ai doveri ha adempiuto stringendo i denti nel momento emergenziale, non c’era altra scelta che ricorrere alla Procura della Repubblica di Catanzaro e consegnare un esposto nelle mani del Procuratore Nicola Gratteri. All’atto della consegna dell’esposto, i tre Segretari Baldari, Giordano e Bartoletti hanno comunicato al Procuratore la necessità di fare chiarezza non solo sulle risorse destinate ai lavoratori per l’indennità cosiddetta Covid, ma, come contenuto nel documento corredato da numerosi allegati, di avere contezza riguardo tutte le ingenti somme destinate alla Calabria per le assunzioni, il potenziamento della rete territoriale e della rete ospedaliera.

Adesso bisogna attendere che sia fatta luce su come e perché in Calabria qualunque risorsa finanziaria destinata al Servizio Sanitario Regionale non viene finalizzata secondo quanto programmato e indicato dal Governo o, in molti casi, non sia proprio utilizzata. Aspettiamo fiduciosi.  

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